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(14 Novembre 2010) Enzo Apicella

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LA NOSTRA POSIZIONE RISPETTO A ROSS@ IN ESITO AL SEMINARIO NAZIONALE DEL 24 NOVEMBRE

(25 Novembre 2013)

Il dibattito emerso al seminario nazionale di ROSS@, molto narrante, non coglie l'obiettivo di fondo che una analisi, seppur condivisa, meriterebbe:
quello dell'esigenza di soggettività politica di opposizione e di alternativa che emerge dalle condizioni in cui si trova la sinistra italiana


Insistere sulla forma associativa si rivela efficace soltanto per mantenere uno status quo delle varie identità che sin qui, per buona parte, coincidono con i proponenti di ROSS@, al fine di tenere unite identità individuali, forse collettive, nell'espressione di un linguaggio riconosciuto.
Ma l'elenco delle tematiche (sul piano non solo del richiamo teorico ma e soprattutto dell'azione politica: si pensi alle elezioni ...) che è stato affrontato richiede necessariamente una coesione su di un progetto politico che una forma associativa non può avere, prima di tutto sul piano dell'autorevolezza e, non secondario, su quello dell'autonomia.
L'associazione per gruppi rischia di essere subalterna -nel migliore dei casi, e congelata quale effetto di residualità del tutto inefficaci
Questo, a cascata, non può che influire sul piano organizzativo così come su quello più generale delle risorse.
A questo punto riteniamo necessario proporre ad un più ampio dibattito il documento illustrato nel corso del seminario: '' ROSS@, LE RAGIONI DI UN MOVIMENTO PER UN SOGGETTO POLITICO''



