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Raffaele De Grada 1916 2010

Raffaele De Grada 1916 2010

(4 Ottobre 2010) Enzo Apicella
E' morto all’età di 94 anni Raffaele De Grada, comandante partigiano, medaglia d’oro della Resistenza, critico d'arte.

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(Memoria e progetto)

Partito con una massa di tesserati o partito di attivisti con influenza di massa?

(dalla tribuna congressuale di Liberazione)

(5 Febbraio 2005)

La polemica sulla questione del tesseramento rimanda ad aspetti più generali.

Non è la prima volta che alla vigilia di un congresso il numero dei tesserati al partito è incrementato in maniera "non spontanea", né si può negare che, oggi o in passato, alcune delle attuali minoranze abbiano utilizzato, a volte, questa forma di "crescita" a proprio vantaggio (siamo orgogliosi di poter dire che, come ci è stato riconosciuto da dirigenti di altre aree, Progetto Comunista, anche nelle situazioni in cui dirigeva il partito, non ha mai utilizzato tale metodo). Ma oggi vi è stato un salto di qualità tale da far ritenere l'esistenza di una volontà di vincere il congresso al di là dell’opinione del corpo attivo del partito. Perché tale vittoria è vista come elemento centrale della strategia che ha il suo asse nell'inserimento organico nel centrosinistra e la partecipazione ad un suo futuro governo.

La questione del tesseramento è collegata alla concezione stessa del "partito di massa" che è propria sia della maggioranza che dei settori "critici" rappresentati dalle mozioni 2 e 4. Naturalmente tutti siamo favorevoli a un "partito comunista di massa". Ma per noi questo si identifica con la concezione originaria del movimento operaio e comunista per cui il carattere di massa del partito era dato dal suo radicamento sociale, nei luoghi di lavoro e nei movimenti; mentre la adesione era basata sulla militanza attiva. L'iscrizione passiva, che inevitabilmente degenera nel tesseramento amicale, familiare, lideristico, è propria invece della tradizione riformista e borghese (già Gramsci nel ’19 confrontava il PSI che con 60 mila iscritti otteneva il 30% alle elezioni con il Partito Popolare cattolico che con 600 mila iscritti aveva il 20% dei voti). Con questa struttura, al congresso, anche chi non ha partecipato in alcun modo alla vita del partito e alla sua discussione può deciderne le scelte, che poi non concorrerà a realizzare.

Il "gonfiamento" di tessere realizzato è strettamente collegato alla linea politica generale del partito: non solo quella attuale ma anche quella praticata precedentemente dall'insieme della vecchia maggioranza (mozioni 1, 2 e 4). Una linea istituzionale e governista. La moltiplicazione degli assessori nelle giunte di collaborazione di classe ha favorito un tesseramento non politico, amicale. Ma la proposta di indicare questo aspetto nel testo congiunto delle minoranze sul tesseramento è stata respinta dai rappresentanti delle mozioni 2 e 4: perché avrebbe messo in questione la loro pratica politica.

L’inconseguenza dei settori "critici" si è vista al momento della "svolta" del partito, nel 2003. Quando noi abbiamo lanciato la proposta di un congresso straordinario perché subito il partito potesse essere messo in condizione di pronunciarsi, le altre aree si sono opposte alla nostra richiesta mentre continuavano a sostenere la linea di Bertinotti.

Se quindi è positivo che si siano condannati insieme i metodi della maggioranza nel rigonfiamento del tesseramento, è tuttavia evidente che le concezioni delle minoranze non sono omogenee nemmeno sulla questione del partito.

Chi ha condiviso la denuncia sul tesseramento dovrebbero valutare come certe logiche distorte sono il prodotto di una strutturazione sbagliata. Ciò che proponiamo in alternativa non è una setta di pochi "illuminati" ma un partito con migliaia di militanti attivi nei movimenti di massa. Una diversa "forma" del partito che può darsi solo in relazione a un diverso progetto politico, di opposizione di classe per guadagnare milioni di lavoratori alla necessità di un governo dei lavoratori per i lavoratori. Per questo le mozioni "critiche", che propongono un sostegno critico a un governo di alternanza borghese, restano in mezzo al guado anche sul terreno della concezione del partito.

Per questo cinque sono i documenti ma due le posizioni fondamentali: quella della maggioranza e quella di Progetto Comunista. Tra essi si tratta di scegliere.

Franco Grisolia
Francesco Ricci
(rappresentanti della mozione 3 nella Commissione nazionale per il congresso)

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