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(9 Aprile 2013) Enzo Apicella

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(Capitale e lavoro)

Contro le Privatizzazioni, i Tagli ai Salari ed ai Servizi

per la Nazionalizzazione del Trasporto Pubblico sotto il controllo dei Lavoratori

(16 Dicembre 2013)

ATAC – ROMA
L' azienda versa in condizioni pessime sia a causa dei tagli nazionali al TPL e sia per un indebitamento strutturale di 1,6 miliardi di euro. Contro la mala gestione, gli straordinari obbligatori, i bassi stipendi, il taglio delle ferie, il mancato pagamento del premio di produzione (300 euro) da 4 anni, lo stato fatiscente dei mezzi, e la legge antisciopero, i lavoratori nei primi giorni di Novembre hanno intrapreso tre giornate di scioperi e mobilitazioni senza preavviso.

AMT – GENOVA
Il 22 Novembre, alla storica Chiamata del porto, si svolge un’assemblea con quasi 3000 lavoratori in cui si discute dell’accordo che il giorno dopo le burocrazie sindacali avrebbero firmato. Nel frattempo il servizio è autosospeso dai lavoratori da 5 giorni. La lotta prosegue e solo dopo cinque giorni si conclude con un'assemblea pilotata dai burocrati sindacali per far passare un'intesa che non prevede più i tagli ai salari ma taglia le linee collinari e quindi i posti di lavoro e non cancella la privatizzazione, ma soltanto la rinvia. Senza contare che già da subito viene istituita una società privata che gestirà l'azienda trasporti genovese per conto del Comune. L'accordo è approvato da una risicatissima maggioranza di lavoratori in un'assemblea farsa.

ATAF – FIRENZE
Il 4 dicembre, con quasi 1000 lavoratori di ATAF in corteo (e delegazioni di tranvieri di Genova e Roma), e il blocco totale del trasporto pubblico, ha inizio la lotta radicale dei tranvieri di ATAF, durata ben 3 giorni, contro gli effetti della privatizzazione dell'Azienda: licenziamenti, tagli di stipendio e al servizio, e la recente ipotesi di spacchettamento.
Queste tre radicali lotte nate dal basso, succedutesi in tre diverse città ed a distanza ravvicinata le une alle altre, hanno avuto come denominatore comune i seguenti fattori:

· Contro le Privatizzazioni;
· Contro il parere delle principali burocrazie sindacali;
· Contro le giunte comunali di centro sinistra (sia quelle PD che quelle “arancioni”);
· Contro la legge 146/90 voluta a suo tempo proprio dalle burocrazie sindacali di Cgil Cisl e Uil.

Ma anche il risultato finale ha purtroppo avuto un comune denominatore: la fine degli scioperi ed il semplice rinvio dei processi di privatizzazione delle aziende di TPL scaturiti dai successivi accordi firmati dalle burocrazie sindacali.
Queste giornate di Lotta di Classe sono un patrimonio che non può essere dimenticato e costituiscono una solida base da cui ripartire per iniziare finalmente la costruzione di una piattaforma di lotta con un programma radicale, di classe, chiaro tanto quanto quello messo in atto dai padroni:
· Formazione della cassa di resistenza, coprirsi le spalle economicamente;
· Generalizzazione della lotta e coordinamento con i lavoratori delle altre aziende di TPL, per sovvertire i rapporti di forza a favore dei lavoratori contro il padronato, le giunte comunali;
· Creazione di un Comitato di Sciopero eletto dall'assemblea, per avere un’alternativa di lotta alla gestione filo-padronale delle burocrazie sindacali.

Partito Comunista dei Lavoratori – Napoli

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