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(20 Agosto 2010) Enzo Apicella
L'esercito usa si ritira dall'Iraq

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    (Iraq occupato)

    Iraq: La carica degli "squadroni della morte"

    (18 Gennaio 2005)

    17 gennaio 2005 - Al Pentagono e negli altri enti governativi della massima potenza mondiale oramai si parla apertamente del "pantano iracheno", il termine occupazione continua a essere rigorosamente bandito dal linguaggio neo-orwelliano dell’amministrazione Neo-Cons di Bush. Quell’occupazione che si esprime attraverso la violenza programmata – Shock and Awe- di carri armati penetrati con forza nello spazio vitale di milioni di persone che hanno commesso il peccato originale di insediarsi più di 5000 anni fa su un mare di petrolio. Quelle stesse vite che oggi per ragioni di sopravvivenza - "per difendere la propria casa", scrive il "Guardian" - si oppongono ai piani del J.W.Bush. che secondo il mandato dei mercanti del tempio di Wall Street e adesso anche grazie alla vittoria elettorale ha il preciso compito di garantire a qualsiasi costo il dominio dei propri "mandanti" sul sottosuolo delle terre abramitiche affinché la "democrazia e libertà" formali possano instaurarsi e i proventi petroliferi possano incrementare quelle ricchezze che sono all’origine di ogni legge.

    Vediamo la situazione reale del dramma irakeno:

    * una tripartizione etnico- religiosa - nord kurdo- sunnita, centro arabo sunnita, sud scita- arabo – minacciata da una pericolosa competizione etnico- religiosa.

    * Una situazione di piena balcanizzazione riconosciuta da tutti e promossa di fatto dalle forze d’occupazione. Havalati in lingua kurda ne aveva riferito mesi fa e Shalom Avnery aveva parlato del sostegno inglese a questa suddivisione-.

    * Una resistenza all’insegna del sacrificio estremo, al limite del suicidio, con la massiccia presenza dei terroristi jihadisti di ogni genere e provenienza e del fantomatico al Zarqawi, il contractor ideologico, l’emissario – avversario di Bin Laden con il suo stragismo terrorista che prende di mira soprattutto gli innocenti.

    * I kurdi -15% della popolazione- che non perdono l’occasione di ringraziare le forze d’occupazione per averli liberati vivono di fatto una piena autonomia e di fatto con il sostegno dei proprio liberatori esercitano una pulizia etnica nelle aree di popolazione mista. I sunniti arabi - 20% della popolazione- dopo aver perso i privilegi di 70 anni attenuti dal sostegno del mondo arabo e dai wahabbiti, si sono impegnati in una guerra all’ultimo sangue. Gli sciiti - 65% della popolazione- nelle loro varie anime, sotto la leadership moderata del Grande Ayatollah Ali Sistani e con il sostegno degli ayatollah di Qom e di Teheran aspettano le elezioni per vincerle e chiedere la fine dell’occupazione. Nella maggior parte del territorio irakeno i clericali sono l’unica autorità e all’ombra delle forze d’occupazione i crescenti integralismi fanno la propria pulizia etnico-religiosa ai danni delle minoranze, riducendole nel miglior dei casi al silenzio.

    Il caso iracheno è stato paragonato al Vietnam (Sen.Mc Cain), all’Afghanistan, al Libano degli anni 80 (Newsweek)…, ma la tragedia irachena in realtà è unica nel suo genere, è un mix di tutti questi drammi con in più il disonore di Abu Ghraib.

    Nei mesi scorsi la comunità internazionale, dopo le nefandezze di Abu Ghraib, ha potuto vedere sugli schermi un altro episodio agghiacciante: un soldato Usa che assassinava con freddezza un ferito inerme. Pochissimi allora lessero - sui siti medio orientali (per esempio www.baztab.com) - anche la notizia che quel gesto non era un caso isolato o il risultato di una vendetta, tanto meno la conseguenza di una isteria di paura, bensì la dimostrazione di una procedura diffusa a fini di lucro: secondo un prezziario gli organi venivano venduti dai soldati del reparto ai vari intermediari per prendere la via di certe cliniche: un cuore 25 dollari , un occhio 10 dollari: le cifre sono proprio queste.

    Per "capire" il senso e il significato dell’atteggiamento del soldato assassino, basta dare un occhiata al fondo spese di un semplice dipendente della Haliburton – compagnia legata al vice presidente D.Cheney- di stanza in Iraq e paragonarlo con i costi e le spese di un soldato Usa nella stessa area, secondo le tabelle del Pentagono di Dr.D.Rumsfeld.: 80 dollari ciascuno. In Iraq si nota un’assenza totale di "sicurezza" dove i lupi divorandosi fra di loro, divorano su scala industriale soprattutto chi non sa divorare.

    Nei mesi scorsi, secondo la ricostruzione di P.McGough del " Sidney Morning Herald", si è appresso che Iyad Allawi sul procinto di essere nominato "primo ministro indipendente" avrebbe personalmente freddato sei prigionieri irakeni. Un primo ministro che, insieme ai personaggi come Hazam Sha’alan ministro della difesa, Mohammad Shahvani capo dei nuovi servizi segreti, Hassan fallah Naghib responsabile degli interni, Adnan Zorfi governatore di Najaf, gestisce il "raggruppamento della difesa nazionale" e attraverso questa organizzazione ufficiale da tempo riceve e poi fa arrivare denaro, e direttive ai vari squadroni della morte presenti sul territorio. Tutto ciò sotto gli occhi vigili del grande Troubleshooter di Baghdad e della sua corte di 6000 unità, l’ambasciatore J.Negroponte specialista di squadroni della morte nell’Honduras degli anni Ottanta. Appena J.Negroponte è stato nominato ambasciatore a Baghdad, gli honduregni, ricordandosi forse di certe pratiche dell’ambasciatore, hanno ritirato immediatamente il proprio contingente dall’Iraq – (vedi l’articolo di Noam Chomsky consultabile nell’archivio di Megachip, ndr).

