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Si apre una finestra sui metodi della polizia italiana

(14 Maggio 2010) Enzo Apicella
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Libertà per il compagno Bahar, contro la repressione non si tace!

(23 Novembre 2013)

Ieri, venerdì 22 novembre, si sarebbe dovuta tenere un'iniziativa nell'aula studio Galilei con il compagno belga-turco Bahar Kimyongur sulla situazione in Medio Oriente e, nello specifico, sul ruolo della Turchia del fascista Erdogan.

Abbiamo deciso di mantenere l'iniziativa con l'obiettivo di costruire e rilanciare la solidarietà nei confronti del compagno, che ricordiamo essere stato arrestato appena arrivato in Italia giovedì 21 novembre ed è attualmente detenuto nel carcere di Bergamo.

L'Università di Padova, da sempre ligia ai diktat di questori e prefetti, ha pensato bene di chiudere dalla mattina l'aula studio, motivando la scelta con “urgenti attività di manutenzione”. Se da un lato è palese il tentativo di fermare l'espressione della solidarietà, dall'altro è da sottolineare l'indifferenza nei confronti del bisogno degli studenti di aver accesso a luoghi in cui poter studiare; luoghi che di per sé già scarseggiano a Padova.

Se l'obiettivo era metterci sotto silenzio si sono sbagliati di grosso: dopo esserci recati di fronte l’aula studio, dove cinque compagni sono stati prontamente identificati dalla polizia, una trentina di persone, tra compagni e solidali, si è riversata sotto la Prefettura di Padova organizzando un presidio con numerosi slogan e interventi, aprendo uno striscione che recitava la frase “LO STATO ITALIANO SEQUESTRA GLI OPPOSITORI AL FASCISMO TURCO-LIBERTA’ PER BAHAR!”. Successivamente si sono percorse in corteo alcune vie del centro storico continuando a denunciare il sequestro del compagno, il tentativo di fermare l'iniziativa e rilanciando la solidarietà e la lotta antimperialista.

Nessuna repressione riuscirà a imbavagliare la solidarietà internazionalista! Rilanciamo la mobilitazione per ottenere la liberazione immediata del compagno Bahar.



Padova, 23-11-2013

Collettivo Politico Gramigna

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