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Salvate la Sanità

Salvate la Sanità

(28 Novembre 2012) Enzo Apicella
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Spagna, il Sindicato Ferroviario si congratula per la vittoria della lotta a difesa della sanità pubblica di Madrid

(30 Gennaio 2014)

Dal sito del S.F. Sindicato Ferroviario- Confederaciòn Intersindical

sindicatoferro

Comunicato 8 29/01/2014

Ci felicitiamo con chi ha lottato per raggiungere l’obiettivo
Bloccata la privatizzazione degli ospedali di Madrid; si dimette il Consigliere della Sanità
SI, SI PUO’. PRENDIAMO ESEMPIO IN RENFE E IN ADIF
(RENFE è l’Azienda iberica responsabile dei trasporti ferroviari; ADIF è l’ente preposto alla amministrazione e manutenzione della rete dei trasporti su rotaia: tale sdoppiamento di funzioni si deve alle riforme di segno liberista del 2005, NDT).

La mobilitazione portata avanti in difesa della Sanità pubblica e contro la decisione adottata dalla Comunità di Madrid di privatizzare sei ospedali ha dato i suoi frutti. Il Governo ha bloccato definitivamente la privatizzazione ed il Consigliere per la Sanità di Madrid ha rassegnato le dimissioni.
Il Sindacato Ferroviario desidera congratularsi con chi ha lottato e vinto, con chi ha avuto fiducia nella forza della mobilitazione, per dimostrare che nulla è impossibile e che, nonostante decreti ed imposizioni governativi, le cose possono andare in maniera differente.
Questa lotta, come altre, dimostra che LE DECISIONI DEL GOVERNO E DELLE IMPRESE SONO MODIFICABILI.
Che nulla è definitivo. Ma che solo attraverso la pressione delle mobilitazioni possono ottenersi risultati, nei confronti di chi governa a colpi di imposizioni, mutilando ripetutamente i nostri diritti, garantendo i privilegi di pochi e la impunità di chi saccheggia i beni pubblici, di chi corrompe, ai danni della cittadinanza, dei lavoratori e delle lavoratrici.
LE PERSONE LAVORATRICI DI RENFE E ADIF VIVONO UNA CONDIZIONE MOLTO LONTANA DA TALE REALTA’
Abbiamo dovuto subire la frantumazione in sei imprese(4 di RENFE, 2 di ADIF) senza che sindacati come UGT e CCOO si mobilitassero per impedirlo. E’ sicuro che se tutti gli scioperi e le manifestazioni che abbiamo indetto, avessero avuto l’appoggio di altri sindacati, la situazione nelle Ferrovie oggi sarebbe differente.
La stessa cosa accade al nostro diritto a condizioni decenti di prepensionamento. Mentre in altre imprese si firma per condizioni vantaggiose per i lavoratori e le lavoratrici più anziani, da noi si rinuncia e ci viene negato ciò che in termini di condizioni di lavoro era stato mantenuto per oltre 30 anni in RENFE e ADIF.
Con la rinuncia e le capitolazioni non è possibile difendere i nostri diritti, né opporsi ai tagli.
L’esempio della lotta nella Sanità pubblica di Madrid lo dimostra. Non hanno rinunciato, non si sono arresi.
Hanno alzato la testa. Ed hanno vinto. Perché SI, SI PUO’. Prenda nota chi in RENFE e ADIF fa il contrario.
Riproduciamo di seguito il Comunicato dei Compagni e delle Compagne del MATS (Movimento Assembleare dei Lavoratori della Sanità), con i quali il Sindacato Ferroviario mantiene stretti contatti, ed ai quali rivolgiamo le nostre felicitazioni per gli obiettivi raggiunti:

