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(24 Gennaio 2014)
Il gasdotto TAP nel brindisino sarebbe un intollerabile sopruso perché il nostro territorio, a differenza di quello leccese, è da anni devastato da insediamenti industriali pericolosi: una mega centrale a carbone nella zona di Cerano a pochi chilometri dal capoluogo e un’altra ( sempre a carbone) a ridosso del centro abitato , ulteriori impianti di produzione energetica di vario tipo, il grosso stabilimento petrolchimico e numerosi complessi industriali che pesano come un macigno sulla vivibilità e le capacità di sviluppo della nostra comunità. Un territorio che ha bisogno di ottenere la riduzione del pesantissimo impatto ambientale da anni subito e non certo di vederlo irresponsabilmente aggravato dagli sventramenti di coste e dai guasti di un gasdotto che l’influente classe politica leccese ha allontanato dal suo territorio dirottandolo, più o meno apertamente, verso il nostro.
Quel gasdotto non attraverserà mai la provincia brindisina per l’opposizione della nostra comunità che lotterà contro l’iniqua manovra così come ha lottato e continua a lottare contro la realizzazione del rigassificatore. Il Presidente della Regione Vendola ebbe tempo addietro ad affermare solennemente che la costruzione dell’impianto di rigassificazione nella già disastrata realtà di Brindisi sarebbe stato “un crimine contro l’umanità” . Ebbene, tengano presente il Governatore pugliese e il Governo centrale che la costruzione del gasdotto nell’area brindisina sarebbe anche essa un “crimine” contro il buon senso, la buona politica e le più elementari esigenze di giustizia .
Nessuno pensi di poter portare ad attuazione l’insano progetto servendosi di qualche artificiosa argomentazione condita da abili quanto infondati pareri tecnici confidando nella presunta debolezza politica della nostra realtà. Gli studi tecnici specifici sono stati già fatti a suo tempo e, anche a prescindere dagli effetti dei danni subiti dal nostro territorio, hanno accertato che il gasdotto non si può realizzare a Lendinuso o a Cerano trattandosi di aree protette dalla rete Natura 2000 né a ridosso del Polo Petrolchimico per l’elevato tasso di industrializzazione della zona ad alto rischio di incidente rilevante e neppure a nord dell’aeroporto per la incompatibilità con i piani urbanistici del Comune di Brindisi. Nessuna debolezza politica quindi perché la forza della nostra comunità sta nella ferma opposizione dei suoi cittadini ed anche in quella, lo speriamo bene, delle sue rappresentanze istituzionali e delle forze politiche locali.
Per parte nostra, invitiamo tutte le espressioni della società civile a considerarsi in stato di grande agitazione e ad esprimere , nei modi ritenuti opportuni , la loro protesta per quanto potrebbe accadere in danno della nostra città e della nostra provincia. Così come facciamo appello al Sindaco di Brindisi e ai Sindaci degli altri comuni della provincia, ai rappresentanti dell’Amministrazione provinciale nonché alle espressioni politiche territoriali perché facciano presente alla Regione e al Governo quanto sia iniquo pensare di realizzare il gasdotto a Brindisi colpendo ancora una volta una comunità che ha dato un enorme contributo alle esigenze energetiche del Paese pagando costi gravissimi a partire da quelli costituiti dalle tante vittime dell’inquinamento e di incidenti industriali . Vittime alle quali spesso non è stata resa giustizia a causa di carenze normative e inadeguatezze dei mezzi di investigazione.
Brindisi 21 gennaio 2014
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