">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Fiatscismo

Fiatscismo

(24 Novembre 2011) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Flessibili, precari, esternalizzati)

Napoli: musica ribelle

In piazza per il Reddito/Salario Garantito

(5 Novembre 2004)

In piazza per il Reddito/Salario Garantito - oltre ogni ritualismo inconcludente – nella consapevolezza della necessità di un nuovo movimento operaio e proletario.

Il corteo e la street parade di oggi, le diffuse iniziative nelle settimane scorse, il moltiplicarsi delle apparizioni di San Precario in ogni parte d’Italia, la prossima manifestazione di Sabato 13 Novembre a sostegno dell’Intifada Palestinese e della legittima Resistenza del popolo irakeno, l’appuntamento del 27 Novembre a Cosenza per impedire la sanzionatura giudiziaria della vendetta postuma contro il movimento No Global, la scadenza del 4 Dicembre promossa dai fratelli migranti in lotta stanno positivamente segnando questo scorcio di autunno italiano.

Reddito per Tutti e Guerra per Nessuno, questa parola d’ordine che accomuna e sintonizza i variegati momenti di lotta esprime, sempre più, il compenetrante e maturo intreccio tra il rinnovato interventismo imperialistico verso i popoli aggrediti ed il coattivo disciplinamento sociale del fronte interno.

Dopo anni e mesi di battaglie, di lotte e vertenze diffuse nei nostri territori, ci ritroviamo, di nuovo, – finalmente a Roma – in un altro momento unitario di incontro, di socializzazione delle esperienze e di manifestazione di piazza.

Disoccupati organizzati, precari a vario titolo, lavoratori costretti al nero o al regime di Partita IVA: insomma una consistente rappresentanza di quell’articolato universo con cui si configura la giungla selvaggia del precariato sociale, dell’infinita flessibilità, di quelle complesse forme dello sfruttamento generalizzato e della moderna disoccupazione strutturale.

Uno spaccato vivo ed agente animato da una irriducibile conflittualità che rivendica e reclama reddito/salario garantito, accesso ai servizi sociali, alla sanità, al comparto dei saperi negati e per l’affermazione di nuovi e più efficaci diritti politici e sindacali.

Un movimento composito che si batte per l’uscita da una insopportabile condizione di invisibilità la quale sta diventando, in Italia come altrove, l’aspetto fondante e costitutivo del capitalismo, nella fase della competizione globale, che, sempre più, pervade rovino-samente le nostre vite e l’intera società.

Un corteo, come quello di oggi, che vuole rilanciare e – tendenzialmente – avviare un percorso di riunificazione, attorno all’obiettivo della garanzia del reddito, tra le varie esperienze di mobilitazione, di autorganizzazione e di lotta prodottesi e sperimentatesi nel Nord come nel Sud del paese.

Una urgente necessità che, se vogliamo si affermi per davvero, deve travalicare gli steccati delle singole battaglie, delle specifiche vertenze e colle-garsi ad una rivendicazione di tipo generale in grado di promuovere, nelle dinamiche e nelle pratiche concrete del conflitto, un movimento di lotta con adeguati rapporti di forza necessari per uno scontro con le controparti sia sul piano locale che centrale

A proposito di Leggi e leggine……

Nel corso dell’ultimo anno da parte di alcune Regioni sono state varate e/o promesse delibere ed articolati legislativi miranti ad istituire una parvenza di “reddito di cittadinanza”. Con in testa il governatore della Campania Bassolino si è prodotto uno schieramento politico trasversale il quale vorrebbe delineare una sorta di provvedimento, da estendere progressivamente in tutto il paese, (definito in maniera mistificante e subdola Reddito di Cittadinanza) il quale non è altro che una misera elemosina, con relativa certificazione di povertà, inserita in quel Welfare dei miserabili imperniato sulla cristallizzazione della precarietà dell’esistenza.

