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Si apre una finestra sui metodi della polizia italiana

(14 Maggio 2010) Enzo Apicella
I TG trasmettono l'intervista a Stefano Gugliotta, che porta i segni del pestaggio immotivato da parte della polizia

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comunicato del PRC sulle ultime perquisizioni in Veneto

(28 Luglio 2002)

Tra le perquisizioni che hanno colpito numerose persone nel nord-est, che stampa e televisioni hanno collegato alle indagini sul delitto Biagi, tre hanno riguardato lavoratori che vivono a Padova.

Si tratta di persone impegnate da molti anni nelle battaglie in difesa dei diritti dei lavoratori, per il diritto alla casa, per gli spazi sociali.
Inutile sottolineare che molte sono le differenze esistenti tra le aree politiche a cui queste persone fanno riferimento e il Partito della Rifondazione Comunista.

Tuttavia si tratta di persone molto conosciute proprio in virtù del loro quotidiano impegno sociale, pubblico e alla luce del sole, che ci ha spesso portato a condividere le stesse occasioni di lotta.

Questo fatto già ci sembra fortemente contradditorio con la vicinanza a gruppi armati la cui attività è al contrario fondata per definizione sulla clandestinità.

Ben più grave ci sembrano le contestazioni loro mosse per giustificare le perquisizioni e l’apertura di un’inchiesta a loro carico.
Si ricorre all’articolo 270 bis, ovvero associazione sovversiva con finalità di terrorismo, un vecchio articolo del codice Rocco introdotto in epoca fascista per perseguire il dissenso politico.
Questa ipotesi di reato non è sostenuta da alcuna contestazione di reati specifici che possano sostenere una così grave accusa.
Non c’è stato nemmeno il coraggio di indicare il nome di tale associazione (non c’erano evidentemente indizi), lasciando alla stampa il compito di suggerire all’opinione pubblica che si tratti delle BR o degli NTA.

Nei mesi scorsi anche un dirigente della nostra federazione ha dovuto subire una simile perquisizione, naturalmente senza esito, alla ricerca di indizi connessi alle indagini sugli stessi fatti e un altro nostro compagno della federazione bolognese è stato oggetto di perquisizione nei giorni scorsi.

Il nostro Partito condanna ed ha sempre condannato ogni forma di terrorismo. Tuttavia in nome della lotta al terrorismo ci sembra che si stiano perseguendo altri fini.
Queste perquisizioni, che colpiscono persone esposte proprio per non aver mai celato le loro idee, danno il segno delle difficoltà in cui versano queste indagini e puntano probabilmente a far credere all’opinione pubblica che si sta facendo qualcosa, distraendola dalle responsabilità che stanno emergendo verso chi Marco Biagi ha lasciato completamente indifeso, togliendogli ogni protezione.
Inoltre portano acqua a chi sta cercando da mesi di creare un clima torbido e di sospetto verso chiunque oggi scenda in lotta contro le politiche neoliberiste del governo Berlusconi ed in particolare nei confronti del sindacato, fino al punto di insinuare sospetti sulla CGIL, dal suo Segretario, Cofferati, fino ai consigli di fabbrica, come nel caso recentissimo della Zanussi.

La Segreteria Provinciale del PRC

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