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Marò, che palle

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(27 Marzo 2013) Enzo Apicella

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    (Imperialismo e guerra)

    UCRAINA: CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA,
    PER L'INTERNAZIONALISMO PROLETARIO

    (22 Marzo 2014)

    Dal n. 15 di "Alternativa di Classe"

    Non si ferma la tensione tra Ucraina e Russia; dopo il via libera del Parlamento di Mosca allo spiegamento di forze armate in Crimea, anche il Governo di Kiev ha annunciato di aver autorizzato la chiamata alle armi dei suoi riservisti.
    Dall'Ucraina dicono: "la Russia ci ha aggrediti". La Nato parla di "princìpi della Carta dell'Onu violati". Il presidente ucraino esorta il presidente russo Putin a ritirare le sue forze armate. Il segretario di stato americano Kerry dice che i Paesi del G8, ed anche oltre, sono pronti ad isolare la Russia, e che il rublo sta risentendo l'impatto di questa situazione. In contrapposizione, il consigliere economico del Cremlino,Serghiei Glaziev, citato da Ria Novosti, ha annunciato che se gli USA introdurranno sanzioni contro la Russia, Mosca sarà costretta a lasciare il dollaro per altre valute (n.d.r.; mentre l'avvicinamento a Pechino sul piano finanziario è in atto). "Il tentativo di imporre sanzioni alla Russia si trasformerà in un crollo di tutto il sistema finanziario americano,che porterà alla fine del dominio USA nel sistema finanziario mondiale": parole di Glaziev, consigliere economico di Putin.
    Nei giorni scorsi il Parlamento della Crimea ha deciso per l'annessione alla Russia ed ha annunciato il Referendum secessionista di Domenica 16 Marzo. Referendum, dall'esito scontato, e considerato illegale sia dal Governo di Kiev che dalla UE (che sta decidendo proprie sanzioni verso la Russia), perché violerebbe la costituzione ucraina. Secondo le autorità ucraine i soldati russi in Crimea sarebbero 30 mila. Mosca nega e dice di aver truppe solo a Sebastopoli. Il Consiglio comunale di Sebastopoli, porto strategico sul Mar Nero, ha votato per l'immediata annessione alla Russia e per la rottura di ogni rapporto con l'Ucraina. In risposta il Parlamento ucraino ha deciso di iniziare l'iter per sciogliere il Parlamento della Crimea.
    Mosse e contromosse della diplomazia internazionale mostrano come lo sviluppo dei conflittuali rapporti inter-imperialistici abbia raggiunto una fase delicata e possono saltare i già fragili equilibri. Sotto la pressione di una crisi economica devastante, i tecnici borghesi si danno da fare per diffondere segnali rassicuranti, ma la verità è che non c'è ripresa economica, e la disoccupazione cresce ovunque. L'intero mondo capitalistico è in difficoltà.
    L'imperialismo più potente, quello degli USA, è in declino. L'Europa, unita solo contro i proletari “di casa sua”, risulta un coacervo di appetiti nazionali. La crisi in Ucraina va considerata non nella volontà di potenza o nella follia paranoica dei governanti, ma nella dinamica materiale delle leggi che regolano il modo di produzione capitalistico. Il processo di proletarizzazione si è intensificato sotto la pressione della crisi economica e coinvolge ormai ogni angolo di mondo. In Russia si svolgono manifestazioni partecipate, sia pro, che contro, l'invasione armata in Crimea.
    Nei giorni scorsi in Ucraina sono state abbattute le statue di Lenin. Non ci piacciono i fascisti che assaltano le statue di Lenin, ma non si può associare Lenin agli imperialisti della "grande Russia". La confusione è grande tra le forze che si richiamano al movimento operaio. Ad esempio, perfino i compagni del PCL auspicano una “Repubblica dei lavoratori” in Ucraina, per costruire gli Stati uniti d'Europa: è una concezione che pone parte del trotzskismo italiano sullo stesso piano di chi, privo di una seria teoria marxista, si presenta con le “pasquinate” dello stalinismo. Parlare di Stati uniti d'Europa, anche se socialisti, rappresenta una grave frattura ideologica con il marxismo rivoluzionario e impedisce la riorganizzazione dell'internazionalismo proletario! Si tratta, infatti, di riprendere in mano la bandiera della lotta di classe, al di sopra e contro ogni ubriacatura patriottica!
    Combattiamo la guerra come la più mostruosa manifestazione del capitalismo imperialistico e come un tentativo di portare a termine la lotta contro il proletariato. Non vogliamo vedere proletari ucraini e proletari russi armati gli uni contro gli altri. Ripudiamo l'ideologia della guerra di Putin, come l'ideologia della guerra degli oligarchi di Kiev, di Obama e dei suoi alleati europei, con Renzi e Napolitano in prima fila, e contro di noi!
    Chiamiamo il proletariato a combattere i padroni ucraini e russi, non con le armi infami della guerra, ma con le armi politiche della lotta di classe e mettiamo in guardia contro le manovre di chi, per combattere un regime oligarchico, invita a buttarsi nelle braccia degli imperialisti considerati “meno pericolosi”. Secondo noi vanno rifiutate tutte quelle direttive politiche che tendono a far dimenticare l'internazionalismo, ricacciando indietro il proletariato, frantumandolo in reparti separati e contrapposti, esaltandone l'appartenenza a questa o a quella nazione o alleanza.
    Il nostro compito oggi è questo: costruire una organizzazione di classe che tenda con tutte le sue energie ad indirizzare il proletariato verso la sua rivoluzione.

    Alternativa di Classe

    Fonte

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