Altra cosa – invece – è una lotta/vertenza che, mentre salvaguarda l’autonomia politica ed organizzativa del movimento dalle ingannevoli sirene istituzionali, pone, con nettezza, la richiesta di un Reddito Pieno e Generalizzato che non preveda clausole differenzianti e discriminanti.

Una lotta/vertenza che deve fondarsi ed essere condotta, esclusivamente, sull’autorevolezza e la forza delle mobilitazioni di piazza, attraverso le indispensabili azioni dirette e con il protagonismo attivo dei soggetti sociali in movimento.

Una lotta/vertenza che deve diffidare, profondamente, di quella “sinistra” la quale è costantemente impegnata, spasmodicamente, nella definizione di accordi politici ed elettorali con il nuovo Ulivo di Prodi, D’Alema e Rutelli. Una “sinistra” pronta ad abdicare e rinnegare le ragioni dei movimenti sull’altare delle compatibilità del capitale e della lotta bipartizan al cosiddetto terrorismo

L’estensione e la generalizzazione dello scontro….

Nella centralità che va assumendo questa battaglia, anche alla luce di alcuni provvedimenti del governo Berlusconi, come la famigerata Legge 30 e la Legge Bossi-Fini (i cui fondamentali presupposti ispiratori risiedono nell’iniziale lavorio di deregolamentazione dei diritti avviato con i precedenti “governi amici” attraverso il famigerato Pacchetto Treu e la Legge Turco Napolitano) l’intelligenza del movimento deve saper dispiegare ed articolare il massimo di comunicazione con quanti, pur dentro un quadro di garanzie sociali sempre più provvisorio, conservano ancora una occupazione più o meno stabile.

Milioni di lavoratori attendono, da svariati mesi, un rinnovo contrattuale già di per sé insufficiente a coprire l’impennata del carovita; molte categorie, tra cui quelle degli autoferrotranviari e dei trasporti, hanno dovuto infrangere la blindatura delle leggi antisciopero per dare forma concreta e visibilità alla loro lotta; nel contempo in numerose città un movimento autorganizzato di migranti sta riaffacciandosi al conflitto.

La nostra azione deve sapersi rapportare verso questi nostri compagni superando le artificiali barriere che partiti, sindacati collaborazionisti ed apparati repressivi dello stato frappongono ad ogni reale generalizzazione ed unificazione dello schieramento di lotta. Non si tratta, quindi, di esprimere verso questi lavoratori una semplice solidarietà ma di fare fronte comune per difendersi tutti e tutti insieme!!

Diventa, allora, importante – quasi una necessità virtù – incominciare a sperimentare i possibili collegamenti di organizzazione e di lotta di questa frastagliata geografia del lavoro e dei lavori che sta pervadendo, modellando e trasformando l’intera società.

Pur nelle innegabili difficoltà che questo processo di riorganizzazione di classe sconta nel trasformarsi in istituti di autorganizzazione sociale stabili e coordinati, è possibile incominciare a superare in avanti alcuni limiti negativi che pure hanno pesato nella storia e nelle esperienze del movimento dei lavoratori, almeno qui in Europa, inibendo qualsiasi tentativo di ricomposizione di classe.

Dopo decenni di intossicazione, ideologica e politica, a base di illusioni produttivistiche, di mitologie sviluppiste ed impossibili compatibilità con il mercato inizia a prendere corpo una consapevolezza di alternativa radicale al modello sociale del capitale. Una nuova stagione politica, come quella a cui allude la battaglia per il reddito/salario garantito, può rafforzare – partendo dalla permanente contraddizione capitale/lavoro - la lotta per l’altro mondo possibile!!

La rottura delle artificiose barriere e dell’incomunicabilità tra le figure tradizionali degli oppressi e le nuove vittime dello sfruttamento, dell’emarginazione e dell’alienazione è un compito politico ed organizzativo per l’oggi e non una fantasiosa chimera irrealizzabile.

Le/I compagni/e di Red Link

4785