">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni    (Visualizza la Mappa del sito )

Aiuto!

Aiuto!

(2 Maggio 2012) Enzo Apicella
A Torino contestato Piero Fassino al corteo del primo maggio. La polizia interviene con una carica pesante e immotivata.

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

  • Domenica 21 aprile festa di Primavera a Mola
    Nel pomeriggio Assemblea di Legambiente Arcipelago Toscano
    (18 Aprile 2024)
  • costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

    SITI WEB
    (Storie di ordinaria repressione)

    • Senza Censura
      antimperialismo, repressione, controrivoluzione, lotta di classe, ristrutturazione, controllo

    LIBERTA' PER BAHAR KIMYONGUR

    (28 Novembre 2013)

    LUNEDI' DUE DICEMBRE ORE 11.00, PRESENZA SOLIDALE ALL'UDIENZA PER LA REVOCA DELLA CARCERAZIONE DI BAHAR, PRESSO IL TRIBUNALE DI BRESCIA VIA LATTANZIO GAMBARA 40

    Giovedì 21 novembre scorso, la Digos di Bergamo ha arrestato il compagno Bahar Kimyongur, di origini turche ma da anni abitante in Belgio, in base ad una richiesta di estradizione da parte della Turchia. Bahar era appena arrivato all'aeroporto Bergamo, proveniente da Bruxelles: il motivo della sua venuta in Italia era partecipare a due incontri pubblici sulla situazione in Medio Oriente, da tenersi il primo a Monza, presso il F.O.A. Boccaccio e il giorno successivo a Padova, in un'aula dell'università.

    Bahar Kimyongur è un militante antimperialista, da molto tempo attivo nella solidarietà con i prigionieri politici in Turchia e nell'opposizione alle politiche del regime turco, soprattutto rispetto alla repressione sul fronte interno e all'espansionismo sul fronte esterno, nell'area mediorientale. Attualmente animava il Comitato contro l'ingerenza in Siria, rendendosi protagonista della lotta contro la guerra imperialista, condotta per procura – armando i cosiddetti “ribelli” - e direttamente dalle potenze della Nato, Turchia in primis, da Israele e dai regimi arabi reazionari (Arabia Saudita, Qatar, Giordania...).

    Per questa sua militanza è già stato incarcerato in Olanda, Belgio – dove è stato processato e infine assolto in quanto gli era stata attribuita l'appartenenza al gruppo comunista turco Partito - Fronte di Liberazione del Popolo Rivoluzionario (DHKC-P) e, quest'estate, in Spagna, ove si trovava in vacanza con la famiglia, sempre per l'estradizione richiesta dalla Turchia.

    Non ci stupisce per nulla che oggi si ritrovi incarcerato dallo stato italiano. Nonostante i vari governi che si succedono facciano a gara nell'ipocrisia pacifinta, l'Italia è un paese imperialista, quello con le truppe schierate nel maggior numero di fronti di guerra, facente parte degli aggressori della Siria, portaerei della Nato in Mediterraneo e alleato strategico di Israele, come sarà ribadito con i nuovi accordi che Letta e Netanyahu firmeranno il 30 novembre.

    L'Italia è anche uno dei maggiori partner economici della Turchia, il quarto a livello commerciale, con un migliaio di imprese presenti sul suolo turco. È il paese che ha consegnato Ocalan ai boia turchi. Quando la polizia di Erdogan, a giugno, massacrava le masse popolari che manifestavano a Piazza Taskim, la ministra degli esteri del governo di larghe intese – la presunta eroina dei “diritti umani” Emma Bonino - commentava “questa non è una primavera”.

    D'altronde, sia Letta o chi per lui al governo italiano, sia Erdogan, fanno in sostanza le stesse cose, sopratutto in tempi di crisi del capitalismo: guerra imperialista sul fronte esterno e guerra contro i lavoratori, i proletari e le masse popolari sul fronte interno, con sfruttamento, saccheggio sociale, grandi opere devastanti e sopratutto polizia e carcere contro chi lotta.

    Stare con Bahar significa stare dalla nostra parte, di sfruttati, di oppressi, di nemici delle guerre imperialiste, della repressione e del carcere dei padroni. Significa sollevarsi contro i boia imperialisti italiani che infiocchettano il dono di un compagno incarcerato ai loro corrispondenti boia turchi. Significa affermare che la solidarietà è un'arma e che lottando possiamo conquistarci un mondo ben diverso, lo stesso per il quale Bahar sta dando battaglia e per il quale sta pagando con il carcere.


    CON BAHAR KIMYONGUR

    CONTRO LE GUERRE E LA REPRESSIONE DELL'IMPERIALISMO!

    MOBILITARSI CON OGNI MEZZO PER LA SUA LIBERAZIONE!

    COLLETTIVO TAZEBAO per la propaganda comunista

    Fonte

    Condividi questo articolo su Facebook

    Condividi

     

    Notizie sullo stesso argomento

    Ultime notizie del dossier «Storie di ordinaria repressione»

    9002