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CRONACHE DA POMIGLIANO

(8 Ottobre 2013)

pomigliano

Redazione di Operai Contro,

Assemblea Fiom a Pomigliano venerdì 4 ottobre. Il motivo ufficiale dell’assemblea è il rilancio delle iniziativa sulla Fiat a Pomigliano ma quello principale è sostenere la manifestazione del 12 a Roma sul rispetto della costituzione.

La partecipazione è scarsa, circa 50 persone, praticamente l’apparato fiom locale.

Nella relazione iniziale si sottolinea che il terzo anno di cassa integrazione si avvia alla fine e rientrare in fabbrica diventa sempre più difficile.

La fiom pur avendo ottenuto un pronunciamento favorevole della corte costituzionale per il rientro delle RSA in fabbrica è isolata e discriminata. Le sue rsa devono portare la pettorina di visitatore e restare relegati nella saletta sindacale senza poter parlare con gli operai che lavorano.

Cosa propone la fiom per uscire da questo pantano?

Attivare i contratti di solidarietà e vera rotazione dei cassintegrati!

Come?

Attivando degli incontri- assemblee sul territorio per raggiungere gli operai in C.I. e rilanciare la mobilitazione attraverso iniziative di visibilità come un corteo con assemblea sotto la sede della Rai.

L’assemblea di Pomigliano fotografa l’esatta situazione della fiom oggi: un sindacato con poco seguito e completamente appiattito sulla politica anticrisi del padronato.

La dirigenza fiom crede fermamente che la crisi sia un evento passeggero e che prima o poi finirà. Nel frattempo cerca di sopravvivere salvando l’organizzazione e proponendo al padrone di abbassare le ore di lavoro e i salari agli operai nell’attesa che la nottata passi.

Una politica suicida.

Per rispondere alla crisi i padroni costringono sempre di più gli operai alla miseria e non c’è fine a questo peggioramento. La Panda ne è una dimostrazione: si lavora a ritmi bestiali, metà della fabbrica è a cassa integrazione, ma le auto continuano a non vendersi.

Continuando sulla linea dei sacrifici per salvare il padrone, gli operai andranno sempre più velocemente verso la miseria.

La fiom invece di organizzare la resistenza. Convincere gli operai che solo la lotta può fermare i padroni.

Che se il sistema fa acqua da tutte le parti è arrivato il momento di togliere i padroni di mezzo. Cosa ci propone? Abbassiamoci ancora di più i pantaloni e così il padrone guadagnandoci forse si riprenderà e ci farà rientrare a lavorare.

La fiom non cambia atteggiamento. Si è fatta mettere all’angolo quando aveva ancora la possibilità di mobilitare gli operai. Oggi, con la scusa che gli operai non si muovono, propone come soluzione i contratti di solidarietà e si meraviglia che gli operai non la seguano.

Ma perché dovrebbero seguirla? Con i contratti di solidarietà, quelli dentro dovrebbero lavorare percependo un salario molto vicino al sussidio della cassa integrazione. Quelli fuori dovrebbero avere gli stessi soldi che prendono adesso, ma lavorando.

D’altra parte, la fiat, pur essendo l’unica a guadagnarci, a Pomigliano non applicherebbe mai i contratti di solidarietà, perché degli attuali cassintegrati non si fida e non li vuole più in fabbrica e quelli che ha dentro, ormai disciplinati ai ritmi di lavoro che ha loro imposto, non li molla.

Un intervento fuori dal coro viene fatto da un operaio iscritto fiom che tenta una forma di autocritica sulla mancanza della partecipazione richiamando la necessità di far partire le iniziative

dai comitati degli iscritti senza che vengano calate dai vertici, potrebbe essere uno spunto, ma immediatamente viene zittito dagli altri e dalla dirigenza dicendo che non è il luogo adatto per tale discussione .

La relazione di chiusura dell’assemblea è la degna sintesi di questa impostazione suicida e filo padronale: il responsabile del settore auto ribadisce la necessità dei contratti di solidarietà a Pomigliano e un nuovo piano industriale che tenga conto del “potenziale di vendita rappresentato dal mercato dell’auto in Italia” . Sottolinea che la fiom deve tornare a fare sindacato in fabbrica perché riavere la capacità negoziale è determinante e la fiom è necessaria ed anche utile “perchè laddove è presente la quantità e la qualità dei prodotti è più elevata, mentre dove è stata esclusa e ci sono solo i sindacati firma tutto la qualità e la quantità ne risente come nelle fabbriche fiat dove si assiste per attivare il controllo ad un irrigidimento della gerarchia con un proliferare di team leader”.

Sezione AsLO –Operai Contro di Napoli

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