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Dalla Palestina occupata

Saluto di Najf Hawatmeh, segretario del Fronte Democratico di Liberazione della Palestina, ai partecipanti alla manifestazione del 9 marzo

(9 Marzo 2002)

Cari compagne e compagni, i vostri compagni palestinesi nei territori palestinesi occupati vi mandano tanti saluti e vi ringraziano per la solidarietà militante con la loro lotta di liberazione nazionale contro lo stato sionista di Israele.

Compagni, l'Intifada palestinese sta dimostrando ogni giorno che il popolo palestinese è deciso a sconfiggere l'occupazione israeliana e per costruire un suo stato indipendente sul suo suolo nazionale.
Sono passati oltre diciassette mesi dall'inizio dell'Intifada popolare palestinese, ed è stata capace di far fallire tutti i piani e le trappole miranti a fermarla o soffocarla, infatti non erano passate più di due settimane quando gli Usa e Israele con la complicità dei regimi arabi hanno tentato di fermarla al vertice di Sharm al Shaek in Egitto tenutosi con la partecipazione di Barak, Clinton, Arafat e Mubarak.
Fallito questo tentativo hanno provato con l'incontro tra Peres e Arafat a Gaza, fallito anche questo accordo, hanno provato al vertice arabo tenutosi ad Amman, e sono stati provati altri incontri negli Usa, chiamato Camp David II, falliti anche questi tentativi è caduto il governo israeliano capeggiato da Barak, e sono state convocate elezioni anticipate vinte poi dal boia di Sabra e Chatila , l'attuale primo ministro israeliano Sharon, il quale durante la campagna elettorale ha promesso agli israeliani di sconfiggere l'intifada palestinese e portare maggiore sicurezza agli israeliani e affrontare la preoccupante situazione economica drammatica in Israele.
Per raggiungere questi obiettivi Sharon ha chiesto 100 giorni di tempo, la società israeliana, i regimi arabi e alcuni nella stessa Autorità palestinese sono caduti nella trappola, però il vero nodo del problema palestinese è quello della presenza stessa dell'occupazione israeliana con tutto quello che significa in termini di contrapposizione tra gli occupanti e gli occupati, per questo l'Intifada è cresciuta, e gli scontri sono aumentati, le perdite israeliane in termini umani, economici e isolamento internazionale sono chiari, anche lse la situazione del popolo palestinese non è facile, le perdite sono tante, l'economia è distrutta, l'infrastruttura palestinese è stata danneggiata gravemente, però il morale palestinese è alto, e c'è una convinzione palestinese generale che la fine dell'occupazione non è lontana e la vittoria della giusta causa palestinese è vicina.

Compagni, il boia Sharon ha provato una buona parte della sua enorme forza militare, dai carri armati, l'accerchiamento delle città, villaggi e campi profughi palestinesi, ha usato la politica degli assassini degli attivisti dell'Intifada, ha impiegato gli Apache, gli F16 e le navi militari, ha distrutto case e campi coltivati e sradicato alberi senza riuscire a fermare la gloriosa Intifada.
Anzi, la rivolta palestinese si è evoluta ed è stata capace di colpire in modo efficace sia l'esercito che i coloni israeliani, portando il rapporto di perdite tra palestinesi uccisi dagli israeliani e quelli israeliani uccisi in reazione dai palestinesi a 3 : 1, cioè molto più di quello che gli israeliani sono stati abituati a perdere in tutte le loro guerre precedenti.
Inoltre si cominciano a vedere le prime crepe nel muro israeliano in termini di ufficiali israeliani che rifiutano il servizio militare nei territori occupati, manifestazioni a Tel Aviv che chiedono il ritiro dai territori palestinesi, in altri termini è stata sconfitta la politica del pugno di ferro di Sharon.

Compagni, non è rimasto davanti a Sharon e al governo israeliano o usare le armi di distruzione di massa, sia biologiche, chimiche, nuclerai, essendo l'unica forza nucleare nel Medio Oriente, oppure ammettere la sconfitta e ritirarsi dai territori occupati quindi ritornare al tavolo delle trattative serie, cioè andare oltre gli accordi di Oslo, per applicare le risoluzioni delle Nazioni Unite, cioè la risoluzione 242 e 338, e soprattutto la risoluzione 194 la quale chiede di permettere ai profughi palestinesi di praticare il diritto al ritorno in Palestina e il risarcimento per i danni subiti in oltre mezzo secolo di sofferenze.

Cari compagni, la sinistra palestinese è parte importante nella lotta palestinese condotta da olte quattro decadi e partecipa in modo attivo nell'Intifada, scoppiata da 17 mesi, sia nel campo contro le forze di occupazione israeliane sia a livello politico in quanto ha condotto una politica pragmatica contro gli accordi di Oslo perché questi accordi erano il risultato dei rapporti di forza sbilanciati a favore di Israele e non soddisfacevano i minimi interessi del popolo palestinese, perché non permettevano al popolo palestinese di esercitare il suo diritto all'autodeterminazione, al diritto al ritorno dei profughi, alla costruzione di uno stato palestinese indipendente, ma soprattutto non portavano al ritiro della forza occupante israeliana dai territori palestinesi, per tutto ciò tali accordi portavano nel loro grembo il fallimento, infatti sono stati spazzati via dall'Intifada palestinese.
La sinistra palestinese offre iniziative equilibrate per una soluzione politica del conflitto israelo-palestinese basato su:

- a livello interno palestinese portare l'unità nazionale dal campo degli scontri quotidiani con gli israeliani ad un livello di unità politica, cioè creare una guida politica unitaria di tutte le forze attive nel campo, per ritornare poi alle risoluzioni unitarie del Consiglio Nazionale Palestinese;
- chiedere ai paesi arabi una politica chiara contro la normalizzazione dei rapporti con Israele e il ritiro degli ambasciatori dello stato di Israele;
- una politica di pressione politico-economica contro gli Stati Uniti per la loro politica a favore di Israele;
- creare un fronte unitario dei partiti progressisti arabi e delle forze di pace e democratiche europee e dei paesi in via di sviluppo per premere su Israele e il suo alleato l'impero USA;
- chiedere una solidarietà materiale per l'Intifada perché sia capace di andare avanti e resistere contro la macchina repressiva israeliana.



Cari compagni, la vostra grande manifestazione di solidarietà con il popolo palestinese è molto importante, sia per mantenere alto il morale dell'Intifada cha per far capire al boia di Sabra e Chatila il primo ministro sionista Sharon che il popolo palestinese non è solo contro la sua fgerocia e sete di sangue, inoltre queste manifestazioni premono sui governi europei perché intevengono concretamente a favore del popolo palestinese.

Avanti compagni, rivoluzione fino alla vittoria

FDLP
Il compagno Najf Hawatmeh

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