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(17 Aprile 2010) Enzo Apicella
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Sul Messaggio di Bush sullo Stato dell’Unione

La risposta di A.N.S.W.E.R. (Act Now to Stop War & End Racism)

(8 Febbraio 2005)

L’Impero – la vera aspirazione del governo degli Stati Uniti – è semplicemente tenuto nascosto sotto la retorica altezzosa del messaggio di Bush sullo Stato dell’Unione. Il governo degli Stati Uniti persegue il suo intento di distruggere ogni governo e ogni popolo che si oppone al suo percorso, in Medio Oriente come nel resto del mondo.

"Libertà e democrazia” per l’Iraq, e “libertà” in tutto il mondo, sono le nuove parole d’ordine per una strategia globale veramente dettagliata. Secondo questa strategia, la superiorità dell’apparato militare del Pentagono verrà impiegata per invadere, bombardare, sovvertire e minacciare qualsiasi nazione del mondo, un tempo allo stato coloniale o semi-coloniale, che cerchi di mantenere il controllo sulle proprie risorse e voglia conservare non solo nominalmente indipendenza e sovranità. Bush e i neo-conservatori sono i portavoce politici di questa strategia. Il Congresso e le corti assumono uno status puramente ornamentale, e il capitalismo con l’appoggio del Pentagono afferma se stesso come il vero potere nelle politiche attuali degli Stati Uniti.

Bush e le “elezioni” in Iraq

Il messaggio di Bush sullo Stato dell’Unione arriva pochi giorni dopo le “elezioni” in Iraq. Il tempismo dei due eventi è stato accuratamente messo in atto dalla Casa Bianca. Entrambi sono stati organizzati a Washington D.C. Dopo aver ammazzato più di 100.000 Iracheni e aver distrutto le strutture politiche e sociali dell’Iraq, (senza contare il precedente apparato statuale Iracheno), l’Amministrazione Bush questa notte ha assunto demagogicamente l’atteggiamento del grande liberatore. Questo è il modo di porsi assunto da tutti gli aggressori nella storia moderna sul “fronte interno”.

Le elezioni Irachene sono state falsate da una occupazione straniera. Quei partiti politici messi fuori legge dagli occupanti non hanno potuto parteciparvi. Truppe straniere tengono il paese sotto chiave. Larghe zone dell’Iraq non hanno partecipato. Ma anche per coloro che hanno votato, la partecipazione non ha costituito un segnale di appoggio all’occupazione del loro paese o un’espressione di amore per Bush. La stragrande maggioranza del popolo Iracheno, che ha sofferto grandemente, esige di riguadagnare il controllo della propria nazione. Il movimento progressista e contro la guerra deve analizzare la situazione reale e prepararsi per iniziare la lotta.

I reali obiettivi della guerra degli USA in Iraq

L’amministrazione Bush aveva sperato di invadere rapidamente l’Iraq e di insediarvi un regime fantoccio. L’obiettivo era di distruggere il precedente governo, inoltre assicurare i suoi interessi geo-strategici nella regione, ed indebolire l’Iraq al punto che ogni nuovo governo avrebbe dovuto inginocchiarsi davanti a Wall Street e al Fondo Monetario Internazionale. Questo è stato l’obiettivo determinante di tredici anni di sanzioni economiche, dal 1990-2003.

Questo è stato l’obiettivo anche dell’Amministrazione Clinton, visto che aveva preteso con forza la rimozione degli ispettori ONU sulle armi di distruzione di massa nel 1998 e aveva dato inizio al bombardamento giornaliero dell’Iraq che era continuato fino ad arrivare all’invasione totale “colpisci e terrorizza”.
Inoltre, di primario interesse per gli USA è la ricolonizzazione economica dell’Iraq. Il governo degli Stati Uniti spera di capovolgere la situazione e di ritornare a quella esistente decenni prima della nazionalizzazione del 1972 delle immense risorse petrolifere Irachene. Per di più, l’Amministrazione Bush ha aggiunto obiettivi addizionali all’agenda imperialista preesistente. Il più importante dei nuovi obiettivi è la creazione in Iraq di 14 grandi basi permanenti del Pentagono con la potenzialità di essere usate come piattaforme avanzate di addestramento per nuove aggressioni contro nazioni di quest’area ricca di petrolio.

