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Sangue e arena

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(Dove và la CGIL?)

Fuoco amico

Giubbotto anti-proiettile

(5 Febbraio 2014)

La vita è come in trincea, appena alzi la testa fioccano le pallottole.


Questo adagio deve essere aggiornato aggiungendovi che, quando lasci la trincea devi indossare due giubbotti anti-proiettile; uno sul davanti ed uno a difendere il retro della tua persona (“Uomini contro” insegna).

Il mio pieno e più incondizionato appoggio a Landini, sottoposto ora al “fuoco amico”:


(da Il Fatto Quotidiano del 5/2)



Cgil, Camusso chiede la scomunica di Landini: “Devono processarlo”
Il segretario del sindacato, con una lettera scritta di suo pugno, chiede al Collegio statutario del sindacato se sia possibile punire il numero uno della Fiom. Al centro delle polemiche, le critiche del leader dei metalmeccanici per l'accordo firmato con Confindustria sulla rappresentanza …
di Salvatore Cannavò | 5 febbraio 2014



So di cosa scrivo, per vita sindacale vissuta.

All’uscita, serale, da una importante Riunione con i Vertici del Fondo Pensioni dell’Istituto ove lavoravo, presente unitamente ad altri della medesima Sigla, in qualità di Dirigente sindacale dell'Organo di Coordinamento (Segretario R.S.A. dell’Unità Produttiva di appartenenza, Membro dell’O.d.C., nonché della Segreteria Nazione e del Direttivo Nazionale), mi ritrovai tra le mani una bozza di Statuto, consegnatami da uno dei "miei": Testo di ciò che si stava colà confezionando e che era oggetto di turbolenti trattative in particolari con la nostra Struttura, unica che si opponeva, con cognizione di causa, ai magheggi confezionati a parziale danno dei Soci del Fondo, nostri Colleghi di lavoro.

Dovevano modificarsi le norme statutarie, valide fino a quel momento, e si voleva riconoscere - da parte dell’Ente in parola, con il beneplacito/suggerimento della Banca - solo il Montante maturato, nello zainetto di apertura della nuova posizione a variazione avvenuta, e non - come legittimo fosse - la Riserva Matematica per i versamenti dei Soci e della Banca per la Pensione Integrativa.

Le altre Sigle sindacali, supìne, avevano accettato passivamente le condizioni proposte. Noi no, anche per la mia ferma e manifestata contrarietà alla "fregatura"; opposizione che ha visto poi d’accordo altri colleghi di sindacato, dopo i chiarimenti tecnico/finanziari loro offerti al riguardo nella Materia in esame Insomma, soli contro - quasi - tutti; ma ciò non mi/ci spaventò.

Quella sera, di venerdì, uno di noi, uscendo dal Complesso che ci aveva ospitati, trovò, solitaria su di una scrivania, una bozza di ciò che si stava confezionando e non del tutto riportato/comunicato/esplicitato in sede di trattative. La circostanza era ghiotta, appetibilissima, poiché avevamo l’occasione di entrare in tutti gli articoli, i dettagli che avrebbero composto la nuova Stesura dello Statuto del Fondo da sottoporre poi a votazione dei Soci.

L’incarico di dedicare il fine settimana allo studio del volumetto fu affidato a me, il più preparato alla bisogna ed il più tenace nell’opposizione durante le Riunioni di fuoco che ci vedevano contrapposti al Fondo, alla Banca. Opera messa in cantiere e definita con la produzione di un Comunicato che, a firma dell’O.d.C. (Organo di Coordinamento) avrebbe dovuto raggiungere, il lunedì mattina successivo tutte le nostre Sedi sindacali per la divulgazione/denuncia tra i colleghi.

Tra le tante obiezioni, di contenuto prettamente tecnico, alcune delle quali già eccepite con dovizie di argomentazioni in Riunioni, una particolarità aveva colpito la mia lettura e cioè il fatto che il Fondo si riservava l’utilizzo della Cassa anche per investimenti su terreni urbani e fondi agricoli. Fu facile la redazione di un Comunicato di denuncia che, a prima ora del lunedì raggiunse - via fax - le Sedi dei Membri dell’O.d.C., cinque elementi in tutto, me compreso.

