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Nel XX anniversario della morte del Presidente Alessandro Bonucci

(2 Aprile 2014)

alessandrobonucci

Vent’anni fa moriva Alessandro Bonucci. Nato a Viterbo, nel quartiere di Pianoscarano, il 22 settembre 1925, nel 1943 veniva assunto come fattorino presso le Poste. Diplomatosi ragioniere, arriverà ad esserne Segretario della Direzione provinciale. Sarà insignito del titolo di Cavaliere proprio per i meriti acquisiti sul lavoro.
Sempre nel 1943, entrava a far parte, come Combattente partigiano, della Bartolomeo Colleoni, banda operante nell’Area teverina del Viterbese, agli ordini del Capitano Remo Saliola e in collegamento con il Raggruppamento Monte Soratte, con all’attivo numerose azioni contro i nazifascisti.
Finita la guerra, Alessandro Bonucci si occuperà della Ricostruzione, come militante del Pci, ove inizia una carriera che lo vedrà impegnato su tutti i fronti, politici, sociali e civili. Sarà Consigliere comunale a Bassano in Teverina, Celleno, Viterbo, e Sindaco, sempre a Celleno. Ricoprirà diversi incarichi nel Partito, nella Cgil, nell’Arci, nelle varie cooperative, nonché nella Scuola musicale viterbese Adriano Ceccarini. Con la morte del Pci aderirà a Rifondazione comunista.
La sua immagine sarà però sempre legata all’Anpi, associazione che lo ha visto tra i fondatori. L’Anpi viterbese era stata rilanciata nel 1968 da Luigi Tavani, eletto Presidente provinciale, che però, il 21 maggio 1972, moriva d’infarto mentre stava facendo dei lavori in campagna. Bonucci, cui era toccata l’orazione funebre, lo sostituirà. Sarà una lunga presidenza: ben ventidue anni in cui il Paese ha subito profonde trasformazioni sociali, auspicate da un’Anpi chiamata anche a fronteggiare i continui tentativi d‘eversione e l‘insorgenza terroristica. Si parla di in anni in cui l’Associazione, composta esclusivamente da partigiani, contava molto ed era costantemente corteggiata dalla politica. Instancabile, Sandro farà di quello viterbese un Comitato provinciale tra i più attivi e più rispettati a livello nazionale. A testimoniare ciò, un Archivio, ora depositato e consultabile presso l’Archivio di Stato di Viterbo, che il Presidente, forse grazie alla sua deformazione professionale, aveva minuziosamente formato e conservato. Decine di faldoni, centinaia di fascicoli, con fotografie e manifesti, a documentare l’attività organizzativa dell’Anpi, le celebrazioni pubbliche, civili e militari, le inaugurazioni di luoghi, targhe e monumenti, le pubblicazioni di cartacei, così come i viaggi della memoria, in Italia e all’estero. In questi viaggi Alessandro era sempre accompagnato dalla moglie, Maria Luisa, ancora iscritta e vicina all’Anpi. Gli anni di più accentuato attivismo sono, sicuramente, quelli dei quarantesimi di Resistenza, Liberazione e Repubblica. Negli anni Ottanta, quando il grosso del partigianato entra in età pensionabile e si pone con più urgenza il problema di trasmettere la memoria, si fa costante anche la presenza nelle scuole, soprattutto per le ricorrenze dei Martiri e dei Caduti.
Se la memoria storica dell’Antifascismo e della Resistenza locali è giunta sino ai giorni nostri, così come l’Anpi, lo dobbiamo principalmente alla figura di Bonucci, che a causa d’un male incurabile, dopo un viaggio della speranza in Germania, muore il 3 aprile 1994, a quasi 69 anni. Pochi giorni prima aveva vinto le elezioni politiche il Polo della libertà di Berlusconi, dando l’avvio a quel ventennio che ora sembra ci si stia lasciando alle spalle, non si capisce ancora bene, però, per andare incontro a cosa.

Silvio Antonini
Presidente Cp Anpi Viterbo

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