L’obiettivo dell’Amministrazione Bush non era quello di occupare permanentemente l’Iraq con centinaia di migliaia di uomini. Ma la grande resistenza armata in Iraq ha reso impossibile il ritiro delle forze di occupazione. La resistenza, come forza di guerriglia urbana diffusa, può esistere solo con un largo appoggio della popolazione. Questo è del tutto collegato, e ha ostacolato la valanga del Pentagono a muoversi in piena violenza contro l’Iran, la Siria, il Libano, la Corea del Nord, Cuba, il Venezuela ecc., ma dal discorso di questa notte balza in evidenza che sono la Siria e l’Iran i prossimi bersagli di Bush. L’Amministrazione Bush spera che le “elezioni” del 30 gennaio possano conferire una quasi legittimazione al nuovo governo fantoccio Iracheno. Ma “elezioni” manipolate non significheranno una nuova alba di pace, al contrario. Il governo USA sta considerando che, se è possibile rendere stabile un regime fantoccio in Iraq, potrà scatenare nuove guerre di aggressione in un tentativo di assicurare gli interessi imperialisti geo-strategici globali degli Stati Uniti.

Il piano Statunitense per la Palestina

La Palestina e la dirigenza e il popolo Palestinese non sono stati ufficialmente inclusi con Iraq, Iran e la Corea del Nord nella lista di Bush “asse del diavolo” durante il Messaggio sullo Stato dell’Unione di tre anni fa. Ma l’aggressione con tutti i mezzi contro il popolo Palestinese è continuata inesorabilmente. La campagna di terrore omicida di Israele contro il popolo Palestinese e la sua dirigenza politica sostenuta dalla gente è una organica estensione della guerra intrapresa dall’Impero USA contro i popoli Arabi e del Medio Oriente. Anni di esilio, aggressioni omicide, colonizzazione, imprigionamenti di massa, la costruzione di un odioso Muro di Apartheid, l’imposizione forzata di una disoccupazione di massa, e la malnutrizione sono ora seguite da un Bush che esalta le elezioni di nuovi “dirigenti”. Questo significa l’abbraccio della “democrazia e della libertà”! Una volta ancora, Washington sta cercando di indebolire, dividere e distruggere il movimento nazionale Palestinese. Bush e i suoi consiglieri stanno tentando di indurre l’Autorità Nazionale Palestinese ad accettare un quasi mini stato sul modello Bantustan, diviso in frammenti di territorio, sotto il diretto controllo dell’esercito di Israele. Loro esigono che la dirigenza Palestinese rinunci al diritto inalienabile al ritorno del popolo Palestinese, che è stato cacciato dalla sua patria, a dispetto del fatto che tale diritto è fondamentale secondo le leggi internazionali. La squadra di Bush ha l’intenzione di confinare il popolo Palestinese in un Bantustan interamente alle dipendenze degli Stati Uniti.

Impero e “democrazia”

Bush afferma che gli USA non stanno inseguendo l’idea di costruire un Impero. Piuttosto, egli dichiara che “è la politica degli Stati Uniti che cerca ed appoggia lo sviluppo di crescita dei movimenti e delle istituzioni democratiche in ogni nazione e cultura.” Uno sguardo su Haiti basta ad illuminare questa propaganda come falsa.   Tra ventisei giorni il popolo di Haiti pieno di livore commemorerà il primo anniversario del colpo di stato del Bush/Pentagono e del rapimento del Presidente eletto democraticamente di quel paese. Jean-Bertrand Aristide è stato il primo presidente eletto democraticamente ad Haiti. L’amministrazione Bush ha sfasciato quel governo e ha insediato un regime fantoccio degli USA.

L’appoggio dell’Amministrazione Bush al fallito colpo di stato, e alle elezioni successivamente riconvocate, per abbattere il governo democraticamente eletto del Presidente Venezuelano Hugo Chavez, insieme con la campagna continua per rovesciare il governo Cubano, ulteriormente fanno luce sulle menzogne di Bush sulla “libertà e democrazia”.

In nome della costruzione di un mondo sicuro con la diffusione della democrazia, Bush ha invaso e insediato governi fantoccio in Afghanistan, Iraq e Haiti. Bush sta provando ad assestare un colpo mortale alle legittime aspirazioni del popolo della Palestina. Gli USA intendono usare tutti gli strumenti possibili per abbattere il governo della Siria e di incorporare nuovamente il Libano nella sfera di influenza economica degli USA. Gli USA stanno lavorando per attirare la Libia, con o senza l’attuale governo, nella loro sfera di influenza. Quindi stanno tentando di ridisegnare la mappa economica e sociale del Medio Oriente, dell’Asia centrale e del Nord Africa.

Guerra e diplomazia

La guerra, sia condotta apertamente come in Iraq, sia in modo velato come contro l’Iran, non deve essere considerata separata dalla diplomazia. Coloro che, nel loro opporsi ad una pura e semplice aggressione militare, perorano il fatto che l’Amministrazione Bush dovrebbe perseguire un approccio diplomatico, stanno facendo una distinzione ipocrita. La guerra, le minacce di guerra, le sanzioni economiche e la diplomazia sono solamente tattiche e modalità, mezzi per acquisire certi fini. Per l’Amministrazione Bush, il fine è quello di creare un Impero USA esteso a tutto il mondo. Tutte le Corporations Statunitensi, le banche ed entrambi i partiti politici, Democratico e Repubblicano, si trovano d’accordo al 100% intorno alla volontà di acquisire questo obiettivo. Qualsiasi siano le differenze sulle tattiche, la politica e i tempi che pensano siano più consoni, questo è solo secondario. Questo è quello che conta anche per l’”opposizione” Democratica con la sua larga acquiescenza alle sempre più avventuristiche tattiche messe in atto da Bush, Cheney e dalla loro cricca di neo-conservatori.

