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Vertenza Granarolo, a Bologna 1500 in corteo in solidarietà ai facchini

(2 Febbraio 2014)

Dai dipendenti comunali 300 euro in buoni pasto per sostenere la lotta dei lavoratori, i lavoratori dei nidi annunciano il boicottaggio dei prodotti dell'azienda, la solidarietà degli scrittori bolognesi

vertgrana

Un cor­teo chias­soso e par­te­ci­pato ha attra­ver­sato ieri Bolo­gna dalla parte dei lavo­ra­tori della logi­stica in lotta per diritti e dignità con­tro Gra­na­rolo, Lega­coop e i poteri costi­tuiti di Bolo­gna la «rossa». «È finito il tempo della paura, è finito il tempo dei ricatti» hanno scan­dito le 1.500 per­sone in cor­teo. «Se toc­cano uno, toc­cano tutti» reci­tava uno stri­scione calato dalle sca­li­nate del giar­dino della Mon­ta­gnola. Ad aprire la mani­fe­sta­zione un len­zuolo con una scritta in ita­liano e in arabo: «Per la dignità scio­pero fino alla vit­to­ria», fir­mato dal «Pre­si­dio per­ma­nente Granarolo».

I mani­fe­stanti sono arri­vati da mezza Ita­lia: lavo­ra­tori della logi­stica e non, insieme a mili­tanti di cen­tri sociali, reti di movi­mento e cit­ta­dini che si sono uniti ai fac­chini in lotta da dieci mesi insieme agli stu­denti, ai cen­tri sociali e ai col­let­tivi bolo­gnesi (Hobo, il Labo­ra­to­rio Crash, il Cua e il Cas). Tan­gi­bile la con­sa­pe­vo­lezza di una posta in palio che non riguarda solo il set­tore della logi­stica, ma le con­di­zioni di vita e di lavoro di lar­ghe fasce della popo­la­zione col­pite dalla crisi.

Nelle ultime set­ti­mane Bolo­gna si è spac­cata sulla linea di classe. Nei giorni scorsi, a difesa di Gra­na­rolo, l’azienda al cen­tro della ver­tenza che ha rag­giunto nel 2013 un miliardo di euro di fat­tu­rato subap­pal­tando la gestione dei magaz­zini a coo­pe­ra­tive che abbat­tono il costo del lavoro, si è schie­rata buona parte della poli­tica cit­ta­dina, a comin­ciare dal sin­daco Vir­gi­nio Merola (Pd) e dagli asses­sori. Ad avere raf­for­zato la già dura con­trap­po­si­zione sono state le vio­lenze con­tro un pic­chetto paci­fico e l’arresto di due dele­gati sin­da­cali del Si Cobas al pre­si­dio di gio­vedì 23 gen­naio ai can­celli della Gra­na­rolo. Sono stati scar­ce­rati dome­nica scorsa, ma le pole­mi­che non sono finite con la Lega­coop, l’organo di rap­pre­sen­tanza delle coo­pe­ra­tive rosse in Emi­lia, la Cgil e alcuni par­la­men­tari, di destra e sini­stra che in un’interpellanza par­la­men­tare hanno chie­sto il «ripri­stino della legalità».

La Gra­na­rolo lamenta «i danni subiti per i bloc­chi» e ha annun­ciato di stare «pre­di­spo­nendo l’azione legale per la richie­sta di risar­ci­mento». A Bolo­gna si teme che la resi­stenza dei fac­chini possa gene­ra­liz­zare le ini­zia­tive di lotta. I mani­fe­stanti, invece, hanno denun­ciato chi vuole sfrut­tare senza intro­mis­sioni il lavoro dei migranti e dei pre­cari. «Il loro obiet­tivo — sosten­gono i lavo­ra­tori — è rom­pere l’unità che le nostre lotte hanno creato». Con la mani­fe­sta­zione hanno voluto respin­gere il ten­ta­tivo di cri­mi­na­liz­zare una resi­stenza che con­ti­nua da mesi.

Un altro ele­mento ha carat­te­riz­zato il cor­teo di ieri, il richiamo alla dignità dei lavo­ra­tori. Il con­cetto è tor­nato anche negli appelli sot­to­scritti a favore dei fac­chini da parte di scrit­tori molto cono­sciuti, da Vale­rio Evan­ge­li­sti a Wu Ming, che si sono schie­rati al loro fianco. Sono inter­ve­nuti anche i lavo­ra­tori dei nidi e delle scuole materne bolo­gnesi che hanno annun­ciato un boi­cot­tag­gio dei pro­dotti Gra­na­rolo: «Non vogliamo che i nostri bam­bini siano com­plici delle sfrut­ta­mento», hanno scritto in una nota. Gli stu­denti medi e uni­ver­si­tari si sono mobi­li­tati in una par­te­ci­pa­tis­sima assem­blea in un luogo sim­bolo delle lotte stu­den­te­sche, in via Zam­boni, 38. I dipen­denti comu­nali hanno rega­lato 300 euro di buoni pasto ai fac­chini, un modo con­creto con cui soste­nere la lotta. Giam­piero Cal­zo­lari, pre­si­dente di Gra­na­rolo e di Lega­coop, pro­se­gue diritto per la sua strada. «Noi siamo per la pax sociale — ha spie­gato a «Il Sole 24 ore» — ma come azienda non mi assumo impe­gni verso costoro. Il pre­fetto, peral­tro, non ha che potere di moral sua­sion». Cal­zo­lari non sem­bra dispo­sto a una media­zione con i fac­chini in lotta, nono­stante il pre­fetto Sodano abbia incon­trato qual­che giorno fa i lavo­ra­tori e il sin­da­cato Si Cobas per tro­vare una solu­zione al pro­blema. Lavo­ra­tori e sin­da­cati chie­dono di ren­dere ese­cu­tivo l’accordo sot­to­scritto a luglio 2013 anche da Lega­coop, Gra­na­rolo e Cgil, che pre­ve­deva il gra­duale rein­te­gro dei lavo­ra­tori licen­ziati per un giorno di scio­pero, e solo in minima parte rispettato.

«Usano un can­none per spa­rare con­tro le far­falle – sostiene il segre­ta­rio nazio­nale del Si Cobas Aldo Milano – vogliono farne una que­stione di ordine pub­blico ma quando la piazza risponde come oggi non hanno spe­ranze». Gli orga­niz­za­tori sosten­gono che il cor­teo di ieri abbia aperto un per­corso. Il pre­si­dio davanti ai can­celli di Gra­na­rolo. Non ven­gono esclusi altri bloc­chi delle merci se la situa­zione non tro­verà lo sbocco richiesto.

Eleonora Bortolato e Anna Curcio, Il Manifesto

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