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(Lotte operaie nella crisi)

Da Vicenza un appello:
Uniamo le lotte contro i tagli ai salari dei lavoratori !

Grande partecipazione all’assemblea organizzata da Cub Vicenza e Coordinamento No Austerity

(12 Febbraio 2014)

vicappello

La sala dove si è svolta, sabato 8 febbraio scorso, l’assemblea promossa dal sindacato Cub Vicenza e dal Coordinamento No Austerity era affollata soprattutto da lavoratrici e lavoratori del Comune di Vicenza, ma erano presenti anche alcuni lavoratori della scuola, delle cooperative e operai del settore privato. Lavoratori iscritti al sindacato Cub ma anche tanti iscritti ad altre sigle sindacali.
Le 100 sedie a disposizione non sono state sufficienti e diversi presenti sono rimasti in piedi, altri sono dovuti rimanere ad ascoltare nell’attiguo corridoio.
Una situazione non comune per Vicenza e densa di significato in una città che, proprio nello stesso giorno, vedeva annunciata un’iniziativa di Forza Nuova con l’arrivo del segretario nazionale Roberto Fiore, un’iniziativa quest'ultima che ha lanciato contenuti di contrapposizione fra i colpiti dalla crisi economica italiani e i colpiti dalla crisi economica d’altre nazionalità, un’iniziativa densa d’odio per i Rom e con il chiaro intento di scatenare una guerra fra poveri, in un momento in cui il capitalismo in tutto il mondo si trova a dover fare i conti con un’ascesa di massa delle lotte e con il tentativo, da parte dei lavoratori sotto attacco, di difendersi in modo organizzato.
L’assemblea dei lavoratori, che ha lanciato parole di lotta contro i soprusi dei governi e dei padroni e d’auspicio per l’unità fra i lavoratori è stata, noi crediamo, la più importante risposta antifascista che Vicenza, nella giornata di sabato 8 febbraio, ha offerto: la lotta contro il fascismo, infatti, non parte dalle redazioni dei giornali in mano alle Associazioni degli industriali, non può essere consegnata ad insulti e scritte sui muri, ma per svilupparsi deve iniziare e diffondersi nei luoghi di lavoro, nelle assemblee dei lavoratori che si organizzano, nelle strade.

Ispezioni Ministeriali: no ai tagli dei salari dei dipendenti pubblici
L’assemblea è stata convocata per organizzare la risposta dei lavoratori del Comune di Vicenza dopo che la Giunta, a seguito delle Ispezioni Ministeriali, ha inviato a tutti i lavoratori, anche quelli in pensione e deceduti, una lettera di messa in mora in cui si annuncia che sarà chiesto di restituire una parte del salario accessorio. Secondo gli accertamenti degli ispettori della Corte dei Conti sarebbero stati riscontrati errori nel calcolo del fondo e nel modo di distribuzione delle risorse dall’anno 2004 fino ad oggi nei salari dei mille dipendenti comunali di Vicenza. Com’è stato ripetuto più volte dai rappresentanti sindacali dei lavoratori non si sta parlando di denaro percepito impropriamente, non si tratta “di regalie, di mazzette, tangenti o contributi” ma dei salari dei dipendenti comunali che, per la stragrande maggioranza, si aggira sui 1.000,00-1.200,00 euro mensili, e con contratti bloccati dal 2009. In diversi casi nelle famiglie di questi dipendenti c’è un coniuge licenziato, in cassa integrazione o un figlio precario o disoccupato.
Dall’assemblea è emerso che quest’attacco ai salari, con lo strumento delle Ispezioni Ministeriali, sta avvenendo in decine di Enti Locali grandi e piccoli del Paese: Siena, Reggio Calabria, Martina Franca, Statte, Vicenza e tanti altri ancora e fa parte di un attacco più generalizzato al lavoro pubblico.

Il governo Letta, evidentemente, non ritiene sia il momento adatto, dopo il recente blocco dei contratti e lo scippo delle pensioni, per attuare in modo deciso provvedimenti legislativi di taglio sostanzioso dei salari dei dipendenti pubblici come accaduto, ad esempio, in Grecia, pertanto delega il lavoro al Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze) e alla Giustizia Amministrativa, in una cornice di “ripristino della legalità e di corretta interpretazione dei contratti” che è funzionale a confondere le acque e a distogliere l’attenzione da quello che sta accadendo, cioè la guerra di classe contro i lavoratori portata avanti dal governo su indicazione della Troika (Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale Europea, Commissione Europea).


