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La fatalità dominante

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(26 Novembre 2011) Enzo Apicella

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La tragedia di Crevalcore si poteva evitare?

(13 Gennaio 2005)

CHIEDIAMO INVESTIMENTI SULLA RETE FERROVIARIA ORDINARIA E NON SULL'ALTA VELOCITA' E LE AUTOSTRADE

CHIEDIAMO UN CHIARO CAMBIO DI ROTTA SULLE POLITICHE DEI TRASPORTI DI LUNARDI PORTABORSE DEI GENERAL CONTRACTORS

Dopo la tragedia di Crevalcore abbiamo assistito alle dichiarazioni del Ministro ai Trasporti Lunardi in difesa dell?operato del Governo, ma le sue affermazioni non ci hanno convinto. Da una relazione del WWF Italia del 22.12.2004 apprendiamo che delle risorse del Primo Programma delle infrastrutture strategiche (delibera CIPE 121/2001 seguente alla Legge Obiettivo) il 49% sono destinate a strade ed autostrade e il 37% alla ferrovia. Di queste ultime oltre il 70% è riservato alle linee ad Alta Velocità (fonte http://www.wwfitalia.it ).

Non vogliamo speculare sulla tragedia di Crevalcore ma, al contrario, far sì che i lavoratori ed i passeggeri delle Ferrovie italiane non siano morti invano. Perciò crediamo sia corretto affermare che, se gli enormi investimenti stanziati a favore dell'Alta Velocità ferroviaria e di nuove autostrade fossero stati invece indirizzati all'ammodernamento delle linee esistenti, questi 14 morti non ci sarebbero stati.

Nel corso del 2004 il CIPE ha sostenuto solo Grandi Opere stradali e autostradali: nulla è stato fatto per le ferrovie e per il cabotaggio marittimo, a favore cioè di un riequilibrio modale attraverso il quale si sarebbero potuti togliere dalle strade molti TIR e mezzi privati, riducendo le morti in incidenti stradali.

Perciò crediamo che esistano dei responsabili per questa e altre tragedie: non certo i macchinisti che anzi sono vittime - ma il Ministro dei Trasporti responsabile delle scelte di questo Governo. Eppure, dall'ingegner Lunardi, non viene alcuna ammissione di responsabilità.

Se guardiamo alla nostra realtà locale il discorso non cambia. In seguito alla Legge Obiettivo (L.n. 443/2001) è stata sottoscritta un'"Intesa generale quadro tra il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia", che prevede: la III corsia dell'autostrada A4 nel tratto Quarto d'Altino-Villesse; il raccordo autostradale Villesse-Gorizia; il collegamento della SS. 13 Pontebbana e A23; il completamento del raccordo autostradale Cimpello - SS. 13; la Variante di Tarvisio con raccordi alla SS. 54; l'intervento sulla SS. 13 dal collegamento tangenziale Sud di Udine alla viabilità pordenonese; l'intervento sulla SS. 56 nella tratta da Udine al raccordo autostradale Villesse-Gorizia; il collegamento stradale SS. 464 da Sequals alla SS. 13 a Gemona.

Per contro nella rete ferroviaria regionale ci sono a tutt'oggi collegamenti a binario singolo, come la Cervignano-Palmanova-Udine, una linea importante soprattutto per il trasporto merci (collega l''Interporto di Cervignano al polo produttivo udinese), ma anche per i passeggeri, specie lavoratori e studenti pendolari. A binario singolo è anche la Sacile-Budoia-Gemona, gestita da DCO (dirigente centrale operativo) come la linea in cui è accaduto l'incidente di Crevalcore, il raccordo Ronchi Sud-Ronchi Nord, il raccordo Gorizia Centrale-Nova Gorica (gestito da via libera telefonica). Nel 2004 è stato inoltre dismesso definitivamente il tracciato Cormons-Redipuglia, 9,7 Km che avrebbero permesso di accorciare di circa 15 Km il percorso dei treni tra i Porti di Trieste e Monfalcone e il Valico di Tarvisio; come risulta dimesso anche il tratto S.Giorgio di Nogaro-Bagnaria Arsa-Palmanova.

Assistiamo ad un arretramento della rete ferroviaria a fronte di un grande sviluppo delle infrastrutture stradali.

Ribadiamo, ancora una volta, di essere assolutamente favorevoli a privilegiare il trasporto su ferro rispetto a quello su gomma, attraverso l'utilizzo diffuso di tutta la rete già esistente, la cui capacità è attualmente sfruttata al di sotto delle sue potenzialità. Riteniamo però sbagliato costringere tutti i flussi su di un'unica infrastruttura faraonica come il Corridoio 5, che attraversa i nostri territori senza lasciare ricadute positive, quando con investimenti ed impatti ambientali e sociali assai più contenuti si potrebbero rendere efficienti e sicure le varie linee capillarmente distribuite nell'intera Regione, migliorando il servizio per i lavoratori e gli studenti pendolari e favorendo un aumento del trasporto merci, anche a beneficio della portualità regionale e delle diverse realtà produttive.

Osserviamo che sia a livello nazionale sia a livello regionale ci si muove in tutt'altra direzione, privilegiando i trasporti su gomma e destinando i già scarsi finanziamenti destinati alla ferrovia in gran parte alla realizzazione di inutili linee ad Alta Velocità. Chiediamo, perciò, un deciso cambio di rotta negli indirizzi politici in materia di trasporti del Ministro Lunardi e dell'Assessore regionale Sonego e chiediamo ad associazioni, enti locali, Università, comitati, sindacati, partiti di prendere posizione su questi temi.

Il ComitatoContro il Corridoio 5
http://ccc5.too.it
ccc5@email.it

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