">

IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
La pagina originale è all'indirizzo: http://www.pane-rose.it/index.php?c3:o43261

 

SIRIA, altri quattro candidati alla Presidenza

(29 Aprile 2014)

Con loro il numero dei candidati alla Presidenza sale ad undici (compreso Bashar Assad). Il 5 maggio le candidature saranno esaminate dalla Corte Costituzionale e il giorno seguente saranno annunciati i nomi di chi potrà gareggiare. Colpi di mortaio nel centro di Damasco (14 morti) e due autobombe esplodono a Homs (37 le vittime).

parlamento

Parlamento siriano

dalla redazione

Roma, 29 aprile 2014, Nena News – Quattro nuovi candidati concorreranno alle elezioni presidenziali siriane che si terranno il 3 giugno. Ad annunciarlo è stato poco più di un’ora fa il Presidente del Parlamento Mohammed al-Lahham. I nuovi nomi portano il numero dei candidati a 11. Tra questi anche il Presidente Bashar Assad che ieri ha annunciato la sua candidatura.

I nuovi candidati sono: Ali Wanous, Azza Mohammed, Talea Salah Nasser e Samih Mikhael Moussa. Come nel caso degli altri aspiranti alla Presidenza, di loro si sa ben poco. L’unica cosa certa è che con la presenza di Mohammed il numero di donne che gareggeranno sale a due. Da capire, poi, quale sarà il destino di Moussa. La costituzione siriana, prevede che i candidati alla Presidenza siano musulmani. Tuttavia, secondo una fonte della Corte Costituzionale, Moussa sarebbe cristiano. “Quando terminerà il periodo per la presentazione delle domande per candidarsi alla presidenza, ovvero il 5 maggio, esamineremo i candidati per vedere se rispettano i parametri previsti [dalla costituzione, ndr]. Il 6 maggio annunceremo chi potrà partecipare” ha aggiunto la fonte.

La Commissione elettorale siriana ha affermato ieri che coloro che hanno lasciato il Paese “illegalmente” non potranno votare. La decisione va così a colpire tutti i rifugiati che sono sfuggiti alla guerra civile passando attraverso le aree controllate dai ribelli.

A rendere impossibile la presenza di tutti questi candidati sono le regole molto rigide della legge elettorale siriana. Gli aspiranti presidenti devono aver vissuto in modo continuativo nel Paese negli ultimi dieci anni (quindi non potranno prendere parte i principali leader dell’Opposizione), ciascun candidato dovrà ricevere il sostegno di almeno 35 parlamentari su 250. Considerato che nessun parlamentare può sostenere più di un candidato e che 160 di loro fanno parte del Ba’ath (che voterà per Assad) è evidente che la presenza di tutti questi nomi (sconosciuti) serve solo a far apparire democratico un sistema che, come in passato con i referendum, consacrerà il regime con percentuali bulgare.

Intanto il sangue continua a scorrere. Oggi quattro colpi di mortaio sparati dai ribelli hanno colpito l’istituto educativo Badr al-din al-Husseini nel quartiere di Shagur nella città vecchia di Damasco. Le vittime sono 14, mentre 86 sono i feriti secondo l’agenzia statale SANA. Per l’Osservatorio Siriano dei diritti umani, ONG di stanza a Londra vicina all’Opposizione siriana, il numero dei morti sarebbe leggermente superiore (17). Ad aumentare il bilancio quotidiano di morte e distruzione sono state le due autobombe esplose nella città di Homs (a nord di Damasco). Le 37 vittime (per altre fonti 42) sono principalmente donne e bambini che si trovavano vicino all’affollata rotonda dove le due vetture sono saltate in aria. Circa 80 sono i feriti

Nena News

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Siria, guerra civile e scontro tra potenze»

Ultime notizie dell'autore «Nena News»

11948