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Resistenza non è terrorismo: una sentenza esemplare

assolti e scarcerati 5 militanti islamici arrestati nel 2003 con l’accusa di essere terroristi

(25 Gennaio 2005)

Ieri sera tutti i TG, con titoli scandalistici (sentenza shock, decisione scandalo, ecc.) hanno dato grande risalto alla notizia della sentenza con cui il Giudice della Udienza Preliminare di Milano, Clementina Forleo, ha disposto l’assoluzione e la scarcerazione, dopo un anno e mezzo di galera preventiva, dei militanti islamici Drissi Noureddine e Hamraoui Ben Mouldi (assieme a loro anche Bouyahia Maher, Toumi Alì Ben Sassi, e Mohamed Daki) arrestati nel 2003 con l’accusa di essere terroristi in quanto reclutavano combattenti da inviare in Iraq a combattere contro gli occupanti.

Citiamo dal dispaccio d’agenzia:

Al termine del processo, il giudice Forleo riconosce che gli imputati "avevano come precipuo scopo il finanziamento, e più in generale il sostegno di strutture di addestramento paramilitare site in zone mediorientali, presumibilmente stanziate nel nord dell'Iraq". E anche che, a tal scopo " erano organizzati sia la raccolta e l'invio di somme di denaro, sia l'arruolamento di volontari, tutti stranieri e tutti di matrice islamico-fondamentalista". Ma "non risulta invece provato - aggiunge il giudice - che tali strutture paramilitari prevedessero la concreta programmazione di obiettivi trascendenti attività di guerriglia da innescare in detti (cioè in Iraq, ndr) o in altri prevedibili contesti bellici, e dunque incasellabili nell'ambito delle attività di tipo terroristico".

Non solo. Il giudice Forleo ricorda alcune norme internazionali, come l'articolo18/2 della Convenzione globale dell'Onu sul Terrorismo. Testo in cui, in sostanza, si dice che in guerriglia le attività violente sono lecite, purchè non siano dirette a seminare terrore indiscriminato verso i civili.

Affrontate le questioni di principio, il giudice prende le distanze dall'accusa anche nel merito della valutazione e della pericolosità attribuita all'organizzazione Ansar Al Islam, la struttura che per i più altro non è che una costola di Al Qaeda. Dando una lettura diversa anche a quelle intercettazioni disposte nelle indagini milanesi che avevano fatto scattare più volte l'allarme. Così, se due indagati parlano di una "grande bomba che sta arrivando", per il magistrato non si stanno riferendo ad un attentato da mettere a punto, come hanno sempre sostenuto in procura, ma "all'imminente attacco americano in Iraq".

Secondo Forleo, la cellula non era nemmeno legata all'organizzazione di Al Zarqawi. E neppure "risultano legami penalmente rilevanti di tali gruppi con quelli, pur della stessa matrice ideologica, responsabili di attacchi di pacifica natura terroristica, non potendo al riguardo farsi leva sulla presunta analogia della 'potenziale progettualità operativa degli spostamenti di uomini e risorse".

Contro questa giusta sentenza, rispettosa dello Stato di diritto e quindi della lotta di liberazione dei popoli oppressi, e’ sceso in campo, in tempo reale, niente di meno che Fini il quale, da notorio amico del boia Sharon, ha tuonato fuoco e fulmini contro una decisione che fa a pezzi tutta la scandalosa architettura penale delle leggi antiterroriste approvate dal Parlamento italiano ad ampia maggioranza nell’ottobre-novembre 2001 (facendo seguito al Patriot Act e alla richiesta di allineamento di Bush). La stessa architettura che ha portato in carcere, lo scorso 1 aprile I nostri compagni, a loro volta scarcerati in base ad un dispositivo simile a quello milanese (decisione confermata a Dicembre dalla Corte di cassazione). Ma lo scandalo non è l’urlo di Fini quanto il silenzio complice dei capi della sinistra di Stato. Sempre pronti a difendere i giudici quando ci sono di mezzo Previti o Berlusconi, sempre latitanti quando di mezzo ci sono gli antimperialisti.

Ma la sentenza, seppur indirettamente, dice anche un’altra cosa: che quella dell’Iraq e’ una guerra d’occupazione e che ad essa e’ legittimo opporsi anche con la Resistenza armata. Un altro schiaffo scandaloso al governo Berlusconi, che insiste nella menzogna che non e’ in guerra e che le sue truppe sono in Iraq per aiutare il popolo iracheno a importare la democrazia a stelle e striscie. Noi tiriamo un altro sospiro di sollievo, visto che il governo ci ha scagliato contro un’altra inchiesta, quella contro la campagna -10 Euro per la Resistenza irachena-, campagna dunque pienamenete legittima, non solo per chiunque abbia il cuore che batte dalla parte del popolo dell’Iraq, ma anche dal punto di vista del Diritto (almeno di quello che resiste).

Un pensiero va anche agli avvocati degli inquisiti, tra cui il compagno Wainer Burani, i quali hanno lottato come leoni e svolto un inestimabile lavoro di difesa.

Notiziario del Campo Antimperialista .... 25 GENNAIO 2005

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