    Della presenza e dell’agire di certe squadre e certi gruppi di terroristi manovrati dall’autorità d’occupazione e dai surrogati locali, il sito di Megachip ne aveva parlato ampiamente nei mesi scorsi . Basta controllare l’archivio e dare un sguardo agli articoli come " La Cia, l’Esercito islamico in Irak, Enzo Baldoni, i giornalisti francesi". Adesso a dare la notizia dei piani del Pentagono per ufficializzare e istituzionalizzare un’ attività criminale già in pieno svolgimento a livelli rudimentali è il "Corsera" (10-01-2005) che cita l’autorevole "Newsweek".

    Secondo " Newsweek", il piano del Pentagono battezzato "Opzione Salvador" si ispira ai piani dell’amministrazione Reagan che agli inizi degli anni Ottanta cercò di sconfiggere la guerriglia di sinistra in America latina con la formazione e il finanziamento delle famigerate "squadre della morte" composte da unità scelte. Un piano che viene considerato un gran successo dell’amministrazione Reagan da parte della agguerrita nuova destra americana. Sempre secondo il settimanale americano, la Cia e il Pentagono si contendono la paternità dell’operazione. Mentre il Pentagono costruendo il proprio intelligence interno per opera di S.Cambone intende provvedere alla formazione – o a disciplinare e istituzionalizzare il preesistente - delle famigerate squadre, la Cia pretende l’affidamento del compito parlando del proprio primato storico in materia. Secondo il progetto, le unità scelte daranno la caccia agli insorti anche oltre il confine iracheno. Resta soltanto da chiarire – scrive " Newsweek"- se debba essere un strategia di eliminazione fisica o di "rapimento" dei "bersagli", per trasferirli in località segrete e interrogarli. Probabilmente tutt’e due le cose.

    Il "governo indipendente" di Allawi, nominato dalla Casa Bianca, sarebbe il più fermo propugnatore dell’ "Opzione Salvador" che vede nel generale M.Shahvani, capo dei nuovi servizi, il coordinatore ideale delle operazioni. Secondo una fonte del Pentagono citata da "Newsweek": "Questo è il fulcro del problema: la popolazione sunnita oggi non paga alcun prezzo per l’aiuto fornito ai terroristi. La nostra nuova strategia è volta proprio a incutere terrore nella gente della strada sui rischi insiti nell’aiutare i ribelli".

    E’ noto che le difficoltà dell’amministrazione Bush nascono dall’incapacità di preparare un "exit strategy" accettabile e di trasformare la schiacciante supremazia militare in dominio politico. Dell’impossibile e ridicolo dominio culturale dell’american lifestyle oramai - e dopo Abu Ghraib - nessuno ha più il coraggio di parlare. E’ noto anche che sono le tribù del triangolo sunnita come i Dulaimi, Jobour, Zubai e taifa Mansurah a garantire corridori sicuri per i guerriglieri o i terroristi per poter arrivare a città come Baghdad e compiere azioni di guerriglia. Non sono però soltanto i sunniti ma anche i vari notabili e attivisti della maggioranza sciita ad essere nel mirino, secondo una lista già preparata. Diversi di questi notabili sciiti e di militanti dell’ "Alto Consiglio per la rivoluzione islamica in Irak", della brigata Badr e del partito Da’wah sono stati già assassinati. L’assassinio di Bagher Hakim insieme a cento seguaci è un esempio emblematico.

    In realtà questi "squadroni della morte" hanno il compito di rafforzare Allawi attraverso la cattura e la soppressione - anche oltre il confine se è necessario - di chi si oppone all’occupazione per poter preparare le basi di una procedura simile a quella dell’Afghanistan dove H.Garzai, dopo essere stato prescelto e nominato premier ad interim e investito da una assemblea preselezionata, la Loya Jirgah, è stato "eletto" secondo il copione per garantire gli interessi Usa nella regione.

    Sull’attendibilità di "Newsweek" su questo argomento non si può avere nessun dubbio in quanto il magazine è ben "agganciato" nei circoli politici di Washington, tanto che uno dei suoi editorialisti, Farid Zakaria, viene definito in un discorso ufficiale del neo disegnato ministro degli esteri Condooleza Rice un "carissimo amico". Tutto sta a dimostrare l’inizio di una nuova fase di crescente terrore in Iraq: Al Hunt, dopo il disonore di Abu Ghraib, aveva scritto su " The Wall Street journal": "licenziare Rumsfeld per Abu Ghraib è come condannare Al Capone per evasione fiscale". Ma il ministro fu tempestivamente elogiato da J.W.Bush per il suo "Super Job" ovvero il suo "lavoro superbo". Rumsfeld ha preteso e sicuramente ha avuto il via libera per supportare l’"anima nera di Baghdad", il celebre J.Negroponte e pianificare - probabilmente insieme alla Cia e ai surrogati locali - rapimenti, soppressioni, torture ed estendere possibilmente il crimine e l’illegalità a un livello planetario.

    L’ Iraq potrebbe essere un semplice laboratorio.

    articolo originale in http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=176

    Mir Mad, Megachip

    Fonte

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