In particolare il Comunicato, dal titolo di richiamo, steso su due pagine, “Fondo Pensioni o Fondi Agricoli: ” … sembrerebbe, che il nuovo Statuto preveda anche investimenti immobiliari, in terreni urbani e fondi agricoli … Ma il D.Lgs 124/’93 non vieta investimenti al di fuori di quelli mobiliari? … Potremmo ritrovarci - in futuro - a coltivare e vendere prodotti agricoli ovvero trarre reddito da pascolo di greggi, rendite in natura … le nostre future quote pensionistiche quali “frutti” …”; questo il sunto della denuncia da me redatta nel week end.

L’assenso alla pubblicazione dell’altro collega sindacalista della Sede di Roma e di quello di Napoli, dopo gli aggiusti, le correzioni, le aggiunte a sei mani, avvenne con velocità, nella stessa mattinata; attendevamo l’o.k. - e le eventuali loro determinazioni al riguardo - dei restanti due della sede di Milano, tra i quali il Segretario Generale della nostra Organizzazione. Segretario Generale, primus inter pares, anch’egli presente il pomeriggio del venerdì prima citato e molto soddisfatto degli interventi del sottoscritto per come lodati all’uscita dalla sessione di battaglia contro il Fondo.

Democrazia vuole che tre su cinque possano procedere, anche per il ritardo (voluto?) dei restanti Membri del Nord; noi avevamo fretta di denunciare la cosa per cercare di limitare i danni in Stesure definitive che poi avremmo avuto difficoltà a contrastare, stante la potenza di fuoco, per solo calcolo numerico degli iscritti e dei votanti, dei restanti Sindacati, tra i quali la cosiddetta “Triplice”.

Fu così che l’altro Membro romano, ottenuto il consenso da Napoli, mi invitò, con la frase “Pubblichiamolo lo stesso, con urgenza, e, perché non ci siano problemi di rappresentatività delle firme, nonostante la maggioranza (3/5) d’accordo, invece che O.d.C., firmalo tu (io, n.d.r.) come R.S.A. (Rappresentanza Sindacale Aziendale) così diamo la sveglia ai milanesi!”, a procedere senza indugio alcuno.

Avvenne così, su base nazionale, la cosa suscitò certo scalpore ed imbarazzo negli estensori del Testo al Fondo Pensioni. Avevamo scoperto le carte del magheggio, i cervelloni del Fondo si dovettero riunire in tutta fretta e cassare la norma di riferimento, abbandonando ogni velleità di investimenti terrieri e dintorni.

Mi raggiunse però, avendo all'epoca indossato un solo giubboto sul davanti, la pallottola, da Milano, del fuoco amico, con un Comunicato, di inusitata violenza verso un altro sindacalista e collega di Gruppo (reo di aver agito in ossequio a quanto sempre deliberato da Organo Collegiali del Sindacato, n.d.r.) ove si stigmatizzava il procedere della R.S.A. che, in momento delicato, aveva diffuso notizie …

Uscito dalla trincea, con il solito coraggio che ha distinto il mio procedere nella via, anche "civile", ero stato lasciato solo, in faccia al “nemico” e colpito alle spalle. Disturbavo qualcuno?

Il seguito dei fatti non è importante se non per informare del fatto che la mia opera, unitamente ai colleghi, che mi hanno seguito nella battaglia della quale porto ancora oggi i segni delle ferite, ma anche le medaglie al valore sindacale, conquistate sul campo, ottenne il risultato di uno “zainetto” (quota capitale di ingresso) che andava oltre il solo Montante con posizionamento più che a metà strada rispetto alla Riserva Matematica. Zainetto del quale hanno goduto tutti i Soci, nonostante gli inginocchiamenti di molti tra di loro, sindacalisti in primis.


Tutto il mio sostegno e stima a Landini affinché egli non pieghi mai le ginocchia!

eugualemcalquadrato.ilcannocchiale.it

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