Le relazioni

L’assemblea è stata introdotta e coordinata da Patrizia Cammarata componente Rsu Comune di Vicenza e della segreteria Cub Vicenza. E’ seguita la relazione di Maria Teresa Turetta, componente della Rsu del Comune di Vicenza e della segreteria Cub Vicenza, che ha dato indicazioni in merito alla vertenza legale che sarà intrapresa dalla Cub (che ha acquisito a livello nazionale la vertenza sindacale e legale di Vicenza) e di Giuseppe Jursic, componente Rsu Comune di Varese e Coordinatore provinciale Cub Pubblico Impiego che ha parlato dell’esperienza di Varese e di Busto Arsizio e ha ripercorso gli attacchi subiti dai lavoratori pubblici negli ultimi anni, inserendo quest’ultimo attacco in un contesto più generale.
Antonio Ferrari e Walter Gelli, entrambi della Cub nazionale, hanno concluso l'assemblea legando la situazione di Vicenza a quella di altri numerosi attacchi (sanità, trasporti, lavoro privato, ecc..) e si sono soffermati sulle lotte del passato e del presente, citando le lotte per la conquista dello Statuto dei lavoratori e altre attuali lotte, come quella dei lavoratori dell’Electrolux e delle lavoratrici che svolgono il servizio di pulizia negli istituti scolastici della provincia di Varese, servizio esternalizzato a cooperative e società private. Un importante passaggio è stato riservato anche al Testo Unico sulla rappresentanza, sottoscritto dalle burocrazie sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Confindustria che ha lo scopo di tagliare il diritto di sciopero e di associazione sindacale, uno strumento che vuole mettere a tacere il sindacalismo di base e che sarà usato contro le lotte dei lavoratori.


L’esperienza di Firenze e di Taranto

E’ stato, inoltre, letto un contributo pervenuto appositamente all’assemblea da parte di Stefano Cecchi e Silvia Gabbrielli di Usb –Pubblico Impiego e membri del Coordinamento Rsu Comune di Firenze, uno dei primi Comuni in cui sono avvenute le Ispezioni Ministeriali. Il contributo è stato importante e, oltre alle informazioni tecniche, ha evidenziato come quest’attacco ha avviato una serie di forti lotte che non avevano precedenti nella storia recente del Comune di Firenze: assemblee generali con la partecipazione di oltre 3.000 lavoratori per ogni assemblea, decine di presidi sotto Palazzo Vecchio, in Consiglio Comunale, alla sede Rai, contestazioni in campagna elettorale del comizio di Bersani e Renzi, la grande manifestazione del 14 Febbraio 2013 che ha visto quasi 4.000 lavoratori e lavoratrici in corteo da Palazzo Vecchio alla Corte dei Conti, in una grande e partecipata manifestazione, una delle più grandi degli ultimi 20 anni a Firenze. Questa grande prova di forza ha bloccato almeno in parte il taglio delle retribuzioni e ha costretto l’Amministrazione a ritirare l’atto sul blocco delle Progressioni economiche orizzontali (un piccolo esempio di come solo la lotta paga).
Ma il contributo di Firenze ha anche messo in luce il ruolo nefasto della politica di Pd e Pdl e di Matteo Renzi, sindaco di Firenze e attuale segretario del Partito democratico ma, al contempo, ha sottolineato come questa vertenza stia facendo crescere la coscienza dei lavoratori del Comune di Firenze che per la prima volta, dopo tanti anni, sono andati al di là del senso di appartenenza sia di categoria sia sindacale, costituendo un corpo unico nella risposta all’attacco subito.
Durante l’assemblea sono state diffuse altre notizie arrivate da lavoratori di Comuni in provincia di Taranto, sempre coinvolti nelle Ispezioni Ministeriali che hanno inoltrato alla Cub di Vicenza alcuni articoli di stampa di giornali locali della provincia di Taranto. Nel Comune di Statte, ad esempio, sono richieste ai lavoratori somme dai 3mila ai 34 mila euro da restituire entro un mese, e i lavoratori denunciano: “nella lettera si parla di somme indebitamente percepite ma sarebbe stato più giusto scrivere erroneamente erogate, visto che non siamo stati noi a versarci da soli le indennità. Insomma, si sorvola sulla responsabilità di chi aveva la firma per la regolarità tecnica e contabile” (cioè i dirigenti pagati anche fino a 170.000 euro l’anno).


