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LE NOVITA' DEL GOVERNO RENZI CHIEDONO SUBITO L'OPPOSIZIONE

(21 Febbraio 2014)

In sostanza: serve l'opposizione, un’opposizione politica in nome di un’alternativa di sistema, un’opposizione sociale in nome della contraddizione di classe.
dal blog: http://sinistrainparlamento.blogspot.it

Premesso che il programma del nuovo governo Renzi si colloca esattamente nel solco neo-liberista e della sudditanza ai diktat europei e, di conseguenza, della linea d’impoverimento generale dei lavoratori e dei ceti più deboli e dell'esaltazione della contraddizione di classe vista dalla parte dei padroni, per cui è necessario sviluppare la più forte opposizione intrecciando l'iniziativa sociale con quella politica, può apparire di un qualche interesse commentare a caldo la lista dei ministri.
Emergono, sotto quest’aspetto, due elementi: il primo riguarda l'indubbio risultato politico ottenuto dal Nuovo Centro Destra che ha ottenuto conferma dei ministri e dei loro incarichi così come ricoperti nel governo Letta (da questo versante arriva un segnale di continuità); il secondo riguarda la delegazione del PD al governo che se è vero che rappresenta tutte le correnti appare prevalente la presenza di componenti della segreteria di Renzi (Mogherini, Madia, Boschi) che porta all'identificazione non tanto tra governo e partito, ma tra governo e una corrente che deriva da un potere personale.
In questo senso si può parlare di un passo avanti nella costruzione - almeno - di un forte centro di potere, se non di un regime.
Da notare ancora l'ingresso molto rilevante della Lega delle Cooperative direttamente al governo con il suo Presidente Poletti al Lavoro.
Sui punti programmatici conosciuti appaiono estremamente pericolosi per la democrazia il progetto di legge elettorale e per le condizioni materiali dei lavoratori e dei disoccupati il cosiddetto “job act” attraverso il quale si continua a far mancare diritti fondamentali all’intero mondo del lavoro.
Il Presidente della Repubblica ha cercato di ritagliarsi un ruolo di equilibrio, molto diverso da quello del protagonista diretto come era stato nel caso dei governi Monti e Letta.
Considerata la cifra "giovanilistica" del nuovo esecutivo c'è quindi da prevedere una sorta di "dualismo di potere" nel nome della personalizzazione e del presidenzialismo.
In sostanza: serve l'opposizione, un’opposizione politica in nome di un’alternativa di sistema, un’opposizione sociale in nome della contraddizione di classe.

Patrizia Turchi e Franco Astengo

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