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(6 Gennaio 2014)
- non solo 12 ma tutti o quasi i dipendenti licenziati hanno fatto ricorso contro i licenziamenti affidandosi a vari legali scelti individualmente o dal sindacato
- la manifestazione davanti all'Arcivescovado è stata organizzata dai licenziati e dai Cobas, altre organizzazioni sindacali al di là di quello che dichiarano, non si sono visti o sentiti ritenendo forse dannoso per i loro equilibri politici chiamare in causa direttamente Monsignor Benotto e le sue responsabilità morali
- tutto il personale e non solo i Licenziati debbono ancora avere parte dei soldi della cassa integrazione in deroga che risultano essere arrivati da settimane nelle casse di Misericordia Toscana
- Le istituzioni locali e regionali potrebbero fare qualcosa di concreto come imporre nelle convenzioni sul trasporto sanitario e sociale l'assorbimento di parte del personale impegnato da anni in questi servizi (e ora licenziato) ma al di là delle parole niente è stato fatto (e le responsabilità ricadono su tutte le forze politiche in maggioranza in Regione, Rifondazione inclusa). Anzi, Misericordia ha beneficiato di un accordo tra regione e associazione di volontariato. Noi chiediamo al Presidente Rossi: chi non rispetta i diritti dei lavoratori e non si presenta ai tavoli istituzionali perchè continua ad avere tanto ascolto e fiducia in ambito regionale?
- Perchè la regione Toscana e il sindaco Filippeschi non chiedono la revoca di ogni rapporto istituzionale con i vertici locali e regionali della Misericordia fino a quando non sarà accordata la cassa integrazione ? E perchè non si rivedono le convenzioni e gli organici assorbendo parte dei licenziati?
- dov'è finito il conto corrente annunciato da qualche assessore Comunale per sostenere i lavoratori della Misericordia? Esiste o era un'uscita elettorale?
Questo andremo a chiedere ad uno dei prossimi consigli comunali e regionali.
Con i posti di lavoro non si scherza
Confederazione Cobas Pisa
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