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A proposito dei 12 punti di Porto Alegre

Una richiesta di precisazione a Walden Bello… da girare anche ad Edoardo Galeano e Tariq Ali’

(3 Febbraio 2005)

Mentre stavamo preparando l’assemblea del 26 febbraio, alla quale dovrebbe partecipare Walden Bello, abbiamo letto con grande stupore che anche questi ha firmato le dodici proposte per un altro mondo al Forum di Porto Alegre. Da dove deriva il nostro grande stupore è presto detto.

Walden Bello (insieme a Galeano e Tariq Alì, anche loro firmatari delle dodici proposte) è apparso negli anni scorsi come un fiero oppositore delle politiche imperialiste, alcune delle quali mistificate addirittura come missioni umanitarie e coperte dall’Onu. Ciò nonostante egli ha firmato la proposta n. 10 che così recita:

“esigere lo smantellamento delle basi militari dei paesi che ne dispongono fuori dei loro confini e il ritiro di tutte le truppe straniere, salvo mandato espresso dell’Onu”.

Cosa significa ciò, anche al di là del nostro giudizio dell’Onu quale Santa Alleanza della nostra epoca, è abbastanza chiaro: i firmatari non chiedono il ritiro delle truppe di occupazione, quando esse hanno il mandato espresso dell’Onu; la inequivoca espressione letterale copre e assorbe ogni altra interpretazione. In un caso del genere, così chiaro, non è possibile neppure giustificarsi con la “riserva mentale”: cioè, ho firmato senza crederci o credendo a concetti diversi. Quindi, chi legge l’espressione citata può tranquillamente ritenere legittime l’aggressione militare del 1991 all’Iraq, l’invasione militare in Somalia di poco successiva, la presenza militare della Francia in Ruanda, l’invasione militare di Timor Est, l’invasione ultima di Haiti da parte degli Usa e della Francia. E per quanto riguarda l’attuale occupazione dell’Iraq? Idem, se è vero –come è vero- che anche essa è stata legittimata –sia pure con ritardo- dall’Onu.

Leggendo una proposta così impudente (per un militante antimperialista) e conoscendo il manovrismo dei dirigenti di Attac, abbiamo pensato in prima battuta che le firme di Walden Bello, Galeano e Tariq Alì siano state strappate con qualche inganno o addirittura con l’occultamento della frase. Infatti, nessuna esigenza di scambio tattico potrebbe indurre a firmare una simile ignominia. Peraltro, considerando tutte le 12 proposte, non c’è alcuna contropartita antimperialista, rispecchiando tutto il testo non un dignitoso “zoccolo minimo”, ma il programma “moderato” dei socialisti francesi, notoriamente comprensivi perfino verso Sharon. Quel “salvo mandato espresso dell’Onu” è in effetti la concessione più grave fatta a quel programma, che spera di far rientrare, con la ninna nanna dell’Onu, nello sfruttamento dell’Iraq anche la Francia e la Germania.

Tuttavia, nessuna smentita è ancora venuta da Walden Bello. Il che ci autorizza ad avanzare altre due ipotesi: 1)-egli ha firmato per quieto vivere, cioè per non rompere con ambienti importanti che, pur essendo altermondialisti equivoci, possiedono mezzi di propaganda dai quali sarebbe bene non restare fuori; 2)-egli ritiene che effettivamente l’Onu (la più oligarchica e autocratica istituzione politica del mondo) sia uno strumento utilizzabile dalla mobilitazione antimperialista e che, per quanto riguarda l’Iraq, sia uno strumento per mitigare l’occupazione militare.

Se è fondata la prima ipotesi, ci troviamo di fronte all’ennesima insipienza politica dei grandi intellettuali, aggravata dalla voglia di stare sulle prime pagine a tutti i costi. Se è fondata la seconda ipotesi, ci troviamo di fronte a qualcosa di peggio che non ha bisogno neppure di commento.

Pertanto, ci piace continuare a pensare che Walden Bello (come Galeano e Tariq Alì) siano stati truffati da Ignacio Ramonet e Bernard Cassen. E poiché aspettiamo il compagno Bello per il 26 febbraio, gradiremmo sapere in anticipo il suo pensiero al riguardo. Con una precisazione: anche nell’ipotesi più negativa, manterremo l’impegno di preparare l’assemblea, ma in tal caso essa non potrà assumere un carattere unitario, essendo invece necessario e opportuno un franco dibattito su temi così decisivi.

Ci sia consentito in chiusura rammentare, per dare il senso della gravità della 12° proposta, che in Italia perfino la sinistra moderata ebbe grandi difficoltà a sostenere la legittimità di una benedizione Onu all’occupazione militare dell’Iraq: perfino membri autorevoli del DS arrivarono a dichiarare che i caschi blu dell’Onu in Iraq avrebbero solo mascherato i caschi a stelle e strisce.

Red link - Napoli

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