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Raffaele De Grada 1916 2010

Raffaele De Grada 1916 2010

(4 Ottobre 2010) Enzo Apicella
E' morto all’età di 94 anni Raffaele De Grada, comandante partigiano, medaglia d’oro della Resistenza, critico d'arte.

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(Memoria e progetto)

Una Rifondazione rivoluzionaria o socialdemocratica?

(dalla tribuna congressuale di Liberazione del 24 dicembre)

(26 Dicembre 2004)

E' indubbio che il nodo centrale del VI congresso sia la questione del governo: la prospettiva, indicata da Bertinotti, dell'accordo programmatico con l'Ulivo ha indotto tutte le aree del partito ad esprimersi sul punto. Ma, a dispetto della pluralità di documenti congressuali, le posizioni in campo sono solo due: quella governista, che propone la collaborazione di classe, e quella, realmente alternativa, di Progetto comunista, che difende invece l'opposizione di classe e, con essa, l'indipendenza e l'autonomia dei comunisti. Le altre mozioni non escludono nei fatti quantomeno un sostegno esterno al futuro governo, o su base negoziale (doc 2) oppure movimentista (doc 4), ovvero vagheggiando un ipotetico "governo operaio" a guida…D'Alema (doc 5): su queste basi, in realtà, rimuovendo il principio dell'indipendenza di classe su cui solo può avviarsi un'autentica rifondazione rivoluzionaria, esse si atteggiano a mere variabili dipendenti della posizione del segretario.

Decine di testi marxisti, esaminando la questione del governo, tanto centrale nel dibattito in seno al movimento operaio da costituire il discrimine fra riformisti e rivoluzionari, hanno respinto l'ipotesi di una compromissione negoziale dei comunisti coi partiti borghesi, sia pure progressisti: non in omaggio ad un astratto principio "etico", bensì come unica risposta "politica" all'aspirazione della salvaguardia dell'indipendenza e dell'autonomia del partito, presupposto essenziale per guadagnare la maggioranza dei lavoratori alla consapevolezza dell'irriformabilità del capitalismo e della necessità della rottura rivoluzionaria per un'alternativa di potere.

A questi testi la maggioranza del Prc contrappone argomenti davvero singolari: si dice che l'ingresso al governo costituirà uno strumento in più per mettere i bastoni nelle ruote delle classi dominanti e per contribuire alla trasformazione della società. Al contrario la storia insegna che non è possibile costruire un'alternativa al sistema capitalistico partecipando al suo governo ed in compagnia dei rappresentanti del capitale stesso! Dal millerandismo ai fronti popolari, dal governo Prodi alle tante giunte locali di oggi, nessuna alleanza progressista o riformista ha mai costituito la base per una vera alternativa dei lavoratori, ma al contrario ha preparato e favorito la rivincita dei reazionari. Ed in Brasile, come in India, gli assi di fondo delle politiche di centrosinistra, che hanno ricevuto l'avallo e l'appoggio dei comunisti, sono caratterizzati dalla flessibilità, dal contenimento delle spese sociali, dalle privatizzazioni dilaganti, dalle elargizioni al capitale, dall'aumento delle spese militari.

Si dice che occorre coniugare i movimenti alle scelte di governo puntando a spostarle il più possibile in direzione dei bisogni sociali: questo è l'orizzonte di Bertinotti. Non però degli undici milioni che hanno votato Sì al referendum per l'art. 18 in contrapposizione al centro liberale dell'Ulivo che ha apertamente boicottato quel referendum schierandosi dalla parte di Berlusconi e dei padroni; e neppure di quelli che si sono opposti nelle piazze alle due aggressioni all'Irak, ai bombardamenti in Serbia, all'intervento in Afghanistan, contro chi quelle aggressioni, quei bombardamenti e quell'intervento ha apertamente appoggiato; né, infine, di coloro che subiscono ogni giorno sulla propria pelle gli effetti perversi delle politiche di flessibilizzazione selvaggia e di privatizzazioni inaugurate dai rappresentanti ulivisti del capitale finanziario ed industriale per i quali flessibilizzazione e privatizzazioni sono ragione di vita.

Perseguire non già il cambiamento politico (l'abolizione dei rapporti di produzione borghesi) ma soltanto dei miglioramenti amministrativi realizzati sul terreno di quegli stessi rapporti di produzione è il paradosso del governo con la borghesia - e sulla base del suo stesso programma: Marx lo definiva "socialismo borghese"!

Valerio Torre
Federazione di Salerno

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