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Per i tre operai della Fiat

Per i tre operai della Fiat

(25 Agosto 2010) Enzo Apicella
Melfi. La Fiat licenzia tre operai, il giudice del lavoro li reintegra, la Fiat li invita a rimanere a casa!

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    SABATO 23 NOVEMBRE CORTEO A BOLOGNA A FIANCO DEI LAVORATORI DELLA LOGISTICA

    (21 Novembre 2013)

    L'attacco padronale nel settore della logistica nazionale si sta inasprendo.
    La crisi che sta progressivamente investendo un comparto che, nell'attuale contesto economico italiano, ha comunque garantito (e continua ad assicurare) ampi margini di profitto a tutti gli operatori (committenti e appaltatori, cooperative in primis) viene utilizzata per cercare di limitare l'insorgenza operaia che da più di cinque anni è riuscita a mettere in discussione rapporti di forza ritenuti immodificabili riappropiandosi di ampie quote di salario sottratto.
    Allo sfruttamento e alla pressoché completa assenza di diritti e tutele, reale fonte di tali profitti, l'organizzazione operaia dei facchini, maturata in termini di incisività ed estensione, ha opposto con determinazione l'unità di classe riuscendo a superare l'ambito rivendicativo vertenziale e tratteggiando così, unitamente alle realtà politiche che negli anni si sono unite a questo importante settore di classe, un movimento politico sindacale esemplare per un potenziale allargamento del conflitto di classe.
    Queste le ragioni, unite alla necessità di ristrutturarsi per affrontare la serrata concorrenza delle altre centrali, che ha condotto la TNT ha elaborare un piano di “snellimento” che nelle intenzioni comporterà l'espulsione di centinaia di lavoratori iscritti al S.I. Cobas, sindacato che sin dall'inizio ha organizzato le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici.
    Nel contempo ai cancelli della Granarolo di Bologna sono ripresi i blocchi e gli scioperi dei lavoratori che, stante la condotta padronale di sostanziale sconfessione degli accordi presi per la ricollocazione dei lavoratori ingiustamente licenziati nel mese di aprile, continuano la lotta per i propri diritti senza farsi intimidire dalle minacce del Questore di Bologna che ha annunciato la notifica di 179 denunce per gli scioperi della primavera scorsa.
    Ma questi non sono che due esempi di un'offensiva di classe che si declina in una serie continua si licenziamenti politici, sospensioni arbitrarie e denunce di magistratura e forze dell'ordine.
    La risposta alla scontata repressione e riorganizzazione padronale che i/le lavoratori/trici e il movimento di sostegno alle lotte devono dare non può che essere politica.
    Riteniamo infatti che vi siano le condizioni perché questo attacco possa essere volto a elemento positivo per lo sviluppo della lotta di classe ove si innesti un percorso virtuoso che sappia aprire al confronto dialettico e alla messa in relazione di tutti quei settori oggi in lotta in un'ottica di ricomposizione sociale e di classe per un allargamento del fronte di lotta.
    Con queste motivazioni saremo in piazza con uno striscione che riporta queste parole
    d'ordine “CONTRO SFRUTTAMENTO E PRECARIETA'. LA REPRESSIONE NON FERMA LE LOTTE”

    Le compagne e i compagni del C.S.A. Vittoria


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    DI SOTTO RIPORTIAMO IL COMUNICATO DEL SI COBAS SUGLI ULTIMI FATTI AVVENUTI ALLA GRANAROLO

    Comunicato: sui fatti della Granarolo


    Un’accordo patacca quello che a luglio la Granarolo e tutte le sue appendici aziendali hanno sottoscritto a luglio in Prefettura di Bologna sui 51 operai licenziati della Granarolo.
    In esso si sosteneva che entro il 31 ottobre 23 lavoratori sarebbero stati ricollocati in più aziende e in quella data ci si doveva trovare per discutere del collocamento dei restanti 28 lavoratori (tutti immigrati); intanto nell’attesa di una collocazione degli esclusi si applicava la cassa integrazione in deroga.
    Ad oggi, solo 9 lavoratori sono stati ricollocati in azienda e per gli altri vige la cassa integrazione che tra l’altro non è stata ancora erogata.
    I 42 lavoratori, in sostanza sono senza stipendio e non hanno il minimo sostentamento per vivere e far vivere la loro famiglia e il Questore li minaccia, se non stanno zitti e protestano, hanno 179 denunce, che, secondo lui, saranno tramutate in espulsione dal territorio italiano.
    Una “bufala” che secondo il questurino dovrebbe scoraggiare gli operai ad intraprendere forme di lotta per rientrare in azienda e che invece è stata letta come una provocazione e come tale rimandata al mittente, nella misura che dai primi giorni del mese i proletari per più giorni si sono recati davanti ai cancelli delle aziende di lor signori perché sanno che solo la lotta li può far rientrare sul posto di lavoro.
    Intanto il Prefetto, che poco ha fatto perché non si attuasse questa politica truffaldina dei signori della Lega Delle Cooperative, se n’è andato in pensione, mentre i 42 operai immigrati soffrono con le loro famiglie la fame.
    La determinazione di questi 42 sfruttati, la solidarietà dei loro compagni delle altre cooperative, quella dei tanti soggetti che soffrono gli effetti del sistema e la sua tremenda crisi non solo si è rafforzata nella partecipazione davanti ai cancelli, ma si è estesa alla scuola, all’occupazione delle case, e si è allargata oltre il territorio bolognese.
    Sabato 23 novembre 2013 ci sarà una grande manifestazione a Bologna
    partenza alle ore 15,00 da Piazza Maggiore:
    è un’onda lunga che ha all’ordine del giorno non solo il rientro dei lavoratori della Granarolo nelle aziende, ma l’estensione di un movimento degli sfruttati e di tutti coloro che nella lotta si rendono protagonisti di un percorso di resistenza alle politiche borghesi, per un fronte unico degli sfruttati contro questo sistema in putrefazione e gli orpelli politici e sindacali loro complici e sostenitori.
    Milano 20/11/2013
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    PER LA MANIFESTAZIONE DI BOLOGNA STIAMO ORGANIZZANDO DEI PULLMAN,
    PER PARTECIPARE DA MILANO, via mail: news@sicobas.org
    partenza alle 12 di sabato 23, rientro da Bologna attorno alle 19
    PRENOTA PRIMA CHE FINISCANO I POSTI!

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    Sostieni i licenziati politici! Resistere al padrone costa!
    I licenziati politici costretti ad abbandonate la lotta perché privi di un salario, sono un punto a favore del padrone e dello sfruttamento, non permetterlo.
    SOTTOSCRIVI ALLA CASSA DI RESISTENZA

    I versamenti possono essere effettuati, indicando la causale:
    “cassa di resistenza”:
    • con bollettini postali sul ccp nr. 3046206
    • con bonifici sul c/c IBAN IT13N0760101600000003046206
    • con vaglia postale
    tutti intestati a: Sindacato Intercategoriale Cobas, Via Marco Aurelio 31, 20127 Milano

    CSA VITTORIA - MILANO

    Fonte

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