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Gli USA lasciano Falluja

Gli USA lasciano Falluja

(16 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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    (Iraq occupato)

    Il rapimento di Giuliana non è casuale

    Stanno colpendo i giornalisti di sinistra

    (7 Febbraio 2005)

    L'ultima giornalista rapita è stata Florence Aubenas, inviata speciale di Liberation e, tra l'altro, grande amica di Giuliana. E' sparita la mattina del 5 gennaio scorso. Ora è toccato a Giuliana Sgrena, del Manifesto, rapita il 4 febbraio scorso. Il 20 agosto in due punti diversi dell'Iraq vennero rapiti Enzo Baldoni, giornalista free lance per Diario, e i francesi Christian Chesnot, di Radio France internationale, e George Malbrunot di Le Figarò e Ouest France (autori di un libro molto documentato sui rapporti tra la Francia e Saddam). Baldoni venne ucciso e il suo corpo non è stato ancora restituito.

    In tutti i casi pare si tratti di gruppi sunniti, o quantomeno islamisti. In tutti questi casi, le vittime sono di sinistra, pacifisti e contro la guerra all’Irak. George Malbrunot, l'inviato di «Le Figaro» liberato il 21 dicembre scorso, ha dichiarato: «I giornalisti sono una merce preziosa perché il loro sequestro assicura notorietà ai rapitori». Noi aggiungiamo, anche quattrini. Tuttavia, il problema principale, ci pare, non risiede né nella notorietà né nei soldi del riscatto.

    Il problema principale è che i gruppi islamisti (sunniti e sciiti) non vedono di buon occhio gli elementi laici, di sinistra, anche genericamente pacifisti e contro la guerra. Per loro, essi sono alleati non graditi, scomodi. In ogni caso li considerano stranieri, infedeli, inaffidabili, pericolosi. I gruppi islamisti lottano contro l’invasore straniero, ma per instaurare in Irak, come in Iran, uno Stato islamico, basato sulla ultra-reazionaria sharìa, le regole di vita tratte dal corano: feroce sottomissione della donna, ferrea disciplina dei lavoratori super-sfruttati, entrambe garantite e sanzionate a furia di bastonate, di lapidazioni e di forca. Per loro, quindi, un giornalista che riporta i fatti irakeni da un punto di vista anche semplicemente laico e progressista, è un nemico, un obbiettivo da colpire, tanto quanto l’occupante militare.

    Un esempio rivelatore fu l’assedio e la strenua resistenza del gruppo di Al Sadr a Najaf: come sono trapelate le notizie di quello che accadeva all’interno della moschea (nefandezze di ogni genere), e che hanno offuscato l’eroismo dei combattenti sciiti? Guarda caso, Baldoni ci ha rimesso le penne, proprio in quella occasione. Per non parlare del pericolo, per i gruppi sciiti, che le loro trattative segrete con i comandi Usa (che poi sono emerse chiaramente), venissero alla luce in modo prematuro, anche qui non certo grazie ai giornalisti embedded ma a free lance e a quelli indipendenti.

    Morale? Non credere che l’essere “contro la guerra”, o “per la pace”, sia una garanzia di impunità o di incolumità nei confronti dei gruppi della resistenza islamista. Anzi. E i fatti lo stanno, purtroppo, dimostrando. Pertanto, nel chiederne l’immediato rilascio, di Giuliana e di Florence, non basta evidenziare le loro credenziali, occorre premere sui governi (italiano e francese) perché preparino molti soldi. E, per l’Italia, inoltre, che pubblicizzi, su tutti i media, almeno i primi passi del prossimo trasloco ...

    s.b.

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