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L'angoscia dell'anguria

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(24 Luglio 2013) Enzo Apicella

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Manifesto per il XX anniversario CIPOML

(29 Aprile 2014)

cipoml

Manifesto per il XX anniversario della Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti (CIPOML)

Il mondo nel XXI secolo continua ad essere un mondo diviso! La contraddizione tra il lavoro e il capitale sussiste e s’inasprisce in tutti i settori; in essa si
riflette l'antagonismo tra il carattere sociale della produzione, da un lato, e la forma capitalistica privata dell'appropriazione, che si concentra sempre più in un pugno di
usurpatori, dall’altro.

Sono apparse forze produttive e scientifiche inimmaginabili fino a 50 anni fa. La produzione si è meccanizzata in modo straordinario, la tecnologia della comunicazione e l’informatica si sono largamente diffuse nei loro impieghi sociali ed individuali. Ma ogni cosa ha in sè il suo opposto: la disperazione provocata dal capitalismo ha raggiunto livelli gravissimi, i segni del disfacimento che si sviluppa parallelamente si sono accumulati a un punto tale da superare quelli dell’ultima fase dell’impero romano.

Durante la crisi mondiale del capitalismo scoppiata nel 2008, che numerosi paesi
stanno ancora soffrendo, le ampie masse sfruttate, sulle quali è stato gettato il fardello della crisi, hanno potuto constatare che il capitalismo è un'organizzazione sociale caratterizzata dalla "povertà nella ricchezza". Far pagare la crisi agli strati popolari ha
significato l’aggravamento di tutte le nefaste conseguenze del capitalismo: non solo la meccanizzazione del processo produttivo non ha ridotto il tempo di lavoro, ma si è estesa la disoccupazione, è aumentata la precarietà della forza-lavoro, si è intensificato lo sfruttamento; allo stesso tempo abbiamo visto la diminuzione dei salari reali, la diffusione della povertà e della miseria, della fame, dell'ingiustizia e delle disuguaglianze, dell’indigenza, della droga, della prostituzione.

Diventa sempre più difficile accettare e sopportare, ma anche solo ignorare, questa
divisione del mondo, il malcontento e la crescente esasperazione che spingono le masse sfruttate di un certo numero di paesi a sollevarsi. Ecco la Grecia e il Portogallo, ecco la Tunisia e l'Egitto, la Turchia ed il Brasile...

Ma l’antagonismo tra il lavoro e il capitale non è la sola ragione della frattura del
mondo. Vediamo quotidianamente che esiste una profonda divisione tra una minoranza di grandi e ricchi paesi imperialisti e capitalisti, e i popoli dei paesi arretrati e sottosviluppati, oppressi e sfruttati politicamente, economicamente e finanziariamente, che rappresentano la maggioranza. I grandi Stati imperialisti che hanno formato organizzazioni internazionali come l'Unione Europea e il Trattato per il Libero Scambio, la NATO e l’ONU, si presentano come "la comunità internazionale", saccheggiano le ricchezze naturali dei popoli oppressi e non tollerano la possibilità che questi ultimi si autodeterminino. Ecco l'Africa che hanno prosciugato, ecco la foresta
amazzonica che vogliono distruggere, ecco le occupazioni dell'Afghanistan e dell'Iraq,
ecco la Libia e la Siria...

Un altro terreno di contraddizioni e di scontro è quello tra i paesi imperialisti e i
monopoli internazionali, che si esprime principalmente nella costituzione e
ricostituzione di blocchi economici e militari, nell’installazione di basi militari nei cinque continenti. "Il mondo unipolare", in cui gli Stati Uniti detenevano la "leadership", è ormai al capolinea. Nella disputa per sapere chi dominerà nelle regioni da saccheggiare, i grandi paesi imperialisti hanno cominciato ad affrontarsi duramente.
Nella corsa per il dominio contro i loro concorrenti incitano le opposizioni nazionali, per ottenere il sostegno dei popoli oppressi. Questi conflitti interni che si esasperano fino a diventare conflitti militari, come abbiamo visto in Siria e poi in Ucraina, dimostrano che le contraddizioni fra gli imperialisti continuano ad aggravarsi.

Fino a qualche decennio fa, i capitalisti ed i loro adulatori proclamavano "la fine
della storia", "l'eternità del capitalismo". "Il nuovo ordine mondiale", allora
solennemente dichiarato, preconizzava una società prospera, pacifica e senza crisi,
costruita su un "capitalismo che si autorigenera", su una "mondializzazione capitalista" che si sarebbe realizzata "superando le classi e il contrasto fra di esse". Ora vediamo che
non la prosperità, bensì la miseria si è aggravata. Al posto della pace, ci sono le guerre e i colpi di Stato, c’è e la perdita di credibilità delle menzognere dittature che abbiamo visto all’opera negli ultimi decenni.

No, il capitalismo non può assicurare ai lavoratori che sopravvivono con la loro
fatica nelle fabbriche, nelle imprese, nei campi e negli uffici, ai disoccupati, ai poveri delle città e delle campagne, né un lavoro decente, né un salario dignitoso, né condizioni di lavoro sopportabili, né la pace, né la prosperità, e tanto meno la sicurezza di un avvenire. Al contrario, per ottenere tutto ciò dobbiamo incoraggiare tutti gli operai e i lavoratori a ribellarsi e rovesciare il potere del capitale.

Dai tempi della lotta degli schiavi contro i loro padroni, in tutte le società divise in
classi, teatro delle lotte fra queste classi, la lotta per il potere ha sempre portato alla sua conquista da parte di una classe di oppressori a scapito di un'altra. Solo il capitalismo ha sviluppato le forze produttive a tal punto che non possono più essere contenute nell’involucro dei rapporti di proprietà. Inoltre, il capitalismo ha incessantemente
sviluppato la classe operaia con la socializzazione sempre più spinta. Di conseuguenza, ha creato le condizioni sociali nelle quali il potere di una classe sfruttata può ormai sostituirsi al potere di una classe sfruttatrice. Questa evoluzione storico-sociale ha consegnato alla classe operaia una missione storica, quella di prendere il potere per edificare attraverso un periodo di transizione il socialismo, espropriando gli espropriatori, abolendo i rapporti di sfruttamento fra le classi e con ciò le stesse classi.

Contro la tirannia capitalista, la classe operaia si è manifestata per la prima volta nel XIX secolo, nelle rivolte che hanno attraversato tutto il continente europeo, ed ha preso il potere per un breve periodo nel 1871 a Parigi. Ha poi rovesciato il potere della classe dei capitalisti in Russia con la Rivoluzione d’Ottobre del 1917, si è organizzata come classe dominante edificando l'Unione Sovietica, ha compiuto dei passi da gigante durante quasi mezzo secolo sulla via dell'abolizione dello sfruttamento dell'uomo
sull’uomo.

Noi, Partiti e Organizzazioni Marxisti-Leninisti dei quattro angoli del mondo riuniti in una Conferenza Internazionale (CIPOML), chiamiamo, in occasione del XX
anniversario (*) della nostra unità, la classe operaia del mondo ed i popoli oppressi, la
gioventù, ad unirsi contro la borghesia internazionale e l'imperialismo ed a rafforzare di nuovo la lotta di liberazione.

Proletari di tutti i paesi, lavoratori!
Il mondo diviso tra sfruttatori e masse sfruttate, tra imperialisti e popoli oppressi va verso un nuovo periodo di sconvolgimenti e di rivoluzioni.

Il capitalismo, che non ha più nulla da offrire alle masse sfruttate, ha maturato a un tal grado, più di ogni altro momento della storia, le premesse del socialismo. E quando parliamo di maturità dobbiamo considerare sia in termini quantitativi, sia in termini qualitativi la classe operaia e i lavoratori che consolidano le loro posizioni e rafforzano le loro organizzazioni in numerosi paesi, traendo lezioni dalle loro stesse esperienze di lotta a livello sindacale e politico, soprattutto dalle grandi lotte di massa che si
sviluppano in questi paesi.

Anche se le loro rivoluzioni sono state manipolate in paesi come la Tunisia e
l'Egitto, il futuro appartiene alla classe operaia ed ai lavoratori del mondo che
accumulano una ricca esperienza per andare sempre più lontano.
I successi e le esperienze acquisiti nelle grandi ondate rivoluzionarie delle lotte
nazionali e sociali di tutti i paesi del mondo, dimostrano che possiamo avanzare di nuovo verso la vittoria, e questa volta con più forza e in maniera più completa. Le nostre lotte di liberazione nazionale e sociale assumeranno forme particolari e seguiranno il proprio cammino, a seconda dei paesi; quanto ai loro contenuti prenderanno un carattere
internazionalista, essendo componenti del processo unico della rivoluzione proletaria
mondiale.

Di qui la responsabilità di consolidare e rafforzare la nostra unità ed organizzazione
a livello nazionale ed internazionale.

Il socialismo vincerà!
Viva l'internazionalismo!
Proletari di tutti i paesi e popoli oppressi, unitevi!

Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazioni
Marxisti-Leninisti (CIPOML)

(*) La I Conferenza si tenne a Quito (Ecuador) nel 1994.

Piattaforma Comunista

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