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(Il saccheggio del territorio)

Padova: Cemento che ride anche a Piazzale Boschetti

Un appello per la salvaguardia del Parco delle Mura

(21 Gennaio 2005)

Risale al 1868 il primo Piano Regolatore Edilizio della città di Padova: un Piano Regolatore finalizzato alla "modernizzazione" dell'antico tessuto urbano, ma che si preoccupava anche di destinare a verde una sia pur ristretta fascia di territorio all'esterno delle mura cinquecentesche. E' significativo osservare - alla luce di quanto oggi sta avvenendo - come di questa fascia verde facessero parte integrante le due aree attualmente occupate da piazzale Boschetti e dall'ex Cledca. Una destinazione rigorosamente confermata dal primo Piano Regolatore Generale di Padova elaborato nel 1954 da Luigi Piccinato, che definiva la morfologia dei nuovi quartieri periurbani, del centro direzionale e della zona industriale, ma che - nel contempo - individuava proprio nella valorizzazione ambientale dell'antico sistema bastionato uno degli elementi essenziali per la salvaguardia della forma e dell'immagine urbana. La destinazione a verde delle due aree venne nuovamente confermata dalle Varianti Generali di PRG del 1974 e del 1983.

E' in anni più recenti che questa visione strategica del passato e del futuro della nostra città viene progressivamente dimenticata e cancellata. Dapprima si consentì "in via del tutto temporanea" (si sostenne) l'utilizzo dell'area dell'ex Cledca per la formazione di un parcheggio a raso. Successivamente la destinazione d'uso di quest'area venne mutata per consentire la costruzione (a quanto pare, imminente) di un vero e proprio autosilo: il più grande di tutta la città, con 750 posti auto e numerosi piani fuoriterra! Restava la speranza che - in un prossimo futuro - venisse quantomeno recuperata a verde l'area di Boschetti, grazie al previsto trasferimento della stazione delle corriere in prossimità di quella ferroviaria. Sembra, purtroppo, che anche quest'ultima legittima speranza sia destinata a svanire.

Una delibera della Giunta Destro del giugno scorso, passata sotto silenzio e depositata all'albo pretorio per una decina di giorni, recentemente convalidata con apposita deliberazione del Consiglio Comunale, ha infatti approvato un accordo di programma con la Provincia (proprietaria dell'area) che - in deroga alle norme di Piano Regolatore ed a quelle di salvaguardia ambientale - consente l'edificazione di nuove consistenti volumetrie edilizie (in aggiunta a quelle delle due palazzine novecentesche preesistenti) a fini commerciali, direzionali e residenziali (per una cubatura complessiva di 34.000 mc) e la realizzazione di un ampio parcheggio interrato, anche al di sotto della zona verde e della piccola piazza che verranno cedute al Comune: il tutto per rendere economicamente redditizia la dismissione ed il trasferimento della stazione delle autocorriere. I metri cubi complessivi previsti (esclusi portici e copertura piazzetta) sono 34.000, dei quali 23.000 per direzionale - commerciale e 11.000 per il residenziale (con regalo di due appartamentini da 50 mq al Comune).

Non ci sembra una decisione da passare sotto silenzio. Il progetto preliminare presentato dalla Provincia è terribilmente preoccupante non solo per l'evidente impatto ambientale, ma anche da un punto di vista strettamente architettonico ed estetico: tanto preoccupante ed impresentabile, che lo stesso Consiglio Comunale - su suggerimento della Commissione Urbanistica - nel convalidare il programma limitatamente agli aspetti urbanistici ne ha di fatto richiesto una sostanziale revisione, ritenendo indispensabile che "la progettazione sia improntata a criteri di elevata qualità architettonica" e suggerendo a questo fine l'indizione di un apposito concorso pubblico di progettazione.

Il progetto dovrà quindi essere aggiornato e dovrà essere nuovamente sottoposto al parere della Commissione edilizia integrata. Riteniamo però che questa non sia una salvaguardia sufficiente. Troppo importante e vitale, da un punto di vista paesaggistico ed ambientale, è quest'ambito della città antica che si integra strettamente con il Piovego e con il sistema della mura veneziane. Chiediamo quindi non solo che agli elaborati progettuali venga data la massima pubblicità, affinché a tutti i cittadini - prima che un nuovo ecomostro deturpi la nostra città - sia consentito un giudizio sulla qualità estetica delle opere previste, ma anche che si apra quanto prima un pubblico confronto culturale sulla stessa opportunità di consentire o di negare - come noi riteniamo sia necessario - il previsto consistente aumento delle cubature edilizie e sull'opportunità quindi di limitare l'intervento alla sola ristrutturazione delle palazzine esistenti.

Ecopolis Legambiente

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