Difendiamo i programmi sociali e le protezioni sociali

Il popolo degli Stati Uniti deve sollevarsi contro l’Impero. Sfidare l’Impero non è solo un atto di solidarietà con coloro che in tutto il mondo stanno invocando il diritto di determinare il loro proprio destino, liberi dalla dominazione USA.
Anche il popolo dei lavoratori in tutti gli Stati Uniti è vittima dell’Impero. Le nostre figlie e i nostri figli vengono mandati ad uccidere e sono uccisi. Miliardi di dollari vengono trasferiti dall’educazione, dalle cure per la salute, dal settore della casa e dall’addestramento al lavoro, ai finanziamenti per guerre imperialiste, una dopo l’altra.
Questa notte Bush ha annunciato che verranno congelate, o quasi, tutte le spese per il sociale, ma non le spese per programmi militari. Questo significherà un severo taglio addizionale nei programmi dai quali dipendono il popolo dei lavoratori e dei poveri. Però ha proposto uno stanziamento di 80 miliardi di dollari di denaro fresco per finanziare la guerra in Iraq. Si arriva con questo a raggiungere la vetta dei 150 miliardi di dollari per la guerra Irachena (quasi 270 milioni di dollari ogni giorno), oltre allo stanziamento per il Pentagono che per l’anno passato è stato di 420 miliardi di dollari.
Ogni nuovo paese del mondo che viene “globalizzato” nella sfera economica di influenza USA diventa un nuovo terreno annesso per le Corporations Statunitensi con lo scopo finale di creare nuove aree di lavoro pagato con salari da fame. Intere industrie ed imprese, non solo i lavori, stanno per essere esternalizzati.

Dal discorso di questa notte, risulta evidente che Bush e Wall Street pretendono di privatizzare la Previdenza Sociale, con un progetto ambiguo di sottrarre i salari differiti, cioè la pensione, a più di 100 milioni di lavoratori.
L’Impero beneficia le banche e le Corporations, non certo il popolo.
La Coalizione A.N.S.W.E.R. lancia un appello ad intensificare l’azione a tutti coloro che con noi si sono organizzati in questi ultimi pochi anni. Milioni di persone hanno dimostrato insieme, in modo coordinato con i popoli nei paesi di tutto il mondo. Questa è una battaglia epocale tra il popolo da un lato e i plutocrati che campano diritti e dirigono il paese dall’altro. I politicanti hanno dimostrato la loro incapacità a fermare la guerra e l’Impero. La speranza sta con il popolo. Ogni passo in avanti negli anni Trenta, o negli anni Sessanta o Settanta è avvenuto tramite la creazione di un movimento popolare di massa.

Appoggia le dimostrazioni del 19 Marzo!

La Coalizione A.N.S.W.E.R. sta lavorando da mesi per costruire ed appoggiare dimostrazioni locali nelle città di tutto il paese. In ogni regione, il 19 marzo la gente dovrà scendere nelle strade per manifestare la propria protesta contro il secondo anniversario dell’invasione dell’Iraq.
Di seguito la lista parziale delle città dove, il 19 marzo, avverranno dimostrazioni:
Akron, OH - Albuquerque, NM - Ann Arbor, MI - Atlanta, GA - Austin, TX - Baltimore, MD - Boston, MA - Charlotte, NC - Chicago, IL - Cincinnati, OH - Damariscotta, ME - Denver, CO - Flagstaff, AZ - Fort Bragg-Fayetteville, NC - Fort Smith, NH - Los Angeles, CA - Miami, FL - Minneapolis, MN - New Brunswick, NJ (Rutgers Univ.) - New Paltz, NY - New York, NY - Oswego, NY - Philadelphia, PA - Portland, ME - Providence, RI - Sacramento, CA - Sal Lake City, UT - San Diego, CA - San Francisco, CA - Saratoga Springs, NY - Seoul, South Korea - St. Paul, MN - Tucson, AZ - Victoria British Colombia, Canada - Washington, DC - Whittier, CA

Vi preghiamo di comunicarci se nella vostra area sono previste dimostrazioni, o se sono in fase organizzativa, in modo che possiamo registrarle nel nostro sito web.

A.N.S.W.E.R. Coalition
Act Now to Stop War & End Racism

Fonte

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