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Arsenico Lupin

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(6 Dicembre 2010) Enzo Apicella
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NES,irresponsabili sino alla fine!

(4 Febbraio 2005)

Forse qualcuno sarà rimasto allibito ed incredulo alla lettura dei resoconti della stampa locale sulle farsesche e vergognose vicende del Consiglio di Amministrazione di VESTA tenutosi – o meglio, non tenutosi – venerdì 28 gennaio, col suo grottesco andirivieni di consiglieri impegnati a far fallire, senza però prendersene la responsabilità con il voto, il progetto di aggregazione con ASM ed ASP, la cosiddetta “mini NES”. Probabilmente questo progetto non era più rispondente alle speculazioni che avevano promosso il progetto senza senso della “grande NES” – e perciò è stato affondato.

Non saremo certo noi a piangere sulla fine di un’avventura sconsiderata che abbiamo contrastato sin dall’inizio anche quando eravamo gli unici a farlo, ma non possiamo che essere ulteriormente preoccupati da una vicenda che fa risaltare una volta di più l’irresponsabilità, il dilettantismo, l’improvvisazione, l’inaffidabilità e la pericolosità di amministratori attenti soltanto al proprio tornaconto personale anche a costo di buttare nell’immondizia milioni di euro. Più di 800 mila solo per le parcelle di Tosi e Boldrin (candidato sindaco della margherita) per una perizia tecnica .

VESTA ne esce comunque umiliata, ancora senza guida, con un futuro sempre più nebuloso ed incerto. Su tutto pesa l’enorme responsabilità di una Amministrazione Comunale che ha voluto difendere a spada tratta - contro i lavoratori ed i cittadini -  l’operato di chi ha fatto e continua far sprofondare VESTA in un sempre più preoccupante e caotico deficit economico, strutturale ed organizzativo. Anzi come beffa finale è stata concessa una proroga di nove mesi ai colpevoli di questa catastrofe annunciata.

Ora è comunque più che mai necessario alzare il livello di guardia, non vorremmo che tutta questa situazione (creata ad arte?) “costringesse” il Comune  ad una qualche ancor più pericolosa ed appetibile aggregazione dell’ultimo minuto.

Tutto ciò comunque, evidenzia ancora una volta, ed ormai con indiscutibile chiarezza, l’insostenibile pericolosità della concezione del sevizio pubblico come terreno di caccia per logiche affaristiche del tutto estranee, ed anzi diametralmente opposte, a quelle del pubblico interesse.

VESTA, e le aziende ad esse similari, vanno riportate senza ulteriore indugio alla loro natura originaria di servizio pubblico rispondente ai bisogni primari ed ineludibili dei cittadini; ad essa vanno preposti amministratori di capacità e probità cristalline, già prima dimostrate non nel sottobosco della politica, bensì nella retta e fruttuosa amministrazione, di durata ed entità adeguate, del proprio e dell’altrui loro affidato, con un controllo diretto da parte di un Consiglio Comunale che si dimostri parimenti capace e responsabile nei confronti dei cittadini, attento ai loro bisogni nella garanzia di servizi di qualità a costi sostenibili ed abbandoni il ruolo di padrino di avventurieri meramente politici senza scrupoli e senza alcuna reale capacità professionale né senso di responsabilità.

Oggi più che mai bisogna abbandonare la rincorsa a deleterie speculazioni di mercato;  va scelta l’alternativa “in house” in grado di offrire maggiori garanzie ai lavoratori ed ai cittadini e che permette di seguire senza affanni e senza fretta una situazione in continuo evolversi, e quindi consenta di costruire la soluzione realmente più adeguata.

Venezia, 3 febbraio 200

FIADEL ambiente-idrico c/o Vesta

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