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Crisi, è boom di vendite ambulanti. +3334 unità nel 2013. Online +530 aziende

(26 Gennaio 2014)

boomambul

Non si arresta la crisi che colpisce le imprese commerciali, ma se si vuole invece riportare un'eccezione dobbiamo riportare i dati che rivelano la realtà delle vendite on line e di quelle ambulanti. E' l'Osservatorio Confesercenti a mostrare che da gennaio a dicembre del 2013 a chiudere l'attività sono state ben 83.735 imprese nei settori del commercio, della somministrazione, dell'alloggio per un saldo finale negativo che corrisponde a ben 22.616 aziende perdute per sempre.

Tra queste è in aumento solo il commercio fuori dai negozi: gli ambulanti infatti chiudono con un saldo positivo di 3.334 unità, mentre l'imprenditoria attive nel commercio grazie a internet aumenta di 530 aziende.

L'Osservatorio inoltre segnala il tasso incidente di rotazione fra aperture e chiusure che viene registrato dalle imprese che sono impegnate proprio come intermediari del commercio: nel 2013 sono state 18.149 le imprese che hanno impegnato l'attività, contro 18.041 cessazioni per un saldo stabile (+108).

"La crisi - dichiara Confesercenti - investe quasi tutti i settori merceologici: diminuiscono fortemente le imprese attive nel dettaglio moda e tessile con 11.510 chiusure, dunque un bilancio in perdita di 5.994 unità. Nel commercio carburanti siamo a -1.180, per quelle del commercio di giornali, riviste e periodici a -696, e anche per il dettaglio carni e ortofrutta -780 e -146 unità. Per quanto riguarda alloggio e somministrazione, invece, a soffrire di più - continua Confesercenti - sono le imprese attive nella ristorazione, che hanno registrato oltre mille chiusure al mese durante l'anno, per un saldo finale negativo di 3.586 unità. Un risultato di poco peggiore rispetto a quello delle imprese attive nel servizio bar con -2.995 unità. Giù anche l'alloggio, di -690. A livello regionale, la Sicilia risultato peggiore nel saldo aperture/chiusure di imprese del commercio al dettaglio in sede fissa con -2.297 attività, seguita da Campania con meno -2.099 imprese e Lazio invece -1.863. Nell'alloggio e somministrazione a registrare il saldo peggiore e' la Lombardia, -752 imprese, a seguire da Emilia Romagna, -728 e Piemonte, - 712".

"I saldi positivi rilevati nell'intermediazione commerciale, nel commercio su area pubblica e attraverso internet - dichiara Massimo Vivoli, vice presidente vicario di Confesercenti - confermano il ruolo di shock absorber della disoccupazione ricoperto dai tre settori, che necessitando di investimenti minori per avviare un'attività, hanno visto crescere il numero di aperture, probabilmente ad opera di persone rimaste fuori, causa crisi, dal lavoro autonomo o dipendente. L'alto numero di chiusure registrato, però, dimostra quanto sia complicata la vita degli imprenditori debuttanti, soprattutto se non hanno potuto beneficiare di adeguata formazione, in particolare in un mercato cosi' asfittico come quello interno italiano".

"I dati di novembre 2013 dell'Istat sulle vendite al dettaglio - conclude Vivoli - parlano chiaro: -2,1% nei primi undici mesi dell'anno, variazione nulla (+0,0) rispetto ad ottobre. Siamo l'unico Paese tra i cosiddetti 'Big Five' d'Europa ad essere fermi sul fronte della domanda interna". La Germania ha infatti registrato +1,5%, la Francia +2,1%, la Gran Bretagna +0,3% e la Spagna +1,9%.

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