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Gli USA lasciano Falluja

Gli USA lasciano Falluja

(16 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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    (Iraq occupato)

    Irak, rompere con le tendenze islamiste!

    Primo, "grande", risultato delle elezioni "democratiche"

    (7 Febbraio 2005)

    Con una mossa a sorpresa, i vertici religiosi sciiti hanno chiesto oggi che il Corano e dunque la "sharja", la legge islamica su di esso fondata, divengano l'unica fonte normativa in Irak. Le stesse autorità sciite reclamano dunque che sia inserito un apposito ed espresso principio in tal senso nella futura Costituzione, che sarà redatta dal Parlamento uscito dalle elezioni di domenica scorsa.

    Una mossa a sorpresa non solo perché è stata compiuta per conto e nel nome delle istituzioni ufficiali della comunità di gran lunga maggioritaria nel Paese, ma anche e soprattutto in quanto vi si è associato la massima autorità spirituale sciita irachena, il grande ayatollah Ali al-Sistani, considerato figura pragmatica e prudente, se non un vero e proprio moderato.

    L'inattesa presa di posizione è stata affidata allo sceicco Ibrahim Ibrahimi, rappresentante del grande ayatollah Mohammad Ishaq al-Fayad, uno dei cinque componenti della 'Marja al-Taqlid' (in lingua araba 'Fonti dell'Emulazionè, ndr): il supremo consiglio dei dotti sciiti a capo del quale c'è lo stesso Sistani. Quest'ultimo, che in un primo momento era stato indicato da Ibrahimi come d'accordo sulla richiesta, ha poi fatto sapere attraverso un proprio portavoce di appoggiarla completamente.

    Almeno in apparenza, si tratta di una svolta netta nell'atteggiamento: sia di Sistani, che fin dalla caduta del regime di Saddam Hussein ha scelto la via di un pur cauto dialogo con la coalizione multinazionale a guida Usa e con i governi sostenuti da Washington; sia della 'Marja', che fino alle recenti elezioni aveva fatto professione di equilibrio e misura, anche per contrapporsi all'intransigenza dei rivali sunniti.

    A questo punto, le carte sono state tutte scoperte: non resta altro da fare, per i gruppi più avanzati della resistenza (nazionalisti e rivoluzionari), che rompere, scindersi, rendersi completamente autonomi dai gruppi islamisti (sunniti e sciiti), e proseguire nella lotta - con forme organizzative, metodi e obbiettivi - completamente indipendenti da essi. A meno di non voler fare la fine dei poveri citrulli, e mettere la propria vita a disposizione del prossimo ayatollah di turno (v. Iran)!

    s.b.

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