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Il Seminario Nazionale di Progetto Comunista (20-21 luglio 2002)

nota informativa di Marco Ferrando

(27 Luglio 2002)

Il Seminario nazionale di Progetto comunista, tenutosi a Marina di Massa il 20-21 luglio, ha approvato con una larga maggioranza (81 favorevoli, 22 contrari, 4 astenuti) la proposta di sviluppo di Progetto comunista (a partire dalla difesa delle sue basi politiche) in direzione di una Associazione militante, marxista rivoluzionaria, per la rifondazione della Quarta Internazionale.

Il Seminario ha visto un'ampia partecipazione, con una presenza media nelle due giornate di circa 150 compagni e compagne, tra delegati ed invitati, in rappresentanza di un'ottantina di situazioni locali.

La discussione, introdotta da una relazione di Marco Ferrando, ha registrato un ampio confronto (con 51 interventi) sul bilancio, lo stato, le prospettive di Progetto comunista: sia rispetto alla situazione politica italiana e agli indirizzi del PRC, sia in relazione alle prospettive internazionali di una rifondazione comunista rivoluzionaria. Per settembre saremo in grado di fornire una documentazione più ampia di questa discussione, con l'invio della relazione introduttiva e di una sintesi delle conclusioni. Nell'immediato ci pare importante segnalare gli elementi essenziali dell'orientamento emerso.

1) L'intero sviluppo della situazione nazionale e internazionale conferma il giudizio generale delle posizioni politiche e strategiche espresse da Progetto comunista nel V Congresso del PRC, sulla base del mandato e delle risoluzioni del Seminario nazionale di un anno fa.

In particolare, l'acuirsi della crisi capitalistica e la ripresa dei movimenti di classe e di massa (in Europa e in America Latina), sullo sfondo della crisi dei vecchi apparati socialdemocratici e riformisti e dell'emergere di una nuova generazione, pongono più che mai l'esigenza di una nuova direzione politica, marxista rivoluzionaria, dei movimenti stessi quale condizione decisiva di uno sbocco anticapitalistico: in alternativa ai vecchi apparati di controllo e ad ogni illusione "movimentista".

La costruzione del partito comunista rivoluzionario in Italia, prospettiva fondante di Progetto comunista, va assunta dunque come parte integrante e inseparabile del processo di costruzione di una Internazionale comunista rivoluzionaria. Da qui l'adesione al Movimento per la Rifondazione della Quarta Internazionale (di cui fa parte il prestigioso Partido Obrero argentino) che basa la propria azione sulle stesse linee strategiche e programmatiche di Progetto comunista: l'indipendenza politica della classe operaia da ogni forza borghese, la concezione transitoria del programma, la prospettiva del potere dei Consigli, la rivendicazione della prospettiva socialista come prospettiva rivoluzionaria internazionale e, quindi, di un partito internazionale della classe lavoratrice e della sua avanguardia che si batta per quella prospettiva. In altri termini, un Movimento per la Rifondazione della Quarta Internazionale che intende il "trotskismo" non come religione ma come programma ed eredità del marxismo rivoluzionario su cui raggruppare tutti i militanti, le forze, le tendenze del movimento operaio che vogliono riconoscervisi, indipendentemente dalla loro provenienza, esperienza, collocazione.

2) La battaglia nostra nel PRC e le scelte politico-organizzative di Progetto comunista vanno inquadrate e sviluppate in questa prospettiva generale.

Nel PRC la flessione numerica subita nel V Congresso è attribuibile, prevalentemente, al contesto politico diversissimo (esterno e interno) rispetto a quello del IV Congresso (dominato dal bilancio su Prodi). Ma proprio per questo il consenso registrato, ben più difficile e su un terreno strategico, è anche mediamente più impegnativo e convinto, e quindi maggiormente investibile in una prospettiva di sviluppo. Inoltre l'evoluzione politica prevedibile del gruppo dirigente del PRC in vista del 2006 (a partire dall'annunciata convenzione PRC-Ulivo) tenderà a disporre uno scenario più favorevole per il rilancio della nostra battaglia politica nel PRC.

