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Stefano Gugliotta

Stefano Gugliotta

(11 Maggio 2010) Enzo Apicella
Dopo che le tv hanno trasmesso il video di Stefano Gugliotta che viene pestato immotivatamente dalla polizia e poi arrestato per "resistenza a pubblico ufficiale", il capo della polizia Manganelli "dispone una ispezione".

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(27 Dicembre 2013)

freebahar

Giovedì 21 novembre lo scrittore e militante per la pace belga Bahar Kimyongur, di origine turche, in base ad una richiesta di arresto ed estradizione da parte del regime della Turchia è stato fermato e rinchiuso nel carcere di Bergamo. Il 2 dicembre il Tribunale di Brescia ha deciso la sua scarcerazione con obbligo di dimora prima a Marina di Massa e successivamente nel comune di Massa.

Bahar Kimyongur è un militante antimperialista, da molto tempo attivo nella solidarietà con i prigionieri politici in Turchia e nell'opposizione alle politiche del regime turco. Per questa sua attività è già stato incarcerato in Olanda, in Belgio (dove è stato processato e infine assolto) e quest'estate in Spagna, dove si trovava in vacanza con la famiglia.

Bahar nel 2006 dichiarava presso la Corte Appello del Gand (Belgio):
“Lo stato turco è una democrazia! Una democrazia che maltratta i prigionieri politici con l'isolamento carcerario, con le misure coercitive e punizioni disciplinari, che rapisce e giustizia i suoi oppositori, che spara ai bambini in particolare ai kurdi, che colpisce duramente gli operai, gli impiegati, i disoccupati e i militanti per i diritti umani, che decora i boia, che impone la censura, che sequestra gli organi di stampa ed imprigiona i giornalisti, che vieta i concerti musicali e le manifestazioni, che sospende le trasmissioni radiofoniche e omologa il pensiero e criminalizza le idee alternative, che nega l'innegabile genocidio armeno, che arma le organizzazioni paramilitari... che affama il popolo svendendo le risorse del paese alle multinazionali, che organizza il traffico della droga con convogli interni scortati dalla polizia, che immette la droga in luoghi ove domina la povertà, che organizza attentati all'estero, in particolare in Belgio..." .

Denuncia, informazione e controinformazione sono sufficienti a porre Bahar permanentemente in "libertà provvisoria e vigilata”!

Per questo la mobilitazione che si è immediatamente sviluppata, per la sua libertà, deve continuare fino ad impedire l’estradizione in Turchia. Possiamo solo immaginare quale sarebbe il destino di Bahar una volta estradato nella “democratica” Turchia. Paese dove si applica, tra l’altro, la tortura sistematica sui prigionieri. L’estradizione va assolutamente respinta.

Facciamo appello alla più ampia solidarietà, senza la quale non è possibile strappare alcun risultato

La solidarietà è un’arma: esercitiamola

Sabato 4 gennaio 2014 dalle ore 16.00 alle ore 19.00 a Massa
di fronte al teatro Guglielmi ed al Comune

PRESIDIO per la liberazione del compagno Bahar

Comitato per la liberazione di Bahar

Fonte

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