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La sanità a Cuba e negli Usa

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(28 Marzo 2012) Enzo Apicella

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(8 Marzo 2014)

Ucraina. Un ultimatum alle truppe ucraine, poi smentito, aumenta la tensione a Sebastopoli, mentre gli Usa mandano un cacciatorpediniere nel Bosforo e la Turchia alza i jet F16 in ricognizione

janeliasson

Jan Eliasson

Si dirà di una gior­nata inter­lo­cu­to­ria, durante la quale una tele­fo­nata, la seconda, tra Putin e Obama ha per­messo di capire la side­rale distanza tra le parti. Con tutti i gio­cat­toli di guerra che comin­ciano ad essere schie­rati, però, da parti in causa o sem­plici vicini geo­gra­fici, il rischio dell’incidente fatale nel creare l’escalation, si fa sem­pre più alto. Ieri doveva essere una gior­nata tran­quilla, da un punto di vista mili­tare, ecce­zion fatta per un paio d’ore durante il primo pome­rig­gio, quando da Seba­sto­poli sarebbe arri­vato un ulti­ma­tum russo nei con­fronti delle truppe ucraine, a con­fer­mare quanto detto ieri dal par­la­mento della Cri­mea: ogni eser­cito non russo sul nostro ter­ri­to­rio sarà con­si­de­rato nemico. La voce è stata infine smen­tita, ma quanto si è mosso sulle sponde e nei cieli del Mar Nero non incute otti­mi­smo, anzi.
E la zona della peni­sola è minac­ciata anche da quanto sta acca­dendo a Done­tsk, dove l’arresto avve­nuto gio­vedì, da parte dei ser­vizi di sicu­rezza ucraini, del lea­der dei filo russi Pavel Guba­rev, sem­bra abbia sca­te­nato nuovi disordini.La gior­nata è comin­ciata con due noti­zie pro­ve­nienti dalla Rus­sia: la prima riguarda il rico­no­sci­mento da parte della camera alta del par­la­mento mosco­vita del refe­ren­dum in Cri­mea del 16 marzo, spar­tiac­que che se ha accell­rato alcuni pro­cessi, vedi gli aiuti euro­pei all’Ucraina, dall’altro ha inne­scato nuove tensioni.Mosca dun­que ha dichia­rato uffi­cial­mente che accet­terà la Cri­mea se l’esito del refe­ren­dum del pros­simo 16 marzo sarà per la seces­sione della peni­sola dall’Ucraina.
Lo ha assi­cu­rato Valen­tina Mat­vienko, pre­si­dente della camera alta del par­la­mento russo, riba­dendo che il voto è in linea con la prassi inter­na­zio­nale e para­go­nan­dolo al refe­ren­dum per l’indipendenza scoz­zese. «Avranno gli stessi diritti di tutte le altre regioni russe», ha detto Mat­vienko, che ha incas­sato anche una mani­fe­sta­zione pro annes­sione nel cen­tro di Mosca.Putin dal canto suo gioca con l’ironia e il sar­ca­smo, ben sapendo che la mossa di Gaz­prom di chie­dere indie­tro i soldi e can­cel­lare lo sconto, pone l’Unione euro­pea in con­di­zioni ancora più gra­vose, rispetto all’impegno di sal­vare Kiev dalla ban­ca­rotta. «Non si tratta di una rac­colta delle terre sulla base di un pro­getto del Crem­lino, è un pro­cesso natu­rale di rac­colta di con­na­zio­nali intorno al loro cen­tro, alla loro patria sto­rica che è attraente, che suscita fidu­cia, e che può fun­gere da garante serio della loro sicu­rezza e di un loro futuro pro­spero», ha spe­ci­fi­cato Dmi­tri Peskov, il por­ta­voce di Putin, secondo cui le terre si pos­sono rac­co­gliere «secondo il prin­ci­pio della calamita».
E Mosca pare abbia fretta: la Duma russa adot­terà la legge che faci­lità l’annessione di ter­ri­tori «nel minor tempo pos­si­bile», forse già il 21, se l’esito del 16 sarà favo­re­vole. Lo ha anti­ci­pato il depu­tato Ser­gei Miro­nov, del par­tito Rus­sia Giu­sta, che la scorsa set­ti­mana ha defi­nito il dise­gno di legge con cui si san­ci­sce l’annessione di ter­ri­tori stra­nieri nella Fede­ra­zione russa sulla base del risul­tato di un refe­ren­dum o di una deci­sione votata dal Par­la­mento della regione interessata.Non la pen­sano così all’Onu: «il refe­re­dum è uno svi­luppo grave che com­plica» la pos­si­bi­lità di arri­vare a una solu­zione poli­tica della crisi, ha rife­rito il vice segre­ta­rio gene­rale delle Nazioni Unite Jan Elias­son.
Nel frat­tempo, sem­brano incom­bere le grandi mano­vre. Secondo quanto rife­rito dal mini­stro degli esteri ucraino Iev­ghen Pere­bii­nis, i mili­tari russi si sta­reb­bero pre­pa­rando a instal­lare in Cri­mea dei sistemi di difesa aerea. E gli Usa non sono stati a guar­dare: il cac­cia­tor­pe­di­niere Uss Trux­tum, ha attra­ver­sato il Bosforo pro­ve­niente dal Medi­ter­ra­neo e diretta verso il Mar Nero. Nei giorni scorsi anche due navi mili­tari russe ed una ucraina hanno attra­ver­sato lo Stretto per rien­trare nel Mar Nero. Fonti mili­tari Usa hanno indi­cato che la Trux­tum deve par­te­ci­pare a mano­vre pre­vi­ste da tempo con le forze navali di Roma­nia e Bulgaria.
La Tur­chia che dal canto suo ha uti­liz­zato i jet in rico­gni­zione: sei F16 si sono alzati in volo, pronti a inter­cet­tare un aereo di sor­ve­glianza russo che si avvi­ci­nava allo spa­zio aereo turco sul Mar Nero, secondo quanto rife­rito dalla stampa di Ankara, che da paese Nato, si è pro­nun­ciata per l’integrità ter­ri­to­riale e l’unità poli­tica dell’Ucraina.

Simone Pieranni, il manifesto

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