E tuttavia non possiamo limitarci a vivere di battaglie congressuali nel PRC e affidarci all'inevitabile oscillazione delle percentuali di consenso, in una logica da area d'influenza e d'opinione. Se vogliamo ricondurre le nostre battaglie nel PRC (anche congressuali) alla prospettiva centrale della rifondazione comunista rivoluzionaria, nazionale e internazionale, dobbiamo costruire questo legame e non solo dichiararlo. Da qui la scelta di Progetto comunista di costruire e radicare una propria organizzazione militante: che da un lato possa lavorare al consolidamento dei consensi ottenuti evitando la loro dispersione; e dall'altro (e principalmente) possa impegnarsi realmente nella formazione dei quadri, nella promozione e allargamento del dibattito interno approntando i necessari strumenti, nel coordinamento dell'intervento di massa dei compagni di Progetto nei diversi settori, nello sviluppo della più ampia partecipazione dei compagni allo stesso confronto internazionale. Tutte esigenze e funzioni inseparabili dal salto politico e organizzativo proposto.

Peraltro solo lo sviluppo di un'organizzazione militante può consentirci di padroneggiare in prospettiva scelte politiche impegnative sul terreno della costruzione del partito rivoluzionario, connesse al possibile ritorno del PRC al governo a braccetto con l'Ulivo per la prossima legislatura.

3) Nell'assumere questo orientamento, il Seminario non ha inteso produrre alcun elemento di rottura con la più generale area congressuale di Progetto comunista: che anzi dovrà continuare la propria battaglia comune nel partito e preservare il proprio raccordo unitario sulla base delle rappresentanze elette nel congresso ai vari livelli.

Al tempo stesso, fermo restando questo raccordo unitario e la libera scelta di ciascun compagno, l'assemblea nazionale dei delegati ha fatto appello a tutti i compagni e le compagne che si riconoscono nelle linee generali delle posizioni congressuali espresse, e che sono disponibili a un impegno militante su questo terreno, a unire le proprie forze in una comune associazione e a costruirla insieme: lungo un percorso costituente che inizierà a settembre e si concluderà nel gennaio 2003 con la Conferenza costitutiva dell'Associazione medesima. Un percorso aperto a tutti i compagni e le compagne che vorranno aderirvi e che vorranno portarvi il proprio libero contributo di idee e di proposte.


A questa proposta generale si è contrapposta principalmente la delegazione dei compagni di Napoli, sia nel corso della discussione, sia nella dichiarazione di voto conclusiva (che alleghiamo). Ciò sulla base di posizioni e proposte radicalmente divergenti:

a) un giudizio profondamente negativo sui documenti congressuali presentati da Progetto comunista, considerati letteralmente "uguali ai documenti della maggioranza dirigente del PRC" (così Anna Ceprano nel suo intervento) e "da rivedere sulle questioni fondamentali" (Luigi Izzo);

b) una proposta di ritorno di Progetto comunista alle "origini del 1997" con riferimento alla Carta statutaria confederativa allora ipotizzata, considerata garanzia del "pluralismo";

c) una contestazione della stessa legittimità decisionale del Seminario nazionale attorno alla proposta avanzata dalla presidenza dell'assemblea, in quanto -si è detto, "assemblea di Proposta e non di Progetto".

Queste critiche e controproposte (ovviamente legittime al di là del merito ma accompagnate a volte da toni e atteggiamenti poco rispettosi nei confronti dell'Assemblea) sono state sostenute, con accenti e argomenti diversi, dai delegati facenti riferimento all'organizzazione politica "Oltre" (che già si erano legittimamente espressi contro le linee approvate dal Seminario di un anno fa attorno al tema della rifondazione internazionale) e da una parte dei delegati di Parma (che già si erano opposti in sede di Congresso ad ogni riferimento alla "rottura con lo stalinismo").

L'assemblea ha respinto nettamente le obiezioni e gli argomenti sollevati, attenendosi al solo terreno politico della discussione.

