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(23 Ottobre 2010) Enzo Apicella
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(Iraq occupato)

Il gulag di Falluja

(17 Dicembre 2004)

Nessuno deve sapere niente del massacro in corso a Falluja. Di ciò che debbono subire i civili.
Gli americani hanno costruito una muraglia di silenzio e omerta’.

Alcune cose pero’ sappiamo.
Che c’e’ stata una piccola Hiroshima.
Che Falluja, visto che gli aggressori continuano a bombardarla (notizia di ieri, 14 dicembre), non e’ stata espugnata (anzi! secondo fonti indipendenti il 60% della citta’ e’ ancora in mano alla Resistenza).

Che dunque, malgrado la schiacciante preponderanza di uomini e mezzi, nonostante la tecnica dello sterminio, migliaia di guerriglieri iracheni resistono e combattono, tenendo testa al più temibile e criminale esercito di tutti i tempi.
Secondo l’I.O.M. (Organizzazione internazionale dei Migranti) 210mila cittadini di Falluja sono stati rinchiusi in campi di concentramento costretti ad indossare indumenti distintivi come fossero galeotti.
Il Pentagono avrebbe deciso di schedarli uno ad uno attraverso test del DNA e tecniche biometriche (retina scans).
I maschi civili sarebbero arruolati a forza in battaglioni militarizzati e, a seconda delle loro attitudini, assegnati in veri e propri reggimenti di lavoro forzato.

Eppure i servili media italiani continuano a bollare i guerriglieri che combattono con armi leggere come “terroristi”, mentre chi sgancia dal cielo bombe da 500 tonnellate viene descritto come “liberatore” ed “esportatore di democrazia”.

Questo è il mondo che propongono gli americani, un mondo rovesciato e allucinato, fondato sul capovolgimento di valori etico-morali universali.
Noi siamo vicini coi cuori e con la mente ai combattenti di Falluja, a cui un giorno la storia riconsegnera’ il titolo che meritano: quello di eroi.

E se la fiaccola Falluja non e’ spenta, la speranza del popolo iracheno e con essa quella dei popoli liberi del mondo continua a vivere.
Gli occupanti sono impaludati.
Sperano di uscire dal pantano con le annunciate elezioni del 30 gennaio.

Politicamente parlando essi si giocano tutto, per questo hanno vitale bisogno che queste elezioni si svolgano, ad ogni costo.
Esse sono l’ultimo alibi per giusitificare i loro crimini.
Essi possono contare su una pletora di collaborazionisti, sul sostegno di praticamente tutti i paesi arabi e dello stesso Iran (che tenta di tenere buoni gli sciiti iracheni e avalla la normalizzazione illudendosi così di saziare gli appetiti americani), sull’appoggio della NATO e degli stessi paesi europei che hano detto no alla guerra ma che stanno dando una mano ad Allawi.

In soccorso a Bush e’ giunta la stessa Chiesa cattolica, che ha recentemente preferito salire sul carro (armato) del momentaneo vincitore.
Ebbene, se le elezioni, come ci auguriamo, saranno un fiasco, la Resistenza del popolo iracheno, che tutta chiama al boicottaggio, dopo avere guastato la festa agli occupanti, avra’ ottenuto una straordinaria vittoria politica.

Che queste elezioni siano una farsa dovrebbe essere chiaro a chi abbia un minimo di onesta’.
Mai era accaduto di svolgere elezioni in un paese in fiamme, con eserciti occupanti che dappertutto sono al contrattacco, con un governo provvisorio messo al potere dagli aggressori, mentre quasi 80mila iracheni sono prigionieri e circa 10mila sono desaparacidos, mentre ogni movimento che dica di sostenere la Resistenza a’ bandito e a tutti gli oppositori, anche disarmati, viene data la caccia e sono vittime degli squadroni della morte pilotati dall’ambasciatore USA Negroponte, mentre decine di migliaia di contractors, ovvero mercenari privati al soldo degli occupanti, scorrazzano per il paese seminando il terrore, mentre i mezzi di informazione sono embedded, ovvero imbavagliati.

Il minimo che possa accadere e’ un colossale broglio elettorale.
Non esistono infatti registri dei cittadini con diritto di voto.
Le liste degli aventi diritto sono compilate partendo dall’anagrafe di chi poteva usufruire ai sussidi sotto l’Iraq di Saddam! A Bagdad si parla gia’ che chi andra’ a votare ricevera’ un compenso in dollari.
Ne l’ONU, ne’ l’Unione Europea ne’ Russia e Cina hanno osato contrastare questa tragica farsa elettorale.
Parliamo anzitutto dell’Europa per la quale il rispetto dei diritti umani si chiede a Cuba o alla Cina ma non all’Iraq di Allawi, che contesta i brogli elettorali in Ucraina, ma si guarda bene dal dire che le elezioni irachene sono la piu’ colossale e tragica pagliacciata degli ultimi decenni.

Boicottare queste elezioni e’ dunque un atto legittimo e sacrosanto, non solo dal punto di vista della Resistenza, dallo stesso punto di vista della democrazia di cui gli occupanti pretondono di essere custodi, mentre sono solo i becchini.

Notiziario del Campo Antimperialista.... 15 DICEMBRE 2004

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