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(21 Gennaio 2014)
Lunedì 20 Gennaio 2014 21:21
Sono giorni duri per i lavoratori del teatro San Carlo. Una conferenza stampa di domenica mattina è di per sé un evento inusuale, ma l’incontro tenutosi al teatro San Carlo ha messo in luce aspetti già conosciuti della questione e ha visto un fronte compatto dei lavoratori in particolare contro il CdA.
Tutti i lavoratori sono fortemente contrari al commissariamento del San Carlo, spettro che aleggia sempre più minaccioso dopo le dimissioni di cinque membri del Cda della Fondazione su sei (il Presidente della Regione Stefano Caldoro, l’ex Presidente della Provincia Luigi Cesaro, l’onorevole Riccardo Villari, il Presidente della Camera di Commercio di Napoli Maurizio Maddaloni, e Andrea Patroni Griffi), conseguente alla decisione del Presidente Luigi De Magistris di non aderire al decreto “Valore cultura” che in cambio di un finanziamento di 75 milioni di euro (che assomiglia molto ad un prestito con interessi) per il Lirico, avrebbe significato il taglio del 35% dei salari dei lavoratori e un ridimensionamento del 50 % della pianta organica, con licenziamenti di tecnici e amministrativi in primis.
Si avvicina sempre di più quindi, la possibilità di un nuovo commissariamento per il Massimo partenopeo. Una ipotesi che mette in allarme i lavoratori, che già si sono opposti al decreto Valore Cultura, anche perché i conti del San Carlo sono in ordine già da 5 anni e, soprattutto, il Teatro vanta ancora crediti per diversi milioni di euro. “Se questo decreto serve per prendere un po’ d’acqua perché siamo assetati – ha dichiarato in una conferenza stampa organizzata da lavoratori e sindacati il corista Paolo Marzolo – se serve per prendere liquidità, allora diciamo che questo Teatro avanza trenta milioni di euro certificati dai bilanci. La Regione, per bocca dello stesso Presidente Stefano Caldoro ci deve cinque milioni di euro certi, liquidi ed esigibili. Cominciamo a incassare questo credito”.
Critici rispetto al commissariamento e sull’adesione al decreto anche rappresentanti sindacali, contestati però duramente da diversi lavoratori durante la conferenza stampa, che lamentavano un atteggiamento ambiguo e poco chiaro degli stessi sindacati sulla vertenza e di avere assunto comportamenti compromissori con la dirigenza e una parte del consiglio di amministrazione del Lirico.
“L’adesione al decreto Valore Cultura per quanto ci riguarda sarà un’adesione in forma coatta”, dichiara Salvatore Topo della Cisl, mentre Massimo Taglialatela (Uil), rincara la dose: “Se impongono il commissariamento ci sarà poco da parlare e molto da fare. Qualcuno dovrà iniziare a tirare fuori i motivi per cui dopo cinque anni di commissariamento il San Carlo vive ancora in questa condizione” La situazione che riguarda il San Carlo è quindi ancora molto tesa.
I lavoratori ora sono in attesa dell'incontro che il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro , e il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris hanno chiesto al ministro dei Beni Culturali e del Turismo Massimo Bray per mettere in chiaro una volta per tutte il futuro del Teatro San Carlo. E speriamo che la lotta paghi ancora una volta!
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