In primo luogo l'assemblea ha difeso le posizioni generali espresse da Progetto comunista in sede di V Congresso (frutto in realtà di un percorso comune di anni) dalle critiche liquidatorie loro rivolte in particolare dai compagni di Napoli. Critiche che segnalano un'improvvisa e rapidissima evoluzione politica di questi compagni da posizioni "emendative" su singoli aspetti ad una posizione di rigetto totale, che arriva a respingere persino la tesi sull'attualità della rifondazione dell'Internazionale comunista rivoluzionaria che Progetto comunista sostiene da anni e che i compagni stessi avevano sempre appoggiato sino alle conclusioni della Conferenza nazionale dei Giovani Comunisti (svoltasi quindici giorni fa); tesi a cui oggi contrappongono l'idea -da sempre contrastata dai marxisti- che l'Internazionale possa essere costruita solo in una futura tappa successiva alla costruzione di partiti nazionali.

In secondo luogo la proposta "confederativa" avanzata da questi compagni è stata giudicata doppiamente sbagliata: innanzitutto perché azzererebbe l'intero percorso di Progetto comunista di cinque anni in nome di una soluzione che già si rivelò fallimentare cinque anni fa; ma soprattutto perché si configurerebbe come ricerca di un equilibrio di gruppi (intergruppi) all'interno dell'area, ognuno a difesa della propria "autonomia" locale e tutti aggrappati al "minimo comun denominatore" con un effetto politico paralizzante, a scapito della vera democrazia politica e decisionale di Progetto comunista come soggetto politico nazionale. Peraltro, non a caso, la proposta confederativa avanzata si basa, come s'è visto, sul rigetto politico dei testi congressuali, quindi della stessa identità politica di Progetto comunista.

In terzo luogo è risultata davvero paradossale la pretesa dell'illegittimità decisionale dell'assemblea e l'invocazione del fantasma di Proposta. Una assemblea di delegati è per definizione una libera istanza decisionale dell'area programmatica e ha il diritto elementare di decidere del proprio futuro. Quanto a Proposta è ben lieta di sciogliersi in una nuova e più ampia Associazione militante, non nutrendo alcun conservatorismo organizzativo di se stessa. Paradossale è che singoli gruppi locali o organizzazioni politiche ("Oltre"), per la legittima volontà di conservare la propria organizzazione o "autonomia" contestino ad un'assemblea di delegati di Progetto comunista di decidere sul futuro di Progetto comunista. Di fatto la cosiddetta difesa del pluralismo non ha nulla a che vedere con la naturale libertà di confronto, posizioni, divergenze entro una comune cornice strategica e una struttura democratica unitaria: ma contrappone alla democrazia decisionale di tutti la difesa del proprio spazio di gruppo, il suo diritto di veto.


In ogni caso, questo confronto di posizioni non solo non ha impedito lo sbocco democratico della discussione, ma ha favorito una chiarificazione politica reale e una più convinta determinazione della larga maggioranza dei compagni presenti attorno alla proposta politica avanzata. In particolare la difesa delle posizioni strategiche generali di Progetto comunista e del difficile lavoro insieme compiuto in questi anni (non certo esente da limiti e insufficienze) è stata assunta come leva di una nuova stagione. E la proposta di una nuova e più ampia Associazione militante, rispettosa delle libere scelte di ciascun compagno e dell'unità dell'area congressuale di Progetto comunista, è stata letta per quello che è: la valorizzazione e lo sviluppo in avanti dell'esperienza di Progetto comunista e delle sue posizioni.

Il Seminario si è concluso in un'atmosfera di grande combattività e determinazione.

I saluti pervenuti da parte dei compagni del PO argentino con un loro comunicato di augurio e solidarietà sono stati accolti da un'ovazione: a conferma del salto di sensibilità e impegno militante di Progetto comunista sul decisivo terreno di lavoro internazionale.

A settembre inizierà il percorso costitutivo dell'Associazione, secondo le modalità di discussione interna che saranno definite dal Coordinamento provvisorio designato (v. l'odg operativo approvato ad integrazione dell'odg politico), e con la presentazione pubblica in ogni realtà della nuova prospettiva e delle sue ragioni. Per tutti si aprirà, nel vivo dello scontro sociale e politico d'autunno, una nuova fase di impegno e di lavoro per lo sviluppo del marxismo rivoluzionario.

Una ragione in più per augurare a tutti i compagni e le compagne le migliori vacanze... ricostituenti.

saluti comunisti,

Marco Ferrando

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