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Arabia inaudita

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(19 Giugno 2011) Enzo Apicella
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(Senza casa mai più!)

Roma, gli immigrati resistono a Tor de' Schiavi

Rilanciamo la lotta per il diritto alla casa: dieci, cento, mille occupazioni

(17 Aprile 2014)

tordeschiavi

A Roma il problema dell’abitare, di avere un tetto e quindi di vedersi riconosciuta una vita dignitosa e normale, è un tassello importante della lotta di questa metropoli che vede da anni impegnati proletari/rie, precari/rie, disoccupate e disoccupati, soggetti politici a cui si stanno affiancando intere famiglie di migranti che non riescono a pagare un affitto equo, affitto (spesso in nero) sempre più caro. Alle crescenti occupazioni di stabili ed appartamenti vuoti da parte di giovani e famiglie che cercano di avere un tetto sulla testa, si sta rispondendo con una politica di violenta repressione contro gli occupanti sgomberati (Ponte di Nona, Via del Commercio, Magliana Vecchia, Montagnola). A questa politica il Movimento per il diritto all’abitare (in tutte le sue componenti) risponde con nuove occupazioni ed azioni di resistenza agli sfratti. Non sono poche le azioni ed i sit-in di resistenza attuati dalle diverse sigle che si battono per il diritto alla casa per tutte e tutti. Ne ricordiamo alcune: Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa, Blocchi Precari Metropolitani, ASIA-USB, Unione Inquilini, Assemblea Romana Sfratti Zero, I Blu.
La riposta al diritto all’abitare, all’emergenza casa, dell’attuale sindaco Marino, è il Piano Casa del nefasto Governo Renzi. All’articolo 5 rispetto a chi occupa gli stabili vuoti di questa metropoli, negando loro l’accesso alle liste per ottenere una casa comunale. Lo steso Marino, dà maggiori garanzie ai “palazzinari” romani che riposte concrete agli occupanti e richiedenti una casa. Le ultime vicende degli sgomberi a Ponte di Nona ed i vari presidi anti-sfratto che hanno visto scendere in piazza compagni e militanti delle sigle che fanno parte del cartello contro gli sfratti, sono sempre più numerose non solo a livello cittadino, ma anche nazionale (Coibenza, Ancona, Bologna) sono la nostra risposta alla crescente repressione di polizia e prefetto.
Ma la lotta non si può né si deve fermare. Per questo motivo da settembre 2013 un nuovo stabile è stato occupato a Roma. Di questa iniziativa ci ha parlato Rudy Colongo Presidente dell’Associazione I Blu, già fondatore con Dino Frisullo dell’Associazione “Senza Confine”.
Rudy ci racconta che l’Associazione I Blu ha occupato lo stabile Acea di Via Tor De’ Schiavi sulla Casilina, perché abbandonato al degrado ed all’incuria da sette anni. Quando gli/le occupanti hanno varcato il cancello di ferro azzurro si sono trovati davanti una piazzola completamente invasa da erba incolta che copriva il cortile che oggi, dopo sei mesi di occupazione, si presenta pulito e vissuti da bambini che giocano a pallone e abbellito, se così si può dire, da tavoli dove siedono famiglie di latinoamericani che si godono i primi raggi di sole primaverile. Gli otto nuclei familiari composti in gran parte da cittadini sudamericani, da famiglie rumene ed italiane, hanno non solo occupato uno dei tanti stabili Acea.in disuso, ma hanno anche provveduto a ristrutturare l’intero stabile. I muratori rumeni hanno ridipinto la facciata esterna e i pianerottoli interni, sono stati risistemati i tubi dell’acqua, i tetti sono stati riparati, e le porte esterne ed interne sono state risistemate e dipinte. I lavori di idraulica, riparazione o sostituzione dei vetri rotti sono stati eseguiti dai lavoratori(/occupanti lo stabile. Abbiamo chiesto il motivo della diversità di questa occupazione e Rudy ci ha spiegato che l’autorecupero così come lo si è concepito finora per gli occupanti di Tor de’ Schiavi non va bene. Loro hanno deciso di non accettare finanziamenti dal Comune e con l’autofinanziamento e l’auto ristrutturazione intendono veicolare un nuovo tipo di fare politica che li vede protagonisti delle proprie azioni rivendicative.
Per questo motivo tutti hanno dato il loro contributo, chi tassandosi e chi lavorando alla ristrutturazione dello stabile. E qui secondo Rudy Colongo sta la novità di questa esperienza abitativa e di occupazione. Gli occupanti non vogliono più essere strumentalizzati da terzi, da chi chiede loro una delega per l’ottenimento di diritti fondamentali (non solo per le comunità migranti in Italia): “ius soli” per i bambini stranieri nati in Italia, permesso di soggiorno, casa, reddito, istruzione, assistenza sanitaria, etc, ma vogliono essere loro, in prima persona a scendere in lotta per ottenere i punti di questa piattaforma di lotta Le loro richieste sono dunque chiare, così come evidente è il fatto che in sei mesi di occupazione le famiglie hanno interagito con il quartiere, instaurando rapporti di reciprocità : alla richiesta di idraulici o muratori gli occupanti rumeni hanno risposto applicando prezzi “low cost”; oppure partecipando ad una iniziativa di pulizia pubblica di una aula comunale, a cui hanno partecipato non solo Rudy, ma anche altri occupanti.
L’ultima questione di cui ci parla Rudy è dei i loro progetti futuri. Progetti ed idee con cui gli occupanti si stanno confrontando con il Comitato Immigrati in Italia che da qualche settimana si riunisce nel cortile esterno per discutere delle prossime elezioni del Consigliere aggiunto per le elezioni amministrative di Roma, rispetto al quale muovono delle forti critiche. Almeno per il ruolo politico e di rappresentanza delle Comunità straniere in Italia. Rudy ricorda come finora il Consigliere abbia avuto solo la funzione di ascoltare le richieste degli immigrati, ma a livello decisionale non ha potuto fare niente, Quindi Rudy e gli altri esponenti del CII vogliono un inversione di tendenza . il consigliere non è una figura decorativa, ma dev’essere nominato da tutti i membri delle Comunità (Latinoamericani, Filippini, Asiatici, Bengalesi, Romeni, Africani) e dunque votato unitariamente da tutti, a prescindere dalla sua nazionalità.
A chiusura Rudy rilancia la lotta per le occupazioni degli stabili inutilizzati a Roma.

Loredana Baglio

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