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Proseguono le proteste del Movimento Pastori Sardi

(8 Ottobre 2013)

mps

Che la pastorizia sia un settore fondamentale, a cui sono legate soprattutto le comunità dell'entroterra sardo, non è una novità. Che sia un settore vessato da leggi contrarie alla tipologia tradizionale dell'essere pastore e da continue inadempienze governative in tempo di crisi, pure.

E' da qualche settimana che il Movimento Pastori Sardi è tornato a farsi sentire e occupare le testate dei quotidiani locali con azioni di protesta. La ragione: i ritardi e i silenzi della Regione Sardegna riguardo a come muoversi e cosa possibilmente fare per porre rimedio alla mortifera epidemia "della lingua blu".. Una epidemia che per molti sardi era nell'aria,ma attestata in gravoso ritardo dati i mancati investimenti e i pochi controlli, disincentivati dalla mancanza cronica di fondi a cui attingere per fronteggiare emergenze.. Una epidemia devastante, quella della febbre catarrale, a causa di migliaia di ovini morti, un aspetto drammatico del crollo di uno dei settori portanti e più cari alla popolazione.

La Regione, dal canto suo, non poteva fare di meglio che innescare ulteriori malumori correndo ai ripari maldestramente nelle ultime settimane, somministrando vaccini alle pecore ad epidemia in corso, cosa che per i pastori rappresenta un ulteriore danno all'animale già vessato, e non all'insetto portatore dell'epidemia. La classica goccia che sta facendo traboccare il vaso.

Così, anche oggi, il Movimento di Pastori Sardi ha incarnato una parte della rabbia che si sta diffondendo nel settore e non solo, bloccando verso le 14 in circa duecento attivisti la Statale 131, collegamento cruciale tra nord e sud dell'Isola.

Una azione più comunicativa che di blocco ad oltranza e che rimanda all'appuntamento, non ancora fissato, di una nuova marcia dei pastori su Cagliari.

Infoaut

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