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Il Qatar si prepara ai mondiali di calcio 2022, tra profitti e sfruttamento

(30 Novembre 2013)

qatarprepara

Il gioco del calcio ha programmato per il 2022 lo sbarco in pieno deserto nella penisola arabica e precisamente nel munifico e ricco (guarda caso…) stato del Qatar che vanta uno dei maggiori reddito pro capite al mondo grazie alle rendite garantite (per i borghesi…) dai giacimenti di gas e petrolio.

Che cosa attrae l'interesse di noi comunisti verso quei deserti con più di 50 gradi C all'ombra, scelti dal business del "fenomeno" calcistico per una tappa dei mondiali di calcio? E' l'impressionante media di incidenti sul lavoro che dalla posa della prima pietra ha già raggiunto le 600 vittime. Per il 2013 si calcola una media di 12 vittime la settima, con un trend, questo, che a conclusione dei lavori (infrastrutture sportive e di "accoglienza"), farà salire i decessi tra le fila dei lavoratori fino alla incredibile e tragica cifra di circa 4.000, seguita da un altrettanto spropositato numero di incidenti invalidanti che statisticamente risultano essere il doppio. Un'ecatombe che dovrebbe far passare in secondo piano qualunque iniziativa sportiva…

Le condizioni di lavoro della manodopera - proveniente da India, Nepal, Sri Lanka - sono infernali. Si sfrutta evidentemente la solita arma del ricatto che poggia sull'estremo bisogno di questi proletari, per poter imporre condizioni di sfruttamento estremo, per costruire stadi, alberghi, infrastrutture… e infine portare loro via la stessa vita.

Tutto questo nonostante le faraoniche cifre messe a disposizione dalle borghesie locali, si stima infatti una spesa che si aggirerà intorno ai 70 mld. Un apparente controsenso, tutto borghese, che si spiega con la solita logica dello sfruttamento applicata questa volta attraverso il meccanismo del caporalato dove i soggetti deputati all'arruolamento dei lavoratori, privi di ogni scrupolo, garantiscono ai loro degni finanziatori le migliori soluzione logistiche e pratiche, assicurando cioè il massimo profitto possibile.

I lavoratori vengono convinti a vendere la loro forza-lavoro firmando contratti che poi non vengono rispettati. Giunti a destinazione i lavoratori vengono ricattati con il sequestro dei passaporti e l'impossibilità di lasciare il paese. Sono così sottoposti ad un regime di sfruttamento schiavistico con penuria di cibo e acqua, dormono ammassati in baracche fatiscenti, arroventate dal sole e senza servizi.

Tutto questo, il considerare la vita dei lavoratori spendibile solo per costruire stadi e per il profitto di pochi borghesi, dà solo una pallida idea della determinazione borghese volta ad ottenere quote di lavoro non pagato, sfruttando lo stato di bisogno, se non indigenza, di intere fasce di proletariato, condizione questa essenziale per l'investimento "produttivo" capitalistico.

Le leggi del capitale non lasciano scampo ai proletari e agitano come vuote marionette i funzionari borghesi. Questa è l'ora di lavorare per costruire il partito rivoluzionario internazionale del proletariato. Non dobbiamo perderci nelle illusioni riformiste, Socialismo o barbarie! E sarà la barbarie il destino dell'intera classe operaia se non riuscirà a dare una risposta rivoluzionaria.

Venerdì, November 29, 2013

GK - Partito Comunista Internazionalista (Battaglia Comunista)

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