UNA GRANDE VITTORIA CHE CI DA MOLTA FORZA PER ANDARE AVANTI
Il blocco definitivo, da parte del Governo della Comunità di Madrid del progetto di privatizzazione di sei ospedali, senza attendere l’intervento della Magistratura, così come le dimissioni del Consigliere per la Sanità (Fernàndez Lasquetty) rappresenta una grande vittoria per chi lotta in difesa della Sanità pubblica;
la privatizzazione dei sei ospedali cittadini avrebbe rappresentato il passaggio delle cure mediche specializzate per due milioni di cittadini (e cioè, un terzo degli abitanti della Comunità) in mani private.
Ciò avrebbe non solo intaccato pesantemente il sistema sanitario pubblico in vari ed importantissimi aspetti, ma avrebbe significato la distruzioni di 5200 posti di lavoro pubblici.
La decisione del Governo del PP (Partido Popular, NDT) rappresenta una grande sconfitta politica sul terreno della maggiore “scommessa” dell’intero programma di privatizzazioni.
Il senso politico di questa lotta non consiste unicamente in ciò che siamo stati capaci di evitare, ma in ciò che le forze governative hanno perduto: l’immagine di imbattibilità e di credibilità al cospetto del mondo degli affari. Li abbiamo sconfitti, nonostante giocassero in casa e con arbitri da loro nominati.
La nostra vittoria (o, se si vuole, la loro sconfitta) è stata tanto grande che li ha obbligati a cercare una “testa di turco”, una diga che contenesse la marea: le dimissioni di Lasquetty. “Roma non paga i traditori” e, come si vede, neanche gli sconfitti. Il Signor Gonzales ha dovuto tutelare il proprio Governo dagli effetti di questo disastro. Ciò lo ha costretto alla messinscena delle dimissioni di Lasquetty, il quale aveva perduto del tutto il controllo del governo della Sanità di Madrid. Con queste dimissioni si mette in scena, soprattutto, la burla del Consigliere decaduto quale unico responsabile del disastro. Non a caso Lasquetty è il primo Consigliere del PP a dimettersi a causa di una grande mobilitazione sociale.
La vittoria è stata il frutto di una formidabile mobilitazione, di una opinione pubblica cittadina, a maggioranza schiacciante a favore della Sanità pubblica. Senza tutto ciò, gli ultimi pronunciamenti della Magistratura non sarebbero stati possibili.
In tal senso, la unità tra i lavoratori, e tra questi e la cittadinanza, è stata la chiave per generare un movimento tanto potente, costante ed esteso. Riteniamo che la autoorganizzazione, al margine delle sigle presenti in singoli ospedali o quartieri, abbia permesso tale unità senza precedenti.
Questa vittoria dovrà incoraggiarci per proseguire la lotta e riprenderci ciò che abbiamo perduto: ciò che è stato privatizzato e chiuso. Gli esempi non mancano: L’Istituto Cardiologico, il “Carlos III”, la Lavanderia del Mejorada, i quattro ospedali che già sono nelle mani delle imprese Capio e Ribera Salud (Mòstoles, Torrejon, Valdemoro e la Fondazione Jiménez Dìaz), la conversione dell’ospedale Collado-Villalba in struttura pubblica al 100%, al pari dei sei ospedali che si volevano privatizzare, o casi come quello del “Puerta de Hierro”, dove sono i “servizi non sanitari” ad essere privatizzati. Inoltre, chiediamo la deroga alla legge promulgata da Esperanza Aguirre, nella parte in cui questa prevede la abolizione di 26 figure professionali, con l’obiettivo di privatizzare i settori in cui tali professionisti operano.
Dobbiamo recuperare le piante organiche del personale che, in questi anni, sono state pesantemente intaccate dai tagli.
Dobbiamo in special modo, dare maggior forza alla campagna già in corso contro le Derivazioni, che sono un modo di introdurre privatizzazioni mascherate, uno dei tanti strumenti del Governo del PP per raggiungere i suoi scopi con altri mezzi. Senza tralasciare la lotta per la abrogazione delle leggi 15/97 e 16/2012.
L’unità dei lavoratori e degli utenti basata sulla partecipazione e la autoorganizzazione ci ha reso pussibile questa grande vittoria.
Crediamo che questa stessa ricetta ci permetterà di recuperare ciò che abbiamo perduto e di sconfiggere qualsiasi politica che sia rivolta al beneficio di pochi e a danno dei lavoratori, degli utenti e della popolazione.
La Sanità non si vende, si difende. Si, si Può

MATS (Movimiento Asembleario de Trabajadores/as de Sanidad)

28 gennaio 2014

Traduzione di Leonardo Donghi

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