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Donne saudite si muovono contro il divieto di guidare

(12 Ottobre 2013)

PressTv. Attiviste per i diritti delle donne in Arabia Saudita hanno postato su internet foto e video che le ritraevano al volante, una mossa contro il divieto per le donne di guidare nel regno.

Le fotografie e i filmati, che sono apparsi online giovedì, hanno mostrato diverse donne saudite mentre guidano per le strade della capitale, Riyadh.

Un’attivista saudita, parlando in forma anonima, ha detto che la mossa fa parte di una campagna a due livelli contro il divieto di guida per le donne. Nella fase successiva, le donne con patente di guida internazionale guideranno il 26 ottobre.

“Guidare con una patente non dovrebbe essere contro la legge”, ha detto, aggiungendo: “Le autorità, il paese, il modo di pensare della gente è cambiato”.

La campagna è stata lanciata dopo il consiglio consultivo della Shura dell’Arabia Saudita che ha respinto una richiesta congiunta di tre dei suoi membri di sesso femminile per discutere l’abolizione del divieto di guida per le donne.

La decisione del Consiglio è arrivata nonostante le segnalazioni crescenti di donne al volante, sfidando il divieto.

Più avanti, nel mese di ottobre, le attiviste saudite hanno in programma una protesta a livello nazionale contro il divieto.

L’Arabia Saudita è l’unico paese al mondo dove alle donne è vietato guidare. Il divieto medievale non è imposto per legge, ma è una fatwa religiosa imposta dai religiosi wahhabiti del paese. Se le donne si mettono al volante nel regno, possono essere arrestate, comparire in tribunale e anche essere frustate.

I sostenitori del divieto dicono che consentire alle donne di guidare minaccerà la moralità pubblica e le incoraggerà a mescolarsi liberamente in pubblico.

Nel 2011, decine di donne hanno partecipato a una campagna simile, chiamata Women 2 Drive, che hanno sfidato il divieto. Sui social network hanno pubblicato loro foto e video durante la guida.

La polizia ha trattenuto brevemente alcune conducenti; due donne hanno anche affrontato le accuse. Sono state liberate dopo essere state costrette a firmare un impegno a non sfidare nuovamente il divieto.

Traduzione di Edy Meroli per InfoPal

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