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Fiat: lacrime e sangue

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(14 Agosto 2010) Enzo Apicella

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LE REAZIONI DELLA CITTADINANZA ALLO SCIOPERO DEI TRASPORTI A GENOVA: NE’ SOLIDARIETA’, NE’ PROTESTE MA DISCREDITO PER GLI AMMINISTRATORI PUBBLICI ED I “POLITICI”.

(21 Novembre 2013)

Tanta acqua è passata sotto i ponti da quando i “politici” erano i carcerati come oppositori del fascismo. Erano “politici” Gramsci e Pertini, Terracini e Camilla Ravera, Amendola e “Drin” Aglietto, sindaco della Liberazione di Savona.
Una grande città come Genova è bloccata da tre giorni dallo sciopero del trasporto pubblico: la lotta dei lavoratori dell’AMT, uniti a quelle delle altre partecipate dal Comune coma ASTER e AMIU, dura da tre giorni dimostrando una compattezza straordinaria.
L’obiettivo è quello di bloccare il piano di privatizzazioni approntato dalla giunta di centrosinistra guidata dal Sindaco Doria (vicino a SeL), ma in quest’occasione non è il caso di soffermarci sul merito della questione quanto di segnalare quello che può essere considerato un segnale di novità nelle reazioni della cittadinanza.
Genova è Città di grandi lotte operaie che qui hanno fatto la storia: dalla resa dei tedeschi, il 24 aprile 1945, resa nelle mani di un operaio, Remo Scappini, al luglio’60 quando da qui si diede il via alle manifestazioni che portarono alla caduta del governo Tambroni, appoggiato dal MSI.
Questo soltanto per ricordare come esista una tradizione che permette a una larga parte della popolazione di essere solidale, anzi partecipe, di scioperi e di manifestazioni di protesta che vengono dal mondo del lavoro.
Egualmente, in occasione di uno sciopero così prolungato del servizio di trasporto pubblico, è logico attendersi proteste magari anche di sapore un po’ qualunquistico, da parte dei soliti perbenisti che si vedono intralciato nelle loro minuscole attività quotidiane.
Ascoltando i discorsi che si fanno in giro e quindi ragionando in presa diretta e non in astratto nessuno di questi due elementi, quello della solidarietà e quello della protesta paiono essere maggioritari nell’insieme dell’opinione pubblica genovese.
Prevale, invece, un giudizio di vero e proprio discredito nei confronti degli amministratori pubblici, dei politici di oggi e di ieri ai quali è attribuita la responsabilità di una situazione di deficit economico enorme e di un servizio assolutamente carente.
Soprattutto l’opinione pubblica desidererebbe conoscere le cause vere di un crack di tali dimensioni.
Le colpe sono attribuite alla “politica” considerata sprecona e clientelare (sotto quest’aspetto comunque il bersaglio spesso viene centrato) e complessivamente verso gli amministratori pubblici, di oggi e di ieri, sale una forte nota di discredito che fa mettere in secondo piano le ragioni dello sciopero e quelle della protesta verso il disservizio.
Emergono fenomeni di generalizzazione e di valutazioni anche inadeguate: pur tuttavia non è possibile identificare questo fenomeno con la cosiddetta antipolitica.
Non a caso uno dei cortei dei lavoratori si è diretto, proprio oggi, verso la sede del Partito Democratico considerato, ormai, un vero e proprio “partito di regime”: alla faccia di chi si culla ancora in illusioni di impossibili alleanze e costruzione di schieramenti.
Quella che sale da larghi settori sociali, non è neppure, a onor del vero, la richiesta di una diversa politica, ritenuta dai più impossibile tenuto conto anche delle pessime prove fornite dalla sinistra alternativa ogni qual volta suoi esponenti sono stati chiamati a far parte del governo delle Città.
Si tratta di un fenomeno tutto sommato nuovo sul quale indagare anche per capire davvero da che punta possa ricominciare l’idea di un’espressione politica fondata sulla soggettività collettiva.
Per adesso, almeno nel giudizio prevalente della cittadinanza genovese, “tutte le vacche sono nere”.

Franco Astengo

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