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(9 Aprile 2013) Enzo Apicella

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(Capitale e lavoro)

Contro la privatizzazione di Fincantieri,
c'è stato un primo sciopero operaio ad Ancona il 14 novembre.
A quando un'iniziativa di lotta unitaria di tutti i cantieri,
rivolta all'intera classe lavoratrice?

(22 Novembre 2013)

Volantino distribuito l'altroieri alla Fincantieri di Marghera

Lavoratori/trici,
8 giorni fa il padrone-Fincantieri ha fatto il primo passo verso la privatizzazione emettendo obbligazioni a 5 anni per 300 milioni di euro. E' stato "un debutto con il botto", scrive il giornale di Confindustria, perché sono fioccati ordini di acquisto per 2 miliardi di euro. Il botto per chi? Per la direzione Fincantieri, non c'è dubbio, e per i sottoscrittori dei bond che hanno acquistato, con essi, il diritto di intascare parte dei profitti che producono gli operai e i lavoratori dei cantieri, dipendenti diretti e lavoratori degli appalti. Si tratta, per lo più, di grandi gruppi bancari: Imi, Bnp Paribas, Credit Suisse, UniCredit, Deutsche Bank, Hsbc, Jp Morgan, Mediobanca, a cui si sono aggiunti fondi monetari di tutto il mondo e ricchi investitori italiani. Il primo commento di Bono, compiaciuto, è stato: "ora c'è molto lavoro da fare per aumentare la redditività del nostro gruppo".
Ecco, infatti, cosa comporteranno l'ingresso in borsa e la privatizzazione di Fincantieri, voluti insieme dal governo Letta-Berlusconi e dal padrone-Fincantieri: pressioni, ricatti, controlli intensificati sugli operai e anche sugli impiegati dei cantieri perché il loro lavoro sia più produttivo di profitti di oggi. In breve: lavorare di più e, come accade con il 6x6, ricevere meno salario. E a pretendere questo risultato, "maledetto e subito", ci sarà d'ora in poi, se non bastassero gli sfruttatori di "casa nostra", tutta la gang dei vampiri globali del lavoro, per i quali da tre-quattro decenni, in tutto il mondo, privatizzare significa sempre e in primo luogo tagliare posti di lavoro, l-i-c-e-n-z-i-a-r-e.
L'hanno inteso bene gli operai del cantiere di Ancora che sono scesi in sciopero mercoledì scorso bloccando lo stabilimento per cinque ore, e denunciando che il cammino intrapreso dall'azienda significa "condannare i cantieri alla chiusura". Anche la FIOM nazionale ha dichiarato in un comunicato il suo "No alla svendita del gruppo Fincantieri", ma lo ha fatto in una logica che mette al centro non gli interessi e i bisogni dei lavoratori, bensì gli interessi dell'"economia nazionale" e degli apparati bellici nazionali (con la proposta di rinnovare il parco-mezzi della marina militare...). Per non parlare di CISL e UIL già da anni favorevoli alle privatizzazioni con argomenti presi pari pari dai promoter finanziari...
Tutt'altra è la via da battere: aprire immediatamente una discussione di massa nel cantiere e con gli altri cantieri, tra i dipendenti Fincantieri e i lavoratori delle ditte di appalto, che saranno anche loro colpiti dalla intensificazione del lavoro e dalla compressione dei costi di produzione, per preparare la ripresa della lotta.


NO ALLA PROSECUZIONE E ALL'ALLARGAMENTO DEL 6x6!
NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DI FINCANTIERI!
COSTITUIAMO UN VERO COORDINAMENTO OPERAIO TRA TUTTI I CANTIERI!
RIVOLGENDOCI ALL'INTERA CLASSE LAVORATRICE, LAVORIAMO A DARE VITA AD UN FRONTE UNICO PROLETARIO DI LOTTA CONTRO I PADRONI E IL GOVERNO.


Marghera, 20 novembre 2013

Comitato di sostegno ai lavoratori Fincantieri - Marghera

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