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(5 Novembre 2010) Enzo Apicella

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AGADEZ (NIGER): RINNOVO CONTRATTI MINERARI, PROTESTA VIETATA

(30 Gennaio 2014)

Per la seconda volta in pochi giorni, le autorità nigerine hanno vietato ieri una marcia indetta dalla società civile per denunciare sottosviluppo, povertà e danni ambientali provocati dallo sfruttamento delle risorse minerarie da parte di società straniere. Il divieto giunge proprio mentre proseguono a Niamey le trattative per il rinnovo del contratto con Areva, colosso francese del nucleare.

Il sindaco di Agadez, Rhissa Feltou, ha bloccato la manifestazione organizzata dal Comitato per il rinnovamento e l’innovazione (Cri), argomentando che “il suo statuto deve essere regolarizzato prima di poter scendere in piazza”. Un divieto accolto con sorpresa da El Kontchi Mohammed Aoutchiki, segretario generale del Cri, portavoce del malcontento popolare per “lo sfruttamento minerario iniquo che non ha portato ricchezza e danneggia il nostro ambiente”, ma anche per “la cattiva gestione” della città mineraria settentrionale e le “mancate promesse di sviluppo del governo”. Aoutchiki ha presentato un’altra richiesta formale alle autorità locali per poter tenere sabato 1° febbraio la marcia cancellata.

La scorsa settimana una protesta convocata a Niamey con le stesse motivazioni non si è potuta tenere per un divieto delle autorità giudiziarie che hanno invocato una “minaccia alla quiete pubblica”. Gli organizzatori hanno indetto una nuova mobilitazione per il 6 febbraio, intenzionati a denunciare nuovamente le storture dei contratti con Areva. Anche ad Arlit, l’altro centro di produzione di uranio nel nord del paese, diverse proteste della società civile sono state bloccate negli ultimi mesi.

L’annoso malcontento dei nigerini è emerso con maggiore virulenza mentre il governo centrale di Niamey sta rinegoziando i termini del contratto con Areva, scaduto lo scorso 31 dicembre, per arrivare ad un partenariato “più equo”. Pochi giorni fa il ministro delle Miniere, Oumarou Hamidou Tchiana, ha annunciato che le trattative in corso “andranno avanti fin quando non sarà trovato un compromesso fiscale” nell’ambito della legge del settore minerario in vigore dal 2006. “I negoziati continuano nell’interesse esclusivo del popolo nigerino, dei lavoratori del settore e dello Stato” ha assicurato il ministro.

In pieno negoziato il gigante minerario, attivo da decenni nell’ex colonia francese, ha interrotto la sua produzione nei due impianti di Arlit, invocando un “vuoto giuridico” scaturito dalla scadenza del contratto. Una decisione che alimenta critiche e malcontento. Per Ali Idrissa, coordinatore della Rete delle organizzazioni per la trasparenza e l’analisi di bilancio (Rotab), la chiusura dei siti di Arlit non è altro che “un vero e proprio ricatto, un’ennesimo tentativo di Areva di esercitare pressioni sul nostro governo”.


[VV]

Misna

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