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(11 Ottobre 2012) Enzo Apicella

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Per una nuova stagione di lotte operaie, fuori dalla gabbia concertativa della GAD

(dalla tribuna congressuale di Liberazione)

(5 Febbraio 2005)

I poteri forti di questo Paese, le grandi banche e le concentrazioni finanziarie, preferiscono un governo di centrosinistra (la Gad), un’alleanza tra liberali (maggioranza Ds e Margherita) e sinistra politica (sinistra Ds, Pdci, Prc), perché, come l’esperienza del primo governo Prodi ha dimostrato, solo così possono imporre politiche antioperaie e antipopolari con la collaborazione concertativa della burocrazia sindacale in un quadro di pace sociale. L’attacco sferrato dal governo Berlusconi alle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori si è infatti inserito dentro un percorso normativo iniziato dai governi di centrosinistra: dalle pensioni con Dini, alla precarizzazione con Treu, alle norme antimmigrati...

La nascita della Gad già oggi agisce come potente fattore frenante delle mobilitazioni operaie e popolari, di moderazione salariale e normativa nelle vertenze, negli accordi bidone firmati. Il riavvicinamento tra la Cgil e Cisl, Uil, dopo la rottura verificatasi in seguito alla firma del Patto per l’Italia con la Confindustria di D’Amato e il governo Berlusconi, ha avuto un’accelerazione con la recente investitura di Montezemolo alla guida del padronato. Segnali fortemente negativi di questa deriva si sono succeduti a intervalli più o meno regolari: dai documenti firmati da Cgil, Cisl e Uil con la Confindustria sulla competitività del "sistema Italia" a quello sul Mezzogiorno. In questa dimensione appare stridente la contraddizione tra il livello di mobilitazione, pur con gravi limiti di continuità e contenuti, attuato dalla Cgil nel triennio 2001-2003 e la caduta determinatasi a ridosso dell’ipotesi di un “governo amico”. Si pensi ai rinnovi contrattuali del commercio, del turismo, dei tessili, dei lavoratori delle telecomunicazioni e degli autoferrotranvieri: tutti caratterizzati da: bassi aumenti salariali, forti indebolimenti normativi ed aperture alla legge 30.

Per quanto riguarda il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, la proposta di piattaforma unitaria per il biennio salariale 2005-2006 (104 € al 5° livello più 26 € a chi non fa la contrattazione integrativa aziendale a fine 2005) è insufficiente a salvaguardare il potere d’acquisto dei salari. E’ in contraddizione con la richiesta avanzata dalla Fiom-Cgil due anni fa (aumento salariale di 135 € uguali per tutti) e sostenuta dalle lotte dei lavoratori, contro Fim e Uilm che firmarono un accordo separato e bidone.

Per questo, in coerenza con il nostro percorso di lotta e mobilitazione invitiamo i lavoratori a votare, nelle assemblee referendarie in fabbrica, contro questa proposta che si inserisce dentro un quadro concertativo in continuità con gli accordi del Luglio ’93. Quadro che può essere rotto solo da un percorso di lotta a oltranza che unifichi la classe su basi reali ed alternative: significativi aumenti salariali (almeno 200 €), regole di reale trasparenza democratico-sindacale basata su delegati operai che coordinano e dirigono la lotta, abolizione delle leggi precarizzanti (pacchetto Treu e L. 30) e stabilizzazione dei precari, salario sociale ai disoccupati, abolizione delle leggi contro gli immigrati, estensione dell’art.18, difesa della scuola, sanità e previdenza pubblica, nazionalizzazione sotto controllo operaio delle aziende che licenziano. Su queste basi, riteniamo necessario salvaguardare una componente classista in Cgil anche attraverso un documento alternativo alla maggioranza Cgil nel prossimo congresso. Riteniamo infatti estremamente grave la crescente subordinazione di Lavoro e Società alla maggioranza dirigente in Cgil e al centrosinistra fino a prefigurare un documento unitario al prossimo congresso Cgil. Condividendo quanto indicato sulla questione sindacale nel 3° documento,invitiamo i lavoratori comunisti a sostenerlo nei congressi e a praticarlo nell’azione sindacale.

Francesco Doro Direttivo regionale Fiom Cgil Veneto
Enrico Pellegrini Direttivo regionale Filcams Cgil Veneto
Stefano Fontana Direttivo provinciale Fiom Cgil Padova

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