Il dibattito e gli ordini del giorno votati

Il dibattito è stato vivace e nutrito di interventi. Per il Coordinamento No Austerity, che ha promosso l’assemblea con Cub Vicenza, è intervenuto Davide Primucci il quale ha spiegato come il Coordinamento si pone l’obiettivo della creazione di comitati per coordinare e sostenere le mobilitazioni e gli scioperi dei lavoratori in lotta, nella prospettiva di costruire un coordinamento nazionale di tutte le lotte e dell’unità dei sindacati non concertativi e degli attivisti sindacali combattivi della Fiom e della Cgil e ha evidenziato come per i giovani studenti che, come lui, lottano contro i tagli alla scuola pubblica e contro la precarietà, sia importante partecipare ad una riuscita e determinata iniziativa di lotta come quella che si stava svolgendo, e ha sottolineato la necessità dello sciopero.
Diversi presenti sono intervenuti con richieste e proposte; da segnalare l’intervento di un lavoratore del settore anagrafe e delegato Cub che ha evidenziato la necessità di procedere nella lotta insieme ai lavoratori degli altri Comuni coinvolti, per organizzare una manifestazione a Roma in una giornata di sciopero unitario. Questa proposta si è trasformata in un ordine del giorno votato all’unanimità dall’assemblea (con una astensione) che impegna, per questa vertenza, il sindacato Cub Vicenza ad appoggiare tutte le azioni di lotta organizzate dai lavoratori anche appartenenti alle diverse sigle sindacali, ad organizzarne altre forme di lotta e di intraprendere un percorso affinché sia creato a livello nazionale un coordinamento con i lavoratori degli altri Comuni coinvolti nelle Ispezioni Ministeriali per arrivare in modo unitario ad una giornata di sciopero con manifestazione a Roma, sotto i Palazzi del potere. Un secondo ordine del giorno ha espresso la solidarietà ai lavoratori dell' Electrolux che da settimane stanno protestando davanti ai cancelli della loro azienda e solidarietà alla dura lotta delle lavoratrici delle pulizie di Varese.
I partiti politici che sono intervenuti nel dibattito sono stati Rifondazione Comunista (con un intervento di Claudia Rancati, insegnante) e il Partito di Alternativa Comunista (con un intervento del nostro compagno Raffaello Giampiccolo).


