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LA PROPOSTA INTERNAZIONALISTA E L'APPOGGIO DEGLI INTELLETTUALI MOVIMENTISTI ALLA CANDIDATURA DI TSIPRAS

(19 Gennaio 2014)

.....In Italia la proposta di candidatura di Tsipras, raccoglie il favore ad esempio di entità politiche in rovina (si pensi al PRC), informi/informali (come ALBA) o sostanzialmente inesistenti oltre ad un gruppo di intellettuali (variamente collocati nel panorama politico) che si appellano ad un concetto di anti-liberismo.

La scorsa estate abbiamo lanciato, attraverso un documento (che riportiamo più sotto e che fu pubblicato in varie lingue) una proposta di presentazione unitaria, di respiro internazionalista e di livello sovranazionale, della sinistra d'alternativa per le elezioni europee che si terranno nel maggio del 2014, che aveva il pregio, non banale, di offrire l'opportunità di una discussione sui temi europei andando ben oltre a sterili diatribe nominalistiche che rischiano -tra l'altro- di presentare progetti posti quasi in similitudine a quelli della destra populista e nazionalista.

A dicembre 2013, a Madrid, il congresso della sinistra europea ha deciso di candidare il segretario di Syriza (formazione politica greca), Alex Tsipras, alla carica di presidente della Commissione europea, con l'idea di raccogliere attorno alla sua figura le forze anticapitaliste e antiliberiste presenti nei diversi Paesi dell'unione europea.

Va fatta chiarezza, sempre dal nostro punto di vista, in merito.
Non siamo in presenza di un “progetto internazionalista” che avrebbe un carattere complessivamente diverso, nel merito della proposta e nel metodo, ma di una generica raccolta di forze e/o di movimenti che ad oggi risultano frammentati e specifici e le cui rivendicazioni sono modellate maggiormente sul piano nazionale, con proiezioni e soluzioni diversificate sul piano europeo.

In Italia questa proposta di candidatura di Tsipras, raccoglie il favore ad esempio di entità politiche in rovina (si pensi al PRC), informi/informali (come ALBA) o sostanzialmente inesistenti oltre ad un gruppo di intellettuali (variamente collocati nel panorama politico) che si appellano ad un concetto di anti-liberismo.
Questi ultimi, in un documento pubblicato oggi sul Manifesto (ma i prodromi erano già ampiamente comparsi nelle scorse settimane), propongono la formazione di una lista di appoggio alla candidatura del segretario greco, definendola di “cittadinanza” e di “terza via” tra chi intende distruggere l'Europa e chi intende conservala così com'è.
Il documento si spinge nel dettaglio, non banale ma di sostanza: la lista NON deve comprendere esponenti dei partiti della sinistra che abbiano ricoperto incarichi istituzionali e di direzione politica.
Apertura piena e sollecitata invece ai movimenti dei “Beni Comuni”, a singole personalità, ad una non meglio identificata “Società civile”, sul modello girotondino (modello che viene riproposto ad ogni più sospinto senza alcuna valutazione del pregresso).

Dunque un piano di proposta elettorale che, per la natura dei soggetti chiamati e per gli obiettivi dati, nulla ha a che vedere ovviamente con una di tipo internazionalista, che invece richiamerebbe al conflitto capitale/lavoro, e alla lotta di classe, come invece la ferocia capitalistica espressasi nella gestione del ciclo richiederebbe.
Anzi, collocandosi esattamente al margine del sistema capitalistico, e non in sua alternativa, per un obiettivo di modulazione “democratica”, di “riduzione del danno”.

Ma non solo: vi è da chiedersi che tipo di rapporti politici una lista di appoggio siffatta potrebbe intessere con formazioni politiche, identitarie e storiche come l'unione de la gauche francese, la Linke tedesca o l'Izquierda unita spagnola.

Il procedere verso il passaggio elettivo europeo continua a rappresentare la totale disfatta italiana della sinistra: nessuna forza coerentemente anti-capitalista oggi è in grado di egemonizzare il vasto campo lasciato scoperto dalla sedicente sinistra radicale (sempre pronta a salire sui carri altrui, mietendo risultati che ancora oggi attendono un giudizio politico, come fu l'esperienza brillantemente negativa della Sinistra Arcobaleno o ancor meglio rappresentata dall'avventura Ingroia-Rivoluzione civile).
Ma non solo: la scelta della lista di “cittadinanza” della cosiddetta “terza via” si contrappone - negandone nel profondo le ragioni politiche e di classe – all'ipotesi di costruzione di una nuova soggettività della sinistra comunista e d'alternativa, che invece è necessario porre in campo da subito, senza ulteriori ritardi.

Registriamo da una parte ancora una volta l'ennesima dimostrazione dell'assenza di autonomia di pensiero e di iniziativa politica, sorta di contrappasso all'estremismo di leniniama memoria?, e dall'altra un silenzio assordante da parte di chi può e deve entrare nel merito con titolo e proposte.


EUROPA: NON BASTANO LE SOLE FORZE NAZIONALI DELLA SINISTRA D’OPPOSIZIONE
Le elezioni per il Parlamento Europeo, previste per la primavera del 2014, devono rappresentare l’occasione per stabilire un nuovo livello di iniziativa politica autonoma e alternativa, a carattere internazionalista, di dimensione sovranazionale, che connetta tutte le forze anticapitaliste, comuniste, socialiste, ambientaliste e libertarie rappresentative del pensiero critico e dei movimenti di lotta sviluppatisi, nel corso di questi anni, in opposizione alla gestione criminale della crisi portata avanti dalle centrali dominanti della finanza e della politica che detengono il potere nell’Unione Europea.
Un potere nel quale è impossibile riconoscersi.

La nostra proposta chiede a tutti un atto di orgoglio e generosità: nei ventisette Paesi dell’Unione si presentino liste contraddistinte (almeno parzialmente) dallo stesso simbolo, con lo stesso capolista.
Per il ruolo di capolista, in ragione della sua storia, della sua riconoscibilità, della sua limpida collocazione politica Ken Loach appare come il compagno più adatto.
Elaboriamo un programma comune (certamente articolato anche al riguardo delle diverse situazioni nazionali) caratterizzato da un ideale di alternativa di società in termini anticapitalistici, di autonomia culturale e ideologica e di opposizione all’Europa dei banchieri e della finanza con l’obiettivo di fare in modo che, ovunque siano eletti i nostri rappresentanti siano l’espressione di quel concetto internazionalista che sta nello spirito della nostra proposta: facciamo in modo che al Parlamento di Strasburgo sia presente l’Europa anticapitalista rappresentativa delle masse popolari.

Patrizia Turchi e Franco Astengo

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