ROSS@: UN IMPEGNO DIRETTO PER LA COSTRUZIONE DI UN SOGGETTO POLITICO COMUNISTA, ANTICAPITALISTA, DI OPPOSIZIONE PER L’ALTERNATIVA di Patrizia Turchi e Franco Astengo
Il vuoto esistente a sinistra nel sistema politico italiano deve essere urgentemente colmato, senza esitazioni o riserve rispetto a un esistente complessivamente al di sotto di ciò che richiede la realtà dello scontro politico e sociale in atto.
Non è il caso, in questa sede, rievocare il quadro di sconfitte ed errori che hanno segnato il cammino di quella che è stata la cosiddetta “sinistra radicale” nel corso di questi anni.
Ross@ deve rappresentare il punto di riferimento per la costruzione, in tempi rapidi, di una situazione completamente diversa, promuovendo efficaci meccanismi di partecipazione e di aggregazione e fornendo loro una forma politica strutturata da realizzarsi attraverso un adeguato percorso politico – organizzativo.
In particolare debbono essere considerati i seguenti punti di riflessione e valutazione, attraverso un dibattito collettivo da realizzarsi sia a livello periferico, sia in sede centrale:
1) All’interno di un quadro europeo molto chiaro e per nulla complesso dal punto di vista degli orientamenti di fondo dei suoi ceti dominanti si è ormai installato in Italia un blocco di potere che, esercita, proprio per conto di questi poteri dominanti una funzione di “reggenza”. L’espressione politica di questo blocco di potere è rappresentato dal “governo delle larghe intese”, frutto di una lunga stagione di finto bipolarismo in conclusione della quale si registrano fenomeni d’impoverimento di massa, arretramento nell’esercizio di diritti fondamentali, evidenti fenomeni di repressione del dissenso, caduta del tasso di democraticità del sistema politico esplicitata dalla modifica alla Costituzione Repubblicana con l’inserimento dell’obbligatorietà del pareggio di bilancio e il tentativo in corso di suffragare anche legislativamente quel presidenzialismo autoritario già operante da tempo, in particolare fin dal primo settennato di Giorgio Napolitano;
2) Il PD, a livello centrale e periferico (come ben dimostrano anche gli episodi legati alla “questione morale” dalla Lombardia all’Umbria) è ormai parte organica di questo blocco di potere. Chi pensa di poterne spostare l’asse, come ad esempio i promotori della manifestazione dello scorso 12 Ottobre sulla Costituzione, finisce con lo illudersi miseramente; così come interni alla logica del regime appaiono le opposizioni parlamentari di SeL e M5S;
3) Appare egualmente illusorio pensare di scuotere il regime attraverso l’opera di movimenti, sacrosanti nelle loro motivazioni, ma non soltanto scollegati tra di loro ma privi completamente della presenza di un adeguato riferimento politico. L’assenza di un adeguato riferimento politico lascia, inoltre, facile spazio alla repressione poliziesca, elemento non secondario questo della complessiva svolta autoritaria che si sta costruendo nel Paese da parte dei settori politici dominanti. Tanto per fare un esempio storico: Luglio ’60 si verificò perché PCI e CGIL, alla fine pur con qualche esitazione, seguirono l’ANPI nell’indicazione di una forte e immediata espressione di antifascismo di massa, ben esplicitata nel comizio di Pertini a Piazza della Vittoria;
4) L’intreccio tra opposizione politica e opposizione sociale appare l’unica strada percorribile dal nostro punto di vista. L’opposizione politica però va costruita da una nuova soggettività comunista e di opposizione per l’alternativa che in questo momento manca nel panorama del sistema politico italiano;
5) I gruppi dirigenti degli attuali partiti e movimenti politici appartenenti alla cosiddetta (molto cosiddetta) sinistra radicale portano, al riguardo di questo stato di cose pesanti responsabilità, non soltanto sul piano elettorale (due fallimenti storici: Arcobaleno e Rivoluzione Civile, che non hanno portato ad alcun livello apprezzabile di riflessione critica). Soprattutto, però queste responsabilità risiedono nell’aver completamente dismesso i termini di una possibile elaborazione politico- culturale posta in relazione agli evidenti fenomeni d’innovazione presenti nel panorama internazionale, nello spostamento degli assi di riferimento a quel livello, nella mancata ricerca sul terreno della presenza dei comunisti e della sinistra alternativa in quell’indispensabile proiezione internazionalista, ormai completamente dimenticata. Da un lato i gruppi dirigenti della cosiddetta (molto cosiddetta) sinistra radicale si sono rifugiati nei vecchi modelli del “comunismo russo” mentre dall’altra si sono adagiati nei tre fenomeni che hanno distrutto Rifondazione Comunista: la personalizzazione, il movimentismo (a partire dal G8 di Genova), il governativismo (da Prodi 2006 alle varie giunte regionali, provinciali, comunali);
6) Ai militanti dei residui soggetti di sinistra presenti nel sistema politico italiano e a tutti gli altri protagonisti dei movimenti oppure delusi dalle precedenti appartenenze ma in particolari ai giovani va affermato che non bisogna avere “paura della politica” va portata subito la proposta della formazione di un nuovo soggetto comunista, di opposizione per l’alternativa chiamato a reggere l’urto della qualità delle contraddizioni in atto sul piano sociale ed economico all’interno di un quadro di regime. Il recupero, per quanto possibile, di una presenza a livello parlamentare dovrà rappresentare un obiettivo, sicuramente non esaustivo ma del tutto ineludibile pena la condanna a una minorità senza sbocchi;
7) Deve essere messo in moto il meccanismo organizzativo in tempi molto brevi. Si organizzino assemblee aperte di cui Ross@ si assuma il primo livello di onere organizzativo nella dimensione regionale con all’ordine del giorno l’elezione di un certo numero di delegati . I delegati eletti si mettano al lavoro all’interno di una vera e propria Assemblea Costituente che nel giro di 3-4 mesi licenzi un documento programmatico, una proposta di modello organizzativo, una proposta di statuto. Questi documenti dovrebbero ritornare alle assemblee locli che dovrebbero avere il compito di discuterli e di eleggere i delegati per il Congresso Nazionale da convocarsi entro pochi mesi.
8) Questo processo, per partire, ha bisogno che si costtuisca “Ross@, movimento per un soggetto politico”, al quale si potrà aderire in via preliminare allo scopo di partecipare a pieno titolo alla fase costituente. Il gruppo organizzatore centrale ,che Ross@ può fornire da subito, e che deve svolgere esclusivamente funzioni di coordinamento, con l’elaborazione di un calendario e la ricerca delle sedi nelle quali svolgere le riunioni. Dopo di che tutti gli elementi ordinativi del dibattito debbono passare attraverso una forma di che intrecci verticalità e orizzontalizzazione sul modello del “partito consiliare”.
L’Assemblea Nazionale prevista per il prossimo 14 Dicembre sarà chiamata a definire e a suffragare questo percorso, nominando anche il gruppo di coordinamento provvisorio che, preso contatto con le diverse realtà regionali, provvederà all’avvio dell’effettiva fase costituente.
Savona, li 18 Novembre 2013

Patrizia Turchi e Franco Astengo

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