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(19 Gennaio 2005)
Combattenti fariani,
Un saluto fraterno, rivoluzionario e bolivariano. Un felice Natale ed un nuovo anno di lotte e vittorie a tutti.
Dopo il mio sequestro a Caracas, Repubblica Bolivariana del Venezuela, ritorno nel nostro Paese; non vinto, ma a testa alta e molto orgoglioso di appartenere all’Esercito del Popolo, le invincibili FARC.
Quelli che credono che con le lusinghe dell’abbondante denaro e della nuova identità personale e familiare, da dare come salario in cambio del tradimento, riusciranno a spezzare la volontà di lotta dei rivoluzionari, si sbagliano. A loro va tutto il nostro disprezzo e la nostra ripugnanza.
Ora cercano di ricattarci con l’estradizione. Questi traditori, proni di fronte al nemico, non sanno che Antonio Nariño ai suoi tempi fu estradato nella metropoli e che anni dopo Bolívar ed il suo esercito di guerriglieri fecero a pezzi l’impero spagnolo in questa parte del mondo.
Né Bush né Uribe, con i loro regimi fascisti e le notti di terrore, potranno arrestare le brame di libertà che vibrano nei cuori della Colombia e dell’America tutta.
Siamo qui con Simón e l’abbraccio che ci siamo dati nel carcere di Cómbita lo estendiamo col nostro braccio guerrigliero a tutti voi, veri creatori della Nuova Colombia.
Contro l’oligarchia, per il popolo!
Contro l’imperialismo, per la patria!
20 dicembre del 2004
Bolivarianamente,
Ricardo
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