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VI congresso PRC: un aumento anomalo degli iscritti

una denuncia dei rappresentanti di 4 mozioni congressuali su cinque

(10 Gennaio 2005)

I sottoscritti, rappresentanti delle mozioni 2, 3, 4 e 5 nella Commissione congressuale nazionale del Prc, intendono richiamare l'attenzione di tutto il partito riguardo alla situazione che si è determinata nel tesseramento al partito stesso.

Dai dati comunicati alla Commissione, pubblicati ieri su Liberazione senza alcun confronto con il dato del 2003, emerge un quadro di crescita del tesseramento che ci pare non possa essere ascritto unicamente a una positiva crescita di influenza del partito, come sostenuto dal responsabile nazionale del tesseramento, ma, date le caratteristiche degli incrementi, legato in gran parte a una corsa al tesseramento ai fini congressuali, corsa che in alcuni casi ha raggiunto livelli abnormi.

Ancora ad agosto si dibatteva di un partito in difficoltà proprio sul piano del tesseramento, difficoltà confermate dalla modesta capacità di mobilitazione mostrata nella manifestazione nazionale del 25 settembre; oggi vediamo un vero e proprio balzo in avanti che porta il numero totale dei tesserati per il 2004 alla cifra di oltre 97mila, cifra da molti anni non raggiunta e di molto superiore agli 85.770 del 2003. Una simile crescita (del 13,5%) non è neppure lontanamente paragonabile alla limitata crescita (+1.500 iscritti circa) che si ebbe in occasione dello scorso congresso.

L'esame delle cifre mostra come il fenomeno si presenti in particolare in alcune federazioni e circoli con picchi negativi di un comportamento che pure è ampiamente diffuso e che anziché essere combattuto viene politicamente legittimato e addirittura promosso dal gruppo dirigente nazionale della maggioranza, fortemente preoccupato dal fatto che la linea assunta dal Segretario nazionale viene incontrando, già in questa prima fase congressuale, forti perplessità e una sempre più diffusa opposizione.

Alla luce di queste considerazioni abbiamo proposto che la Commissione congressuale nazionale attivasse specifici strumenti di intervento per monitorare, in accordo con le commissioni provinciali e gli organismi dirigenti locali, quelle situazioni nelle quali i dati di tesseramento eccedono di gran lunga le cifre medie. Abbiamo altresì richiesto che ci venissero forniti gli strumenti per verificare che il processo di consegna e verifica delle tessere da parte delle federazioni si fosse svolto secondo le regole.

A queste richieste la maggioranza della Commissione ha opposto un rifiuto che ci appare come una dichiarazione di disponibilità ad impiegare "qualsiasi mezzo" per vincere il congresso senza alcun riguardo per le conseguenze che tale pratica avrà (e già sta avendo) sulla vita interna del partito: si tratta, a nostro giudizio, del modo peggiore di rispondere ai rilievi critici e ai diffusi dissensi che attraversano il corpo del partito riguardo alla linea proposta dalla maggioranza.

Manifestiamo il nostro radicale dissenso di fronte a una pratica che offusca il nostro congresso e mortifica la passione con la quale migliaia di compagni si apprestano a dibattere nel corso delle prossime settimane. Rinnoviamo il nostro impegno a batterci nel congresso e oltre con tutti gli strumenti politici adeguati al fine di invertire questa rotta.

Per evitare che i congressi nei circoli si trasformino da momenti di confronto in conteggi di tessere a prescindere dal dibattito, invitiamo le strutture dirigenti dei circoli - interpretando senza violarlo il regolamento - ad ampliare il più possibile la parte del congresso destinata alla discussione, prevedendo nelle convocazioni dei congressi che le votazioni sui documenti avvengano, nell'orario previsto, con un unico appello tra i compagni presenti alla fine del dibattito, evitando così la modalità della "fascia oraria" che, tanto più in questo quadro, rischia di snaturare il senso politico del congresso.

Siamo certi che questo appello verrà preso in seria considerazione da tutti i compagni, comunque collocati in questo congresso, che hanno a cuore la qualità delle relazioni tra i compagni, la salvaguardia della moralità in seno al partito e lo sviluppo di una reale democrazia interna, basata sul dibattito, sul confronto e sulla partecipazione attiva e militante, lontana dalla pratica deteriore dei "pacchetti" di tessere o di voti.

Beatrice Giavazzi
Alessandro Valentini
Mozione 2

Franco Grisolia
Francesco Ricci
Mozione 3

Salvatore Cannavò
Flavia D'Angeli
Mozione 4

Claudio Bellotti
Alessandro Giardiello
Mozione 5  

Fonte

  • articolo di Liberazione

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