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(14 Dicembre 2010) Enzo Apicella
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GOVERNO NUOVO, PROGRAMMA INVARIATO

(23 Febbraio 2014)

Editoriale del n. 14 di "Alternativa di Classe"

govnuovo

Tutto “fatto in casa”. Con San Valentino, Letta si è dimesso e Napolitano fa fare il governo a Renzi. La “crisi di governo”, tutta interna alle dinamiche di palazzo, trova una “soluzione” veloce, come si conviene ai tempi, quelli sì nuovi, che stanno cominciando. Il “cambio di passo” lo ha ispirato la Confindustria, con le esternazioni di Squinzi, seguite a ruota dal vertice CGIL, con la Camusso, a fare da “battistrada” per il P.D.
Ciò che conta non è la composizione della nuova compagine, e nemmeno tanto il fatto che la “ruota di scorta” del P.D., il SEL (o la sua maggioranza, poco importa) e “Fratelli d'Italia” restano all'opposizione, con la Lega Nord ed il Movimento Cinque Stelle, che non hanno voluto neppure essere “consultati”, mentre Forza Italia promette una “opposizione responsabile”. Matteo Renzi, il nuovo “uomo della provvidenza” - il solito “nuovo che avanza” - e dalla fulminea carriera politica, non può permettersi di “sbagliare”, ed urge la “nuova” ingegneria istituzionale, che deve garantire la governance! E' così che si parla di un governo fino al termine della Legislatura, addirittura di “Obiettivo 2018”!... Intanto, perfino “l'antiberlusconismo”, tratto distintivo della borghesia “di sinistra”, ed, insieme, “vaccinazione” contro un approccio classista, va a finire in soffitta: la modernità esige dai nuovi managers, amministratori privati o pubblici che siano, di non fermarsi alle “quisquilie legali”...
Nemmeno il forte e sacrosanto aumento della disaffezione al voto, che ormai raggiunge tranquillamente la metà degli “elettori”, come in Sardegna in questi giorni, interessa i politici emergenti, che possono governare anche con un consenso bassissimo, come già avviene in USA ed altrove. Del resto, lo diceva un noto “statista” nostrano: “Il potere logora chi non ce l'ha”, ed il P.D. affronterà elezioni amministrative ed europee con il suo principale esponente (finalmente costretto a dimettersi da Sindaco di Firenze, per incompatibilità), contemporaneamente, salvo ripensamenti, Segretario generale del Partito e Presidente del Consiglio!
Dietro al nuovo governo, o, meglio, alla sua base, com'è stato per il Governo Letta, stanno le esigenze europee, quelle individuate dalla nuova cosiddetta “Strategia Europa 2020”, la “strategia europea per la crescita”, varata a Bruxelles (in piena crisi economica!...) il 3 Marzo 2010. Essa, aldilà di alcuni obiettivi fumosi, in sostanza puntava già alla “ripresa”, e lo faceva attraverso aumenti della produttività verso l'esportazione, oltre che ad una integrazione dei mercati europei. Rispetto a tali obiettivi, è facile capire quali siano le esigenze prioritarie: “efficacia e sicurezza dei mercati finanziari”.
Tutto ciò vale, insieme al perdurante effetto del cosiddetto “fiscal compact”, cioè il “Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance dell'unione economica e monetaria”, approvato a livello europeo il 2 Marzo 2012, e confermato nel Luglio dal Parlamento italiano “senza colpo ferire”, dato che già da Aprile era stato inserito nella Costituzione il “pareggio di bilancio”. Tale “Patto di bilancio” prevede stringenti meccanismi di “rientro dal debito”, che costringono gli Stati a drenare risorse dai contribuenti, cioè, naturalmente, in primis, dai lavoratori dipendenti: venti anni di tempo per riportare il debito al 60% del PIL. Senza contare che il PIL è sceso nel 2013 del 1,9%... A tutto ciò si aggiunga che il debito pubblico nazionale, grazie anche alle politiche di “austerity” dei governi, è aumentato, superando i duemila miliardi di Euro (€) a fine 2013.
Posti i vincoli di cui sopra, per i quali quest'anno dovranno essere reperiti più di cento miliardi di Euro, insieme a quanto continuerà a produrre la crisi strutturale del sistema capitalistico, quello che può essere il programma reale del Governo Renzi risulta più che evidente; PROGRAMMA INVARIATO : lacrime e sangue per i proletari, ma con una “riforma” al mese!... Senza contare la natura delle convinzioni pienamente liberiste del neo-premier...
Nel frattempo, a fronte di previsioni di aumento della disoccupazione per il 2014 anche da parte degli “analisti” economici padronali, si vanno diffondendo ricatti del tipo di quello proposto inizialmente dalla Elettrolux per piegare la resistenza operaia, con l'invito ai lavoratori di scegliere fra taglio dei salari o delocalizzazione all'estero e chiusura degli stabilimenti in Italia. La politica di apertura alle richieste confindustriali, portata avanti anche dalla CGIL, sta indebolendo le possibilità di risposte adeguate, mentre vi è il chiaro tentativo di emarginare dal suo dibattito interno le voci dissenzienti, nonostante (o “proprio con”) il Congresso...
Ci pare evidente che i lavoratori, ed i proletari in genere, non possano riporre alcuna fiducia nelle imminenti elezioni, né attendere i provvedimenti già annunciati da Renzi per i prossimi mesi su mercato del lavoro, pubblica amministrazione e fisco. Nel quadro europeo e nazionale sopra delineati, sono gli interessi proletari quelli destinati a soccombere! Non si può più rinviare l'individuazione di una serie di rivendicazioni basate sull'indipendenza di classe, che consentano un rilancio concreto delle lotte proletarie: se la borghesia cambia di passo, a maggior ragione dobbiamo farlo noi, senza perdere tempo con elezioni e/o referendum più o meno prossimi.

Alternativa di Classe

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