Crisi economica e situazione politica: la necessità di una lotta generale

Il nostro partito ha voluto esprimere la solidarietà alla lotta dei dipendenti comunali anche con un volantinaggio, sia nei giorni precedenti l’assemblea, sia dopo la sua conclusione, per mettere a conoscenza di tutti i lavoratori di Vicenza della lotta dei dipendenti comunali e per ribadire che questo fatto non è altro che parte di un conflitto che vede schierati da un lato il capitale con le grandi banche, i governi nazionali ed europei, e dall'altro i lavoratori sempre più in difficoltà ad arrivare alla fine del mese e che subiscono continuamente lo smantellamento dei servizi pubblici (dagli ospedali alle scuole, dal trasporto pubblico ai servizi amministrativi). I lavoratori, per vincere questa vertenza, non dovranno fare affidamento ai tribunali (solo quando la piazza è piena si ottengono conquiste importanti, pur se parziali, in tribunale o nei parlamenti) ed è utile ricordare come le vie legali siano servite spesso solo per spegnere la rabbia e deviarne la resistenza.
In tanti, oggi, sono disposti a mettere in campo iniziative concrete di sciopero per creare disagio alla macchina comunale e statale, questa è la strada da intraprendere per vincere la vertenza. Anche in caso, come auspichiamo e crediamo possibile dopo aver visto la determinazione dell’assemblea, di una vittoria dei lavoratori del Comune di Vicenza, è necessario ricordarsi del fatto che questo tentativo da parte del governo è solo un segnale di un progetto che non si fermerà.
La sedicente debole ripresa economica, rivendicata dal governo e ampiamente pubblicizzata dagli organi d’informazione, non sta cambiando in meglio la vita dei lavoratori e non sta risolvendo, e non risolverà, nessuno dei problemi della classe lavoratrice, dei pensionati e studenti poveri, dei precari e disoccupati del Paese.
Il governo Letta non può né intende sottrarsi ai diktat dell’ Europa del capitale e dovrà proseguire nel suo attacco, incalzato, ora, anche dal sindaco di Firenze nonché nuovo segretario del Partito democratico, Matteo Renzi. Un segretario che è stato salutato dagli organi di stampa del capitalismo internazionale con grande entusiasmo, applaudito come “brillante stella”, “riformatore carismatico”, o, come dichiarato dal Financial Times, “la migliore speranza per l’Italia”. Renzi, infatti, sta spingendo per nuove riforme: la riforma elettorale in combutta con Berlusconi, riforme costituzionali e nuova riforma sul lavoro per renderlo ancora più flessibile, a spese dei lavoratori. Mentre i controlli delle Ispezioni del governo “per la correttezza legale” si preparano a rapinare i salari dei lavoratori del Comune di Vicenza e degli altri Comuni, il condannato Berlusconi continua a vivere nei suoi ricchi palazzi, circondato da “velluti e ori” e continua a dettare le regole, in combutta con il Pd, per avanzare nella guerra di classe contro i salariati di questo Paese.
Il governo Letta-Alfano ha parlato di “riforme dolorose” ma necessarie e la maggioranza che lo sostiene è formata da uomini che sono i passa-carte di banchieri e industriali, è composto da cattolici integralisti e reazionari che nulla hanno da condividere con chi, come tanti nostri compagni di lotta cattolici, dopo una giornata di lavoro svolge militanza gratuita nelle sedi sindacali o nelle associazioni per unire le lotte dei lavoratori immigrati a quelle dei lavoratori italiani o per organizzare la resistenza delle famiglie contro gli sfratti incolpevoli.
La sinistra politica e sindacale, dall'ex ministro del Governo Prodi, ora segretario di Rifondazione Comunista, all’attuale segretaria della Cgil Susanna Camusso, hanno consentito e collaborato alla mattanza sociale e hanno rinunciato ad una vera opposizione in cambio delle loro comode poltrone al governo e nei tavoli di Confindustria.
L'alternativa al governo dei banchieri e padroni, all’ipocrita opposizione di ex ministri o burocrati collaborazionisti, non può essere certo quella di Grillo e Casaleggio, che si battono contro le organizzazioni dei lavoratori (i sindacati) e contro i partiti (senza distinzione). Il Movimento5 Stelle è composto nella sua base certo anche da militanti onesti ma sopra di loro c’è la direzione di Casaleggio (noto frequentatore delle riunioni Confindustriali) e del comico miliardario Grillo (che considera “bravi ragazzi” quelli di Casa Pound), entrambi attivi a diffondere contenuti e forme di opposizione legate alla tradizione della destra e che, con un programma interclassista e profondamente reazionario, propongono di ridurre le tasse ai capitalisti e attaccano i sindacati in solidarietà ai padroni. Esemplare la posizione assunta da Grillo sul caso dell’Electrolux dove si è spinto a dire: “Perché un'azienda straniera dovrebbe venire, o restare, in Italia? Per pagare più tasse a uno Stato che dilapida buona parte dei suoi incassi di 800 miliardi all'anno? Se altrove il costo del lavoro è più basso, l'azienda andrà in Polonia, in Irlanda, in Romania, in Spagna e perfino in Germania”. Grillo parla della multinazionale svedese come se questa fosse costretta dalle circostanze ad operare una tale scelta, quando invece questa azienda si è ingrassata anche a causa del deprezzamento del costo del lavoro. Altri Paesi sono indicati come isole felici, Paesi cui guardare da cui prendere esempio per il minor costo sul lavoro sostenuto dalle imprese, senza dire che in quei Paesi i lavoratori subiscono pesante sfruttamento e godono di pochi e, in certi casi, nessun diritto. Grillo tratta la questione delle tasse che dovrebbe pagare una multinazionale come se si trattasse di un’ingiustizia verso un piccolo artigiano, nei fatti difende il potere forte, la multinazionale, e affossa la lotta sindacale dei lavoratori.
Tornando all’assemblea di Vicenza, risulta chiaro, a Vicenza come altrove, è necessario mettere in campo ulteriori iniziative di lotta che non si dovranno fermare ma che diano un chiaro segno che i lavoratori non sono più disposti a vedere continuamente erosi i propri diritti.


Solidarietà alla lotta dei dipendenti del Comune di Vicenza e di tutti gli altri Comuni colpiti dalle Ispezioni Ministeriali!
Lo sciopero degli straordinari proclamato dalla Cub deve continuare!
Mobilitazione generale e ad oltranza per il ritiro di tutte le lettere di messa in mora ai dipendenti pubblici!
Unità dei lavoratori di tutti i Comuni colpiti dai provvedimenti!
Unità dei lavoratori pubblici e
privati!

report a cura della sezione PdAC Vicenza

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