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Bell'Italia amate sponde

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(16 Maggio 2009) Enzo Apicella
L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha reiterato al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, la richiesta di porre fine alla prassi del respingimento di migranti dalla Libia.

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(La tolleranza zero)

Distruggiamo i CIE, vergogna delle vergogne dello Stato borghese italiano

(15 Febbraio 2014)

testo del volantino diffuso dalla sezione di Roma al corteo per la chiusura del CIE di Ponte Galeria

Crisi capitalistica e aggressione sociale dei governi aggravano sempre più l’oppressione dei migranti, sia per gli effetti diretti sulle loro condizioni di vita, sia per la distorsione e la manipolazione della percezione del fenomeno.
Il contrasto dell’immigrazione è oggi più che mai uno strumento di acquisizione di consenso per le politiche dominanti. Un ventennio di odioso razzismo di conio leghista, istituzionalizzato ed accettato da tutti gli altri partiti della borghesia, ha sortito l'effetto di far apparire oggi “normali” quei veri e propri campi di concentramento che sono i CIE, varati nel 1998 da quel “democraticissimo” governo Prodi che vedeva tutto il centrosinistra italiano, dal PD a Rifondazione Comunista passando per SEL, compattamente a sostegno di una delle politiche sull'immigrazione più reazionarie che siano mai state attuate, tanto reazionaria da ricevere critiche persino dalle istituzioni dell'UE. Non solo. Da allora, quella stessa politica ha trovato precisa e puntuale conferma in tutti i provvedimenti legislativi che in questi anni tanto le destre quanto il centrosinistra hanno portato avanti, in perfetta continuità di stile e di contenuti: a livello nazionale, con la legge Bossi-Fini, i decreti d'emergenza del 2008, l'introduzione del reato di clandestinità del 2009, i vari decreti sicurezza etc.; a livello territoriale, con le politiche delle loro amministrazioni locali (Roma, provincia di Milano, Firenze, Bologna, Salerno...).
Il PD non solo non ha fatto argine all’ondata xenofoba, ma ha concimato a lungo il terreno della sua avanzata.
Le sinistre di governo (PRC, SEL), subalterne al PD anche su questo tema, hanno sostenuto tutte le politiche reazionarie antimigranti, salvo concedersi formali preoccupazioni democratiche, col risultato di agevolare le destre.
Il PCL è l’unico partito della sinistra che affronta la questione dell’immigrazione da un punto di vista coerentemente rivoluzionario. Nella consapevolezza che all'interno della crisi e in presenza di un’offensiva xenofoba che si radicalizza sempre più, una replica puramente umanitaria è destinata ad essere travolta. Con un’enorme danno non solo per i migranti, ma per l’intero movimento operaio italiano, e per gli stessi livelli di democrazia.
Naturalmente siamo in prima fila in ogni opposizione democratica al razzismo. Rivendichiamo l’abrogazione di tutta la legislazione reazionaria varata dalla borghesia contro i migranti. Lavoriamo a contrastare e capovolgere l’intero impianto della cultura securitaria. Lottiamo per la soppressione dei CIE e l’adozione della legge del suolo come fondamento della cittadinanza.
Ma non basta. E’ essenziale che il movimento operaio avanzi una proposta di merito e di fondo che vada alla radice della questione migranti. Che avanzi un sistema di rivendicazioni capace di ricomporre, sul terreno della lotta, l’unità di classe tra lavoratori italiani e migranti; che punti a sviluppare l’autorganizzazione di massa del movimento dei migranti, in chiave anticapitalista. Per questo è necessario porre all'ordine del giorno di questa ed altre mobilitazioni:

- Permesso di soggiorno per tutti i lavoratori migranti.

- Introduzione del reato penale di sfruttamento del lavoro nero.

- Un grande piano di opere sociali che dia lavoro a italiani e migranti, pagato da padroni e banche.

- Un piano casa e asili per lavoratori italiani e migranti, tramite requisizione dell’immenso patrimonio immobiliare sfitto, a partire da quello detenuto da banche, assicurazioni, imprese, Vaticano.

Siamo consapevoli che nessuna di queste misure e rivendicazioni può risolvere, di per sé, la questione migranti. Ma il contenuto politico di questa piattaforma indica chiaramente la sua soluzione strutturale: la necessità di una rottura anticapitalistica e di un governo dei lavoratori, italiani e migranti. L'unica in grado di contrastare il veleno xenofobo tra i lavoratori e di porre le basi per un'alternativa